Nel giorno del suo 54esimo compleanno, Nicola Berti ha rilasciato un’intervista ai microfoni del sito ufficiale dell’Inter per parlare del suo legame per i colori nerazzurri tra passato e presente.
Ecco le sue parole: “Ho dato tutto per questa maglia, ci sono momenti unici che ho vissuto indossandola, dalla prima partita che feci nell’88, il derby di pre-campionato Inter-Milan, ricordo che feci un fallo a Baresi perché volevo farmi conoscere da subito, appena arrivato. Poi le finali di Coppa Uefa con Roma e Salisburgo e Inter Napoli 2-1 a San Siro quando abbiamo vinto matematicamente lo Scudetto dei Record e ho segnato quel gol al volo anche se poi hanno dato autogol di Fusi”.
Da Inter-Napoli del 28 maggio 1989 alla sfida di domenica: “Di quella partita ci sono delle immagini stupende, io ero carichissimo, è stato meraviglioso. Questa partita con il Napoli sarà molto importante, non si tratta di matematica come successe a noi nell’89 ma di testa, perché battere un avversario come il Napoli ora significa dare un ulteriore segno di forza”.
Scudetto ad un passo: “La squadra adesso ha una forza mentale straordinaria perché ha ottenuto questi 11 punti di vantaggio sul campo, con delle prestazioni importanti, frutto di un percorso di crescita. Hanno vinto anche partite difficili, e hanno dimostrato che quando dovevano ottenere i tre punti se li sono presi: quando sei sulla sull’onda, e hai questa mentalità allora fai di tutto per rimanere su quest’onda. La cosa più importante è che questa non è una squadra di un anno, ma programmata, che nei prossimi anni può solo crescere perché è organizzata perfettamente. Per parlare di prestazioni recenti, secondo me molto si capisce dall’abbraccio di tutto il gruppo dopo il gol di Darmian contro il Cagliari, una partita difficilissima, c’è qualcosa che si sta creando veramente, in quell’abbraccio rivedo qualcosa dell’Inter del 1988/89, c’è equilibrio e questo è fondamentale”.
Giocare al fianco di Lukaku: “Avrei fatto tantissimi gol in contropiede, pensando alle mie ripartenze e a quando parte lui, sicuramente l’avrei seguito alla grande. La forza fisica, la forza di voler andare a fare gol a tutti i costi è la cosa che lo contraddistingue ed è qualcosa che anche io ho sempre avuto pur essendo un centrocampista. Vedere uno che tiene la palla, salta due difensori…io sicuramente mi sarei inserito, l’avrei capita da lontano e gli sarei andato dietro”.
Su Barella: “Mi è sempre piaciuto, già dal Cagliari, ha quella grinta, quell’aggressività positiva che avevo io, è un grande trascinatore e ha la dote più importante per me, quella di non voler arrendersi mai”.
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