Burdisso e il segreto della marcatura di Mourinho: “Ci costrinse a votare”
L'ex difensore nerazzurra si racconta e segue l'Inter di Conte: "Vogliamo che torni al vertice"Col cuore diviso a metà, dalla sua Argentina segue le vicende italiane e si tiene aggiornato sull’emergenza Coronavirus ma anche sul calcio. Nicolas Burdisso, una lunga storia in Serie A anche con la maglia dell’Inter, è ospite in collegamento con Sky Sport 24 e tocca tanti temi, tra cui l’andamento della squadra di Conte fino allo stop: “Giudico l’Inter in maniera positiva, seguo Conte da tantissimo tempo e allenare l’Inter non è mai facile, soprattutto dopo tanti cambiamenti come in estate. Ha le idee chiare, sempre ci si aspetta che l’Inter vinca lo scudetto ma sono convinto che l’Inter sia sempre più vicina al vertice e mi auguro sia così perché vogliamo vedere l’Inter lottare per vincere”.
DIFENSORE PIÙ FORTE AL MONDO – “Sono d’accordo con Bergomi, dico van Dijk. L’impatto che ha sul campo lo hanno in pochi. Sta evolvendo insieme alla squadra e secondo me è un calciatore completo e fortissimo. Posso dire anche Marquinhos che continua a migliorarsi ed è un altro dei difensori top”.
DE ROSSI – “Il Boca è stata una scelta calcistica, il suo contributo per lo scudetto è stato grandissimo. Ha portato esperienza e leadership. Dei problemi fisici lo sapevamo, ma quando c’è stato è stato molto importante, ha voluto affrettare il ritorno in campo e poi è andato. Però gli argentini lo apprezzano tantissimo”.
MARCATURA CHIESTA DA MOURINHO – “Mi ricordo bene che eravamo a Brunico, appena arrivato José per parlare del suo metodo. Prima della prima amichevole, abbiamo fatto una riunione e mi ha detto rimanete qui e decidete insieme come marcare sulle palle ferme. Bisogna che siano i calciatori a scegliere, io sono per fare in un modo diverso ma non posso imporlo. La cosa migliore è che scegliete a voi. Abbiamo fatto una votazione, io ho sempre fatto a uomo e alla fine abbiamo fatto così. Lui dava la responsabilità ai calciatori ed era una maniera bella”.
ROMA-INTER DI DIECI ANNI FA – “Quella giornata è indimenticabile, anche di forti emozioni perché giocavo contro i miei amici e contro un allenatore con cui ho un grande rapporto. Abbiamo lottato contro l’Inter su tutto e bisogna dire che quell’Inter era fortissima. Siamo stati vicini allo scudetto storico, ma la cosa più bella che rimane è la competizione contro grandi squadre in un’annata storica. Quell’anno non è stato bello perché non abbiamo vinto alla Roma, ma è stato bello vedere i miei compagni vincere tutto. Dieci anni dopo dico che sarebbe stato bellissimo vincere lo scudetto, ma rimane il ricordo bella di Roma”.
BOMBONERA – “Più che raccontarla bisogna vivere. Quello che lo rende diverso è la gente, è un tempio del calcio. Ma bisogna dire che anche in Italia ci sono tanti grandi stadi e grandi atmosfere”.
“Voglio mandare un grande saluto all’Italia perché ormai mi sento nel cuore italiano. Anche in Argentina stiamo seguendo cosa succede in Italia e quindi voglio mandare questo messaggio” chiude quindi Burdisso.
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