Boateng: “Ho giocato in tanti posti, ma l’Italia è il paese più razzista”
“Ho paura che verrà dimenticato tutto in fretta. E dei bambini dovranno assistere ancora ad una cosa del genere“Sicuramente è uno di quelli che può comprendere a pieno il dolore provato da Kalidou Koulibaly mercoledì sera a San Siro: stiamo parlando di Kevin Prince Boateng. In questi giorni il centrocampista, in forza al Sassuolo, si è sentito in dovere di far sentire la propria voce riguardo il razzismo, a suo parere troppo sottovalutato.
Dunque, così come in un Pro Patria–Milan dove abbandonò il campo in seguito a insulti discriminatori, l’ex rossonero ha voluto prendere posizione in prima persona e, ai microfoni dell’Equipe, ha rivelato la sua paura più grande: “ Le urla non sono mai state così numerose in una partita. E’ per questo che molte persone si sentono preoccupate, ne parlano, ne scrivono. Ma ho paura che tutto questo sarà già stato dimenticato la settimana prossima. Ci sarà il capodanno, si farà festa e la gente penserà a tutt’altro”.
Sulla punizione inflitta alla curva dell’Inter, invece, è solo parzialente d’accordo, in quanto ritiene che possa non essere sufficiente: “È un segnale, ma non abbastanza forte. Non è la prima volta che succede, le pene devono essere più severe. Sono dispiaciuto per i giocatori dell’Inter che dovranno giocare senza tifosi, ma va lanciato un segnale forte. Se le curve vengono chiuse per tutta la stagione capiranno che non si scherza”.
Boateng ha poi voluto parlare della gestione della situazione da parte del direttore di gara, ritenuta a suo parere troppo passiva: “L’arbitro avrebbe dovuto interrompere il gioco? Sì, non dico che avrebbe dovuto necessariamente sospendere la gara, ma interromperla sì. L’arbitro non è stato in grado di comprendere la situazione. Se mi viene detto che non ha sentito nulla mi viene da ridere”.
Il giocatore ghanese ha anche denunciato la necessità, quando succedono casi del genere, di agire immediatamente e non in un secondo tempo: “La prossima volta, la prossima volta… è sempre il solito discorso, c’è sempre una volta di troppo. E’ arrivato il momento di dimostrare che siamo tutti uniti. La prossima volta? Questo vuol dire che dei bambini dovranno assistere ancora ad una cosa del genere”.
Infine, una battuta sul nostro paese che deve far riflettere: “Il paese più colpito dalla piaga del razzismo? Penso sia l’Italia. Lì succede spesso”.
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