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Calvarese AVVISA Guida: “Juve-Inter è la partita più difficile. Lo ammetto, io sbagliai”

Intervistato da Tuttosport, l’ex arbitro Gianpaolo Calvarese ha parlato di cosa vuol dire dirigere uno Juventus-Inter, mettendo in guardia Marco Guida, che sarà impegnato nel big match di domenica sera all’Allianz Stadium.

Nell’occasione, Calvarese ha ricordato anche la sua direzione di gara nel maggio 2021, molto contesta soprattutto per il rigore concesso alla Juventus, per presunto fallo di Perisic su Cuadrado. Queste le sue parole:

JUVE-INTER – “Certamente, ambire alle partite più belle è da arbitro. Speri nella designazione, da mercoledì a domenica sera l’idea continua a sembrarti bella, poi arriva la gara e, una volta in campo, scopri che l’unico obiettivo è finirla bene. Insomma, non è certo una partita che ti godi. Per esempio, Guida, che arbitrerà domenica, ha l’abitudine di chiudere la riunione prepartita con gli altri arbitri dicendo: “Ragazzi, mi raccomando, divertiamoci”. Ecco, io non sono d’accordo in generale, perché non mi sono mai divertito, è stato sempre un lavoro da affrontare con la massima concentrazione, mi sono divertito dopo se andava bene la partita. Ma Juventus-Inter non è certo una partita da… divertirsi”.

DIFFICOLTÀ – “Partita più difficile? Credo di sì, per vari motivi. Un problema mediatico: è un evento planetario, numeri incredibili. quasi un miliardo di potenziali telespettatori. E poi per motivi di tifo, perché un terzo d’Italia tifa Juve e gli altri due terzi, al di là della loro squadra del cuore, sono tendenzialmente antijuventini. Anche Roma-Lazio è difficile e la guardano in tanti, ma a fare il tifo sono solo romanisti e laziali. Juve-Inter la guardano tutti e tutti si schierano fra juventini e antijuventini. L’agonismo è estremo e i calciatori avvertono questo clima: sia la pressione mediatica, sia la storia della partita, alzano alle stelle il livello agonistico”.

PRECEDENTE PERSONALE – “Se voglio ricordare la gara diretta da me? Sì, mi fa piacere e ammetto che fu una prestazione con qualche errore. È un bene che adesso si possa dire e ammettere. Una volta era un tabù, che per fortuna è stato superato. Non ho gestito al meglio la gara del 15 maggio 2021, fu comunque un momento di crescita e non trovo un’onta ammettere gli errori che non volevano avventaggiare nessuno. Bisogna aver fiducia negli arbitri, anche se sbagliano, ed eliminare la dietrologia per incentivare la cultura calcistica”.

Enrico Traini