Bonolis: “Razzismo? No, i ‘buu’ fatti per innervosire. Amplificato tutto in modo eccessivo e strumentale”
Il noto conduttore televisivo va controcorrente: "Giusto voler migliorare, ma i calciatori devono accettare che nello stadio ci siano provocazioni"Durante la sua visita all’auditorium dell’Ospedale Bambino Gesù, Paolo Bonolis si è soffermato a parlare del tema del razzismo, più che mai ricorrente in queste settimane in cui, in diversi stadi, si è assistito ad episodi spiacevoli come quelli a Koulibaly e Meitè. Ecco il pensiero del noto conduttore televisivo a Sky Sport: “Non è un problema il razzismo, ma l’atteggiamento provocatorio ed irridente del tifo. Se fai “buu”, a parte il fatto che sei limitato, lo fai per irridere e far arrabbiare allo stadio. Dovremmo fermarci in continuazione. Se fossero razzisti lo farebbero a qualsiasi giocatore di colore”.
“Lo sportivo” – continua Bonolis – “deve accettare il fatto che sia così, lo stadio è un luogo differente, ma dal quale guadagna bene per fare una bella vita. Le cose si possono migliorare, ma non sono così drammatiche: c’è una volontà di amplificazione di tutto, talvolta eccessiva e strumentale”.
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