Cambiasso a 360°: “Mancini e Mourinho i più importanti per me. Sull’Argentina vi dico che…”
Cambiasso Inter: l’argentino si confessa ai microfoni di Le Buteur
Esteban Cambiasso è in scadenza di contratto con l’Inter e nei prossimi mesi il centrocampista argentino discuterà con la società nerazzurra del rinnovo contrattuale. Il Cuchu è stato intervistato dal quotidiano algerino Le Buteur ed ha parlato del Mondiale che si disputerà in Brasile Nazionali, del momento che sta vivendo nell’Inter, con qualche riferimento al passato. Ecco la sua intervista:
Ci può raccontare la sua reazione quando fu scartato dalla Seleccion di Diego Armando Maradona nel 2010, dopo aver conquistato il Triplete? “Nel calcio sono cose che possono succedere, non dipende tutto solo da noi. Il calcio è differente da altri sport come il tennis dove l’atleta dipende dalla sua racchetta. Nel calcio bisogna essere bravi ma occorre anche piacere ai dirigenti, all’allenatore o al commissario tecnico. Nel 2010, Maradona non mi voleva, ha fatto altre scelte e io le ho accettate, questo è il calcio”.
Nella sua testa c’è ancora uno spazio per il ritorno nella Nazionale argentina? “Certo, più che uno spazio; io vivo la Nazionale in maniera intensa, perché è proprio grazie alla Nazionale che ho potuto fare quello che ho fatto. Se ho firmato con Real Madrid lo devo prorpio alle mie prestazioni nella Nazionale argentina”.
Lei ha conquistato 23 titoli, sono un record in Argentina? “Penso di sì. Molte sono le vittorie che mi hanno regalato felicità. Quando rivedo questi trofei penso sempre di aver avuto una bella carriera, ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato quando ho deciso di giocare a calcio. Alla fine in questo sport l’obiettivo è vincere, giusto?”
Pensa che l’Argentina sia Messi-dipendente? “Non si può dire questo. Certo Leo sarà indubbiamente un grande valore aggiunto, è chiaro che il miglior giocatore di tutti porti qualcosa in più. Al tempo stesso però, sono convinto che una squadra non possa dipendere esclusivamente da un solo giocatore, anche se in questo caso parliamo del migliore del mondo”.
Parliamo di Nazionale algerina, cosa pensa di Ishak Belfodil e Saphir Taider? “Entrambi hanno tanta voglia di crescere e migliorare; prima di arrivare all’Inter hanno fatto esperienza in club minori. In questo momento Saphir è qui a lottare per dimostrare di poter giocare in una grande sqaudra come l’Inter, mentre Ishak ha deciso di andare al Livorno. Sicuramente auguro loro di fare una grande carriera”.
Quali sono i consigli che dà a Taider? “Da vice-capitano cerco sempre di dare consigli ai giocatori più giovani. Chiaramente voi algerini mi chiedete di Taider, ma io cerco di dare consigli a tutti, soprattutto ai giovani. Come me ad esempio si comporta anche Rodrigo Palacio. Personalmente parlo molto in campo, Taider spesso si trova davanti a me e dunque parlo più frequentemente con lui”.
Dopo Zanetti, lei è il giocatore con più esperienza all’Inter. Qual è stato l’allenatore che lo ha segnato di più? “Sono arrivato a Milano con Roberto Mancini, che ha fatto un lavoro impressionante. Lui è arrivato dopo un periodo in cui l’Inter non riusciva a vincere e grazie a lui siamo tornati a vincere tanto. Per me Mancini ha trasformato lo spirito di questa squadra, facendola diventare una squadra abituata a vincere dopo essere stata abituata a perdere. Dopo Mancini, per completare il percorso tracciato, è arrivato Mourinho: con lui abbiamo fatto il salto di qualità definitivo in Europa, abbiamo conquistato la Champions League che mancava da 45 anni. Sono stati loro due a segnare la mia storia all’Inter. Non posso però dimenticare quanto fatto da Leonardo. Lui è arrivato in un periodo difficile, quello del dopo Mou e Benitez. Ha saputo ridare linfa alla squadra e siamo riusciti a vincere la Coppa Italia”.
Parlando invece dei giocatori? “Se dovessi citarli tutti impiegherei troppo tempo… Quando si riesce a vincere tutto come successo a me con l’Inter, voi giornalisti vi concentrate su quei quattro-cinque giocatori che hanno rappresentato la colonna vertebrale della squadra. Per me, però, ci sono tanti giocatori che possono essere ritenuti importanti all’inerno di una squadra, anche se sono meno conosciuti. Chiunque si allena tutti i giorni con grande intensità e viaggia con la squadra anche solo per giocare dieci minuti; chi non disturba l’armonia del gruppo è importante allo stesso modo, anzi può esserlo ancora di più rispetto a un Ibrahimovic, un Eto’o o ad un Milito. Ad esempio, il secondo e il terzo portiere sanno di non giocare ma nonostante questo sorridono sempre, per questo sono altrettanto importanti; anzi per me hanno anche un ruolo più importante di quelli che fanno più notizia”.
Esteban, le auguriamo buona fortuna con l’Inter e con l’Argentina. “Io auguro buona fortuna all’Algeria, ovviamente con Taider e Belfodil. Magari con l’argentina davanti (ride n.d.r).”