In attesa di tornare in Italia nelle vesti inedite di direttore sportivo, dopo la primissima esperienza positiva già vissuta al Boca Juniors, Nicolas Burdisso continua a seguire con grande interesse la Serie A. L’ex difensore argentino, intervistato questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha spesso parole incredibili ad esempio per l’impresa che sta compiendo l’Inter di Antonio Conte in questa stagione, sottolineando sia i grandi meriti dei tre difensori, ma soprattutto l’intesa tra Lautaro Martinez e Lukaku che sta facendo la fortuna della squadra. Le sue parole:
Segue sempre la Serie A?
“Certo, bisogna restare sempre aggiornati. E ammetto che mi piace molto anche la Serie B: Venezia ed Empoli, ad esempio, giocano benissimo. Ho preso il patentino Uefa per poter lavorare in Europa. Ho avuto contatti con diversi club, ma aspetto il progetto giusto: mi piacerebbe tornare un giorno in Italia”.
Un giudizio sul campionato?
“Io credo che il livello si sia alzato parecchio. Dieci anni fa squadre meno blasonate come Atalanta, Sassuolo o Spezia avrebbero giocato per limitare gli avversari. Oggi comandano il gioco, hanno un’identità precisa, vogliono imporsi sempre, non subire. Prima tutti si sentivano più comodi senza palla. Adesso tutte vogliono controllare il gioco. Cosa c’è di meglio per crescere?”.
A proposito di 10 anni fa: sta per chiudersi il dominio Juve.
“Il cambiamento era nell’aria, la Juve ha vinto per nove anni. Tantissimi, non si può vincere sempre. In tanti si aspettavano prima questo momento, ma ora sono contento che sia l’Inter vicina alla successione. Però devo dire che mi ha sorpreso in positivo la scelta di affidarsi a Pirlo: la gente critica sempre ma sono chiacchiere da bar. Non si può giudicare solo in base ai risultati. Andrea ha fatto vedere cose interessanti, mi auguro che a Torino abbiano la forza di difendere ancora questa scelta”.
Parliamo di Inter: Conte ha registrato la difesa e la squadra ha iniziato a volare. Un caso?
“Certo che no, in tutto il mondo è la difesa a farti vincere i campionati. Nelle competizioni internazionali, con sfide a eliminazione, il discorso cambia. Ma nella lotta sulle 38 giornate, la solidità fa la differenza”.
E in difesa il turnover non si è quasi mai visto.
“Conte non ama tanto cambiare, è chiaro. Alterna gli esterni, ogni tanto qualche centrocampista. Ma dietro e davanti non tocca nulla se non è costretto. Ranocchia e D’Ambrosio sono valide alternative ma Skriniar, De Vrij e Bastoni insieme sono straordinari. Sono complementari, ognuno si sposa alla perfezione con le qualità dell’altro. E qui il merito è tutto di Conte: non saranno felici gli amici interisti del paragone, ma Antonio ha creato pure a Milano la super difesa a 3 che ha fatto la storia recente della Juve. Bisogna pensare di reparto e Conte è riuscito a integrare al meglio le qualità di tutti. I difensori fanno squadra a sé, come le punte…”.
Ci spieghi.
“Lukaku e Lautaro lavorano come fossero una cosa sola. Sempre uno a disposizione dell’altro, distanze giuste, movimenti perfetti. E Conte è stato bravo a trovare il modo di coinvolgerli sempre: sono nel vivo del gioco, la squadra cerca di metterli nella condizione migliore per fare gol. E, dopo, loro sono i primi a sacrificarsi senza palla. C’è chi si stupisce di Lukaku, ma il suo valore era noto. Semmai stupisce la velocità con cui si è ambientato in un campionato duro come la Serie A”.
E Lautaro?
“È straordinario. In Argentina abbiamo tanti grandi attaccanti, ma solo lui e Messi hanno caratteristiche uniche. Il Toro è presente e futuro della Seleccion e dell’Inter: con questa difesa e questo attacco, Conte ha tutto per aprire anche a Milano un nuovo ciclo vincente”.
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