Branca a TeleRadioStereo: “Mi aspettavo l’Inter protagonista. Sui rimpianti in nerazzurro…”
Le parole dell'ex calciatore e dirigente dei nerazzurri rilasciate in esclusiva a TeleRadioStereoTante stagioni in nerazzurro, dal campo alla scrivania, ed una nuova vita da dirigente dopo la parentesi interista. Marco Branca ha vissuto ogni tipo di emozione con quella che un tempo era la sua Inter: 25 gol in 69 presenze ed una lunga esperienza fianco a fianco con Oriali come responsabile dell’area tecnica. Ai microfoni di TeleRadioStereo, l’ex nerazzurro ha espresso il suo punto di vista su passato e presente con la Beneamata.
Quanto tempo si passa dietro la scrivania in questo lavoro?
Il tempo dietro la scrivania non è molto perchè spesso ci troviamo sui campi o nelle tribune degli stadi
E’ vero che è impegnato in un nuovo progetto per i giovani?
No, in realtà non seguo nessun progetto, come è stato detto, con sede a Malta per la ricerca di talenti. Non c’è nessuna cosa che mi impegna.
Le mancano la direzione sportiva ed il contatto con la squadra?
Si, indubbiamente, perchè è quella la parte più bella, quella che dà più soddisfazioni ma dipende sempre dai risultati che uno consegue. Ti dà quell’adrenalina con cui ho vissuto nel mondo del calcio per trent’anni da calciatore e da dirigente
La prossima avversaria della Roma è pericolosa: che Inter sta vedendo? E’ stupito dell’impatto di Conte?
Stanno facendo bene: è nelle caratteristiche di Conte tirare fuori più del massimo sia dai giocatori che dall’ambiente. Auguro che possano mantenere questo ritmo fino alla fine del campionato, visto che negli anni passati sono stati primi ma senza la continuità necessaria per la vittoria. La Roma è una squadra fatta quest’anno con degli innesti nuovi, hanno feeling con l’allenatore ed ha le caratteristiche tipiche di questi tempi. Ha le idee chiare, è molto diretto, cerca di fare un gioco coraggioso per cui quando si ha a disposizione una squadra convinta del lavoro dell’allenatore sei a metà del lavoro.
E’ più complicato saper leggere il campione non ancora sbocciato come Zaniolo o saper gestire il campione affermato che punta i piedi e non vuole andare via?
Sono situazioni diverse: chi ha la capacità di intravedere quello che non si vede con continuità è una capacità che un direttore sportivo deve avere nella costruzione della squadra. Nel secondo caso è un’altra situazione, affrontabilissima però.
Nella sua carriera c’è un rimpianto di un giocatore o qualcuno per cui è stato felice di aspettare?
Se devo fare il conto di quelli che ho portato ed hanno fatto benissimo ho poco spazio per i rimpianti perchè con il presidente abbiamo costruito una squadra forte negli anni. Julio Cesar, Cambiasso, Stankovic, Thiago Motta, Milito, Ibrahimovic, Maxwell, alcuni anche a zero, hanno fatto dieci anni di carriera. L’ultima cosa che ho sono i rimpianti perchè non mi è mancato nulla: ho partecipato alla vittoria di quindici titoli in dieci anni e meglio di così non poteva andare.
L’errore del Napoli nel continuare con il gruppo di De Laurentiis è lo stesso capitato con l’Inter post Triplete?
La differenza sono i quindici titoli. Non si può fare questo discorso applicandolo al Napoli che non ha vinto almeno qualcosa come noi. Hanno puntato sul rafforzamento ma sono rimasti anche sempre gli stessi, però il nostro periodo ha coinciso anche dopo quindici titoli vinti ed una situazione in dismissione. E’ una situazione diversa che può capitare nonostante l’alto livello della rosa partenopea.
L’Inter può tenere viva la lotta scudetto fino al termine del campionato?
Mi aspettavo un’Inter protagonista, sono certo che lotterà fino alla fine del campionato. L’unica che pensavo fosse più in alto è il Napoli, ma posso comprendere che qualche periodo di crisi possono viverlo anche le grandi squadre.
E sulla Nazionale di Mancini?
E’ una bella Nazionale, che gioca spigliata e con coraggio, con idee. Ha fatto un percorso di qualificazione netto e non si può chiedere di più sui risultati. Potrà darsi stabilità nel gioco e personalità ma hanno dimostrato di essere sulla buona strada.
Ibrahimovic dove andrà a giocare?
E’ un cavallo pazzo nel senso buono. Oltre al Bologna e al Milan, credo abbia qualcos’altro sul tavolo. E’ sempre stato protagonista della sua vita, sceglierà da solo come al solito.
Si aspettava Mourinho al Tottenham? E’ la squadra meno “mourinhana” che ha allenato?
Non sono d’accordo. E’ la scelta migliore che potesse fare: è un club con grande seguito con una splendida tradizione. Stiamo parlando di una squadra che non vince da tantissimo e per Josè è uno stimolo massimo. Mourinho è uno che si adatta presto, lavora perfettamente con il materiale di cui dispone.
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