Il giorno dopo l’errore clamoroso di Radu che è costato all’Inter la sconfitta al Dall’Ara contro il Bologna, rimane l’impressione che effettivamente la formazione di Simone Inzaghi abbia gettato al vento una grande chance verso lo scudetto, rimettendo tutto nelle mani del Milan. Qualora gli uomini di Stefano Pioli dovessero vincere le quattro partite da qui in avanti, o comunque ottenere almeno 10 punti dai prossimi incontri, aritmeticamente il campionato verrebbe conquistato dai rossoneri.
E’ vero che l’Inter non è adesso più padrona del suo destino, ma non tutto può essere ricondotto alla papera di Radu. E’ vero, un errore tecnico del genere non è ammissibile e rischia di tagliare le gambe ad una stagione che aveva visto i nerazzurri protagonisti su tutti i fronti. D’altra parte, però, provando ad indossare per qualche secondo i panni del giovane portiere, va anche detto che peggio di così non poteva andargli e che che tutte le colpe non possono essere sue.
Quella di ieri, infatti, era solamente la seconda presenza in stagione dal primo minuto di Radu, dopo l’apparizione non brillantissima dello scorso gennaio in Coppa Italia contro l’Empoli. Se consideriamo l’ultimo biennio in maglia nerazzurra, invece, le presenze complessive sono quattro, visto che Antonio Conte – che per una stagione intera lo aveva tenuto in panchina – lo fece giocare nelle ultime due partite a scudetto aritmeticamente conquistato.
Immaginiamo dunque di ritrovarci al posto del portiere rumeno, di scoprire giusto un paio d’ore prima del match di dover giocare la prima gara in campionato per dei problemi fisici accusati da Handanovic. Un match del quale si è parlato tanto negli ultimi mesi e che potrebbe valere una grossa fetta di scudetto per l’Inter. Una partita che tutto sommato era stata tranquilla per Radu, giusto un paio di retropassaggi e una rete di Arnautovic sulla quale non poteva far nulla. All’81’ poi Perisic decide di battere con frenesia una rimessa laterale killer, che a 9′ dalla fine potrebbe mettere chiunque in apprensione, figuriamoci un ragazzo che per la prima volta si trova a difendere i pali nerazzurri in campionato nella partite più delicata dell’anno.
Insomma, l’errore tecnico rimane ed è tutto dell’estremo difensore, ma peggio di così non poteva di certo andare. Perché sia Inzaghi nell’ultimo anno che Conte la scorsa stagione avrebbero potuto riservargli maggiore spazio, come accade ad esempio alla Juventus dove Perin viene considerato il titolare nelle coppe e pure in campionato qualche presenza di tanto in tanto la colleziona. Se invece il portiere non viene considerato neanche all’altezza di fare il secondo all’Inter, a quel punto un intervento andava fatto la scorsa estate, non a stagione in corso visto che il club per il prossimo anno ha già acquistato a costo zero André Onana.
In conclusione, la gestione di Inzaghi – sulla falsariga di quella di Conte – non è stata generosa nei confronti di Radu ed è giusto che le responsabilità a questo punto della stagione vadano condivise. Ma se sul risultato di 0-1 dopo appena 3′ la squadra avesse gestito con più attenzione il vantaggio lampo, probabilmente avrebbe condotto una partita di tutt’altro calibro. Per cui sì, l’errore tecnico rimane di Radu, la gestione superficiale di Inzaghi, la rimessa da brividi di Perisic, ma l’atteggiamento frenetico del primo tempo è tutto del collettivo. Chiaro che ottenere anche solo un punto avrebbe fatto tutta la differenza di questo mondo, obbligando il Milan ad ottenere solo vittorie da qui alla fine del campionato, mentre adesso i rossoneri potrebbero permettersi anche di perdere due punti in questo percorso finale. E’ tutta una questione di gestione.
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