FOCUS – Tre attaccanti per l’Inter… posson bastare?
Calciomercato Inter
Mercato chiuso con tre punte per l’Inter: saranno sufficienti per affrontare le competizioni fino a gennaio?
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“Dieci ragazze per me posson bastare!“. Così esclamava in una famosa canzone di oltre quarant’anni fa Lucio Battisti. In un certo senso è quello che, con il mercato ormai alle spalle, potremmo chiederci per la nostra Inter: basteranno solo tre uomini là davanti fino a gennaio? PRECEDENTI – Dando un’occhiata alla rosa nerazzurra anche i muri si accorgerebbero dell’esiguo numero di calciatori sotto la voce ‘attaccanti‘ e sembra essere unicamente questo il reparto in cui, effettivamente, si poteva e si doveva fare di più. Negli occhi di qualche tifoso della Beneamata (me compreso), infatti, ci saranno ancora gli spettri della sfortunatissima annata stramaccioniana conclusa con il povero Tommaso Rocchi a fare le veci dei vari Milito, Cassano e Palacio, tutti alla prese con problemi muscolari, completamente da solo per la durata di un lungo ed interminabile mese. Senza dimenticare il calciattore John Carew, chiamato a sostituire El Principe dopo il suo gravissimo infortunio, addirittura risultato non idoneo alle visite mediche. TRE PUNTE, TRE COMPETIZIONI – Sfortuna? Sì, sicuramente. Ma non solo. Potremmo considerarlo, infatti, anche un grave, gravissimo errore di valutazione. Già, perchè, adesso come allora, lasciare un allenatore con tre punte per tre competizioni (fermo restando che la fase finale della Coppa Italia avrà inizio solo a metà gennaio, quando il calciomercato sarà riaperto) è sinonimo di stagione a rischio. Chi vi scrive è probabilmente la persona più ottimista di questo mondo e, pertanto, l’obiettivo non è quello di tirarci la sfortuna ed essere catastrofici, ma solo di mettere in guardia dalle scelte, rivelatesi errate, del passato. Con l’Europa League che ci ha riservato l’onere di affrontare due trasferte non esattamente dietro l’angolo (Ucraina e Azerbaijan), sempre a distanza di 2-3 giorni dal campionato, probabilmente sarebbe stato necessario muoversi diversamente (si legga: con più cautela) sul mercato, quanto meno sul fronte attaccanti. LA SITUAZIONE – La certezza (facciamo gli scongiuri) si chiama Icardi, il rebus si chiama Palacio (si spera di rivederlo in campo dopo la sosta delle Nazionali, ma non sappiamo in quale condizione atletica), l’ultimo arrivato si chiama Osvaldo e sembra essersi già ben ambientato negli schemi offensivi di WM, ma un piccolo infortunio agli adduttori lo ha costretto a lasciare il ritiro della Nazionale. Le speranze si chiamano Puscas e Bonazzoli, rispettivamente classe ’96 e ’97, autori di tanti gol e ottime prestazioni con la maglia della Primavera e che certamente riusciranno a collezionare più di qualche convocazione in prima squadra, visto il fitto calendario di impegni in Italia e nel vecchio continente. Insomma, una situazione sicuramente non delle migliori, da tenere sotto controllo. SOLUZIONI E RIMORSI – La soluzione ad un attacco contato è sicuramente quella di adattare un modulo non esattamente offensivo: il 3-5-1-1 o 3-5-2 vanno a braccetto con questa carenza offensiva, perchè altro non si potrà chiedere al tecnico di San Vincenzo, che aveva apertamente lasciato intendere nel post di Torino-Inter di aspettare un rinforzo per l’attacco, che puntualmente non è arrivato. Quello che farà sicuramente più dispiacere ai tifosi sarà il fatto che fino a pochi giorni fa la rosa nerazzurra poteva enumerare almeno altri due giocatori offensivi come Botta e Alvarez. Certo, non due fenomeni, ma pur sempre due elementi in più per il mister, che avrebbero creato senza dubbio meno grattacapi e avrebbero garantito più rotazione in avanti in vista dei numerosi impegni. Va benissimo mandare a giocare il primo (anche se, paradossalmente, avrebbe giocato di più all’Inter), va bene cedere il secondo nelle modalità accordate tra Ausilio e il Sunderland, ma perchè non sostituirne almeno uno? Il giorno dopo la chiusura degli affari c’è stato chi ha detto che avevamo in pugno Bonaventura, poi Biabiany e addirittura Borini, ma niente. Adesso ci ritroviamo, invece, con un pugno di mosche in mano. LA CAUSA – Il motivo di questo mancato arrivo, secondo gli addetti ai lavori, si chiama Guarin: il colombiano, con i suoi 3,4 mln di ingaggio, è uno dei giocatori più pagati della squadra, non di certo quello più al centro del progetto, anzi. Sia a gennaio sia ora è stato chiaro il messaggio che la società ha voluto mandargli: sei di troppo. Adesso, invece, con quanto pesa sulle casse di corso Vittorio Emanuele e con l’ampiamente descritta situazione in avanti, toccherà non solo reintegrare il buon Fredy, ma assolutamente rivalorizzarlo e renderlo il jolly di questa squadra, considerata la sua duttilità tattica come interno di centrocampo e come trequartista a sostegno delle punte. L’Inter, per il blasone che rappresenta, avrebbe l’obbligo di giocare tutte le partite per vincerle. Ma sarà fondamentale capire come spendere le energie e cosa conterà di più tra Europa League e Campionato nel momento in cui sarà necessario fare delle scelte. Per adesso, però, non piangiamoci addosso: il calciomercato è finito e la palla passa al campo, ai fatti, all’Inter, l’unica cosa che conta. Buona stagione, nerazzurri! di Giuseppe Santangelo
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