Intervenuto nel podcast di 4-3-3 per raccontare i suoi primi mesi in maglia nerazzurra dopo il passaggio tanto discusso della scorsa estate a costo zero dal Milan all’Inter, Hakan Calhanoglu ha spiegato anche i motivi che lo hanno spinto a prendere questa scelta. Dai numerosi derby giocati e puntualmente persi a San Siro, alla grande insistenza che ha mostrato Simone Inzaghi durante l’Europeo per averlo a tutti i costi nel suo 3-5-2. Il fantasista turco, poi, ha svelato la grande amicizia stretta sin dal primo giorno con gli olandesi de Vrij e Dumfries. Le sue parole:
INTER – “Il mio contratto era in scadenza. Al Milan ho trascorso quattro anni e rispetto tutti, sono rimasto in contatto con tutti e ho un gran rapporto con le persone che sono ancora lì. Non ho problemi. Ma volevo una nuova sfida per la mia carriera e ho deciso di andare via insieme alla mia famiglia. Sono contento di essere all’Inter, un grande club che ha vinto lo scudetto l’anno scorso e che gioca in Champions League. Sono grato al Milan, sono stato bene lì e non ho problemi con nessuno”.
INZAGHI – “Tutti all’Inter sono molto gentili. Ricordo quando l’allenatore durante l’Europeo mi ha chiamato 3-4 volte. Ha voluto fortemente che arrivassi all’Inter, così come i dirigenti, che mi hanno chiamato e mi hanno parlato del mio futuro in nerazzurro. Sapevo già da prima che l’Inter era una squadra forte, anche perché hanno vinto molti derby contro il Milan, vinceva molto di più dei rossoneri. Mi sono detto: ‘Dai, l’Inter è un’ottima scelta'”.
SPOGLIATOIO – “Sono in ottimi rapporti con tutti, specialmente con Dumfries e de Vrij, dato che loro parlano olandese, che è simile al tedesco. Conoscevo Inzaghi da quando allenava la Lazio, con il suo 3-5-2. Un gioco d’attacco, ho un grande rapporto con lui fin dal primo giorno. Sapevo che i tifosi dell’Inter si aspettavano qualcosa da me, dato che arrivavo dal Milan. Se arrivi qui devi dimostrare qualcosa e ci sono riuscito”.
OBIETTIVI IN STAGIONE – “Non voglio parlare troppo. Ma di certo vogliamo vincere lo scudetto e fare bene in Champions League, dove vogliamo vincere ancora contro lo Shakhtar. C’è anche la Coppa Italia, che vogliamo vincere. Vogliamo vincere tutto, questo è anche il mio sogno. Voglio sollevare tanti trofei e mostrarli ai miei figli dicendo: ‘Ho vinto questo e quest’altro mentre giocavo all’Inter'”.
PUNIZIONI – “Talento o allenamento? Dico sempre 50-50. A Mannheim avevo un allenatore che ogni volta mi faceva provare per molto tempo, e mi diceva sempre che sarei potuto diventare il miglior calciatore di punizioni se avessi lavorato duro. Mi sono allenato tantissimo per arrivare a questo punto. Credo nelle mie capacità in questo fondamentale”.
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