Il bilancio del 2019 dell’Inter: dalla telenovela Icardi con Spalletti, alla LuLa del sergente Conte
I momenti salienti dell'ultimo anno nerazzurroE’ stato un anno dai due volti il 2019 per l’Inter. E non poteva essere altrimenti, visto che in panchina lo scorso maggio si è chiuso il biennio ricco di soddisfazioni guidato da Luciano Spalletti che ha lasciato il posto ad Antonio Conte con il chiaro obiettivo da parte del club di alzare l’asticella. Due anni in cui il tecnico toscano è riuscito a centrare gli obiettivi che gli erano stati chiesti sin dal suo arrivo: riportare la squadra in Champions League.
Quest’anno, però, non è stato affatto semplice, se consideriamo che per il secondo campionato di fila i tifosi nerazzurri hanno potuto gioire solamente all’81’ del match contro l’Empoli – ultimo del girone di ritorno – quando Nainggolan ha siglato la rete del vantaggio decisivo contro l’Empoli che ha deciso la partita e la qualificazione in Champions League, condannando i cugini rossoneri che avevano sperato nella beffa finale fino all’ultimo. Ma andiamo con ordine e procediamo mese per mese.
GENNAIO – Sperando che la classica crisi post-natalizia non colpisca i nerazzurri nel 2020, la formazione di Spalletti non riesce ad evitarla ad inizio 2019. Dopo una lunga sosta nella prima metà di gennaio, il ritorno sui campi è traumatico. Prima la sconfitta in campionato contro il Torino, poi l’eliminazione in Coppa Italia ai rigori con la Lazio che aveva per qualche giorno fatto pensare al possibile esonero del tecnico toscano.
FEBBRAIO – Dopo un inizio traumatico dettato dalla sconfitta interna contro il Bologna del rientrante Sinisa Mihajlovic, alcuni buoni successi in campionato ed il passaggio del turno in Europa League sul Rapid Vienna fanno sperare in una ripresa della squadra. Nel mezzo, però, due episodi chiave. Prima l’inizio della telenovela Icardi, con il calciatore che il 14 febbraio rifiuta la convocazione per la trasferta di Vienna ed apre un caso destinato a rimanere irrisolto, che avrebbe portato l’argentino fuori dai campi per circa due mesi per un presunto problema al ginocchio. Il 24, invece, l’episodio di Firenze, con i nerazzurri condannati al pareggio da un rigore inesistente sanzionato per un tocco di D’Ambrosio giudicato con il braccio.
MARZO – Tra episodi arbitrali ed una spaccatura interna ormai insanabile – che vede protagonisti soprattutto Perisic e Brozovic alleati contro Icardi a causa delle dichiarazioni poco eleganti pronunciate in TV da Wanda Nara – i nerazzurri iniziano a perdere il vantaggio accumulato in classifica, uscendo sconfitti dalla trasferta di Cagliari, pareggiando poi in EL con l’Eintracht con un rigore sbagliato da Brozovic che – in virtù poi della sconfitta di San Siro – varrà l’eliminazione. Il successo in Serie A contro la Spal e il derby vinto sul Milan sono illusori, perché a San Siro poi arriva la Lazio ed ottiene tre punti importanti ai fini della corsa Champions.
APRILE – In questo mese esce tutto i carattere che aveva chiesto Spalletti ai suoi uomini. Icardi torna il 3 aprile e segna nella goleada contro il Genoa. Poi il pareggio con l’Atalanta e la vittoria sulla Fiorentina danno tanta carica ad una squadra spaccata negli uomini, ma unita nell’entusiasmo. Infine i due pareggi contro Roma e Juventus in cui probabilmente si poteva anche ottenere qualcosa in più.
MAGGIO – Si entra nella fase decisiva, quella in cui conta solo il piazzamento nei primi 4 posti che valgono la Champions League. Dopo il deludente pari con l’Udinese ed il successo con il Chievo, un pesantissimo 4-1 subito col Napoli impone ai nerazzurri di giocarsi il tutto per tutto in casa all’ultima giornata con l’Empoli. Il resto è storia della pazza Inter, una partita rocambolesca in cui Icardi sbaglia anche un rigore, D’Ambrosio salva un gol mettendo la palla sulla traversa, Handanovic si esibisce in miracoli, Keita segna e si fa espellere, mentre Nainggolan sigla la rete decisiva (nell’ultima presenza nerazzurra) e toglie le castagne dal fuoco. Il 31 maggio, come anticipato, inizia una nuova era: Antonio Conte prende il posto di Luciano Spalletti.
GIUGNO – LUGLIO – AGOSTO – Tra vacanze, Copa America ed inizio ritiro, l’estate nerazzurra è riversata sul mercato. Arrivano tanti buoni calciatori come Godin, Sensi, Barella, Lazaro e Biraghi. Ma soprattutto Lukaku, inseguito per tutta l’estate, e Sanchez nelle battute finali del calciomercato. Da sottolineare le cessioni di tre uomini chiave come Icardi, Nainggolan e Perisic.
SETTEMBRE – A parte il passo falso in Champions League nel pareggio di San Siro con lo Slavia Praga, l’inizio in campionato è da favola, deliziato dalle vittorie contro il Milan nel derby e contro la Lazio che rischiava di diventare una bestia nera.
OTTOBRE – Il mese si apre con due sconfitte prima della sosta: al Camp Nou contro il Barcellona e in casa contro la Juventus. Due partite che lasciano però una consapevolezza di forza inedita, grazie a due prestazioni che – al di là delle sconfitte – fanno vedere ai tifosi un’Inter bella ed appassionante. Gli impegni delle nazionali, però, privano l’Inter di Sanchez per infortunio alla caviglia: tornerà nel gennaio 2020. Di ritorno in campionato e Champions si riprende la marcia, condita dalla spettacolare vittoria per 2-0 sul Borussia Dortmund che riapre il discorso qualificazione.
NOVEMBRE – Dopo l’iniziale successo sul Bologna, la clamorosa rimonta di Dortmund da 0-2 a 3-2 getta un po’ di sconforto e porta Conte ad uno sfogo sulla ristrettezza della rosa a disposizione, condiviso qualche giorno più tardi dalla società. Ma in Serie A la squadra ha carattere, così gli ostacoli Verona e Torino vengono fatti fuori in un sol boccone. Novembre si chiude quindi con la straordinaria prestazione e vittoria di Praga che regala ai tifosi il più bel Lukaku della stagione.
DICEMBRE – Questo è un mese in un certo senso decisivo, perché Conte si ritrova senza calciatori chiave come Sanchez, Barella, Sensi, Gagliardini e Asamoah. Infatti, paga le tante assenze con l’eliminazione dalla Champions League a causa della sconfitta del Meazza contro il Barcellona. Dopo due pareggi di fila con Roma e Fiorentina, Conte – in piena emergenza per l’ultimo match del 2019 con il Genoa a causa delle assenze per squalifica di Brozovic e Lautaro – butta nella mischia dal primo minuto il classe 2002 Esposito. Risultato: vittoria per 4-0, primato difeso a pari punti con la Juventus, prima rete in Serie A per Esposito e tanti buoni propositi per l’anno che verrà.
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