Biasin: “Rivoluzione in casa nerazzurra è merito di Spalletti. Attenzione ai ‘sogni scudetto’: l’obiettivo è tornare in Champions”
Il giornalista ha espresso il suo punto di vista sull'avvio di stagione dell'InterIl giornalista e tifoso nerazzurro Fabrizio Biasin nel suo consueto editoriale, ha analizzato la partita dell’Inter contro il Chievo e ha evidenziato alcuni particolari del match: “Si è superata l’Inter che “contro il Chievo soffrirà” e, invece, del Chievo ha fatto un sol boccone. Meriti dell’una e demeriti dell’altra si compensano, ma il dato di fatto è che i nerazzurri del pareggio strappato in qualche modo a Bologna un paio di mesi fa e del “l’Inter ha i soliti difetti” ha lasciato spazio a una squadra solida e a un gruppo “vero”. Non badate alla tripletta di Perisic, né a Skriniar che imposta e va a segnare, osservate invece i dettagli: D’Ambrosio sbaglia un passaggio e Candreva gli dedica un applauso, Candreva sbaglia un cross e l’applauso glielo fa Borja Valero. Trattasi di piccolezze che sommate una all’altra disegnano un gruppo che scherza nello spogliatoio e ostenta palle quadrate. Una rivoluzione mentale merito di Spalletti, è chiaro, ma anche di una società che ha imposto la via della logica e ha messo da parte gli effetti speciali. Per carità: è successo per cause di forza maggiore (il fair play, il barboso congresso cinese), ma anche perché chi comanda ha capito che i frizzi e lazzi spesso portano all’auto-illusione, più che ai risultati”.
Biasin è rimasto impressionato dalla classifica dell’Inter: “Per questo l’attuale classifica è sì strabiliante, ma non deve illudere nessuno, in particolare Icardi e soci. I media pubblicizzano il “sogno scudetto”, suonano la grancassa, ma sarebbero i primi a sputazzare veleno in caso di ko a Torino perché “attenzione, ora la Lazio e il quinto posto sono a un passo! Quest’Inter non si sarà sopravvalutata?”. We know our chickens, conosciamo i nostri polli, per questo è giusto che l’Inter resti ben ancorata all’obiettivo “ritorno in Champions” e non si faccia fregare dalle altalene umorali di chi ti loda e poi t’ammazza, di chi celebra le frasi di Icardi (“Sto bene qui in Italia. La mia squadra è prima in classifica, sono capocannoniere, cosa dovrei volere di più?”) ma allo stesso tempo butta là ipotesi da tregenda (“L’Inter pensa alla cessione perché così chiuderebbe il contenzioso con l’Uefa”). Rinunciando al suo capitano, certo”.
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