L’Inter non ha mai smesso di cercare un centrocampista dalle doti spiccatamente offensive. Lo ha fatto temporaneamente quest’estate, dopo il clamoroso ribaltone nell’affare Samardzic che ha poi portato a dirottare il budget su Pavard, ma nelle idee della dirigenza la ricerca di quel profilo c’è sempre. Giovane e con un buon numero di gol e assist in canna, da abbinare alla voce “conoscenza del campionato italiano”.
Marotta e Ausilio guardano alla Serie A, dunque. Ed è certo che i fari abbiano illuminato già da un po’ la città di Monza, precisamente l’U-Power Stadium, dove da agosto brilla Andrea Colpani. Classe 1999, il talento bresciano si sta affermando come una delle rivelazioni del torneo.
Giunto alla quarta annata con la squadra brianzola, Colpani quest’anno si è preso la titolarità indiscussa. Un dato su tutti: ha giocato 10 partite (su 10) da titolare, tante quante l’intero campionato scorso, ed è già a quota 939 minuti in campo. Numeri che raccontano come sia ritenuto indispensabile da Raffaele Palladino.
E a proposito di numeri, ce n’è un altro che contribuisce a spiegare perché piaccia tanto anche all’Inter: 5 gol realizzati, media di uno ogni due gare, statistiche da attaccante di primo livello. Riuscirà a tenere questo passo? Probabilmente no (e gli stessi Marotta e Ausilio, sotto sotto, si augurano non ci riesca per mantenerlo alla portata economica…), ma tanto basta per descrivere la sua attitudine e il modo di interpretare il ruolo.
Palladino utilizza un 3-4-2-1 all’interno del quale Colpani agisce stabilmente da sotto punta di destra, sfruttando il suo formidabile mancino. Al suo fianco, si alternano i vari Caprari, Vignato, Machin e Dani Mota, mentre davanti il riferimento varia da Colombo a Maric. L’unica certezza è che Colpani gioca sempre e comunque.
Come dimostra il ruolo che ricopre, parliamo quindi di un centrocampista offensivo, decisivo negli ultimi metri grazie a un gran tiro e particolarmente abile negli inserimenti in area. Fino a questo momento, non è stato mai impiegato in posizione più arretrata, dove la diga di centrocampo è composta dalla coppia Gagliardini-Pessina.
Eppure, come sappiamo, il tecnico nerazzurro non deroga mai dal 3-5-2 ed è per questo che ogni centrocampista acquistato risponde – nella mente di allenatore e dirigenza – a due alternative: o regista o mezzala. Facile che Colpani, per quanto sta dimostrando, appartenga eventualmente alla seconda categoria.
D’altronde, l’età del giocatore permette di pensare non solo a nuovi margini di crescita, ma anche alla possibilità di cambiarne il ruolo, modificarne le caratteristiche, esaltarne alcune e lavorare su altre. Attenzione, siamo ancora alle ipotesi, non è detto affatto che Colpani arrivi effettivamente all’Inter in estate. Ma risulta piuttosto semplice immaginare il suo adattamento al ruolo di mezzala.
Il motivo? Simone Inzaghi è uno specialista nell’arretrare il raggio d’azione dei suoi centrocampisti. Sono tanti gli interpreti nati trequartisti o fantasisti e diventati abili corridori a tutto campo, pur senza rinunciare alla qualità di base. Esempi? Tre su tutti: uno alla Lazio, due all’Inter. Luis Alberto, arrivato trequartista a Roma, con il piacentino è diventato la splendida mezzala che ammiriamo ancora oggi; Mkhitaryan ha fatto il rifinitore per una vita, eppure attualmente l’Inter non può rinunciare a lui, ai chilometri che percorre e alla sua intelligenza tattica in entrambe le fasi; Calhanoglu ha il “10” tatuato sul braccio, ma oggi è il miglior regista del campionato.
Colpani, allora, può diventare la naturale prosecuzione di una tendenza fin troppo costante per essere casuale. Così come casuali non sono quei fari dell’Inter sull’U-Power Stadium.
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