É stata un’estate intensa per l’Inter tra il mercato che ha dato dolorose notizie ai tifosi nerazzurri fino al campo che è sempre la voce della verità. Oltre agli addii di Hakimi, Lukaku e Conte (rimpiazzati per ora da Dumfries, Dzeko e Inzaghi), quindi, come è andato il precampionato? Il primo dato è quello dei gol subiti: tra amichevoli e allenamenti congiunti, la squadra nerazzurra ha mantenuto la porta inviolata per ben 6 partite sulle 7 totali. L’unico match che ha visto Handanovic raccogliere la palla in rete è stato quello contro il Lugano, che è stato anche la prima amichevole (finita 2-2, 5-6 d.c.r): star di quella serata? Senza dubbio Martin Satriano.
SATRIANO – L’attaccante classe 2001 è stato uno degli uomini maggiormente sotto la lente d’ingrandimento di mister Inzaghi. Nell’amichevole contro il Lugano è arrivata una rete da grande centravanti che ha iniziato a creare i primi dubbi: ma il ragazzo ha davvero bisogno di andare in prestito? Una domanda a cui non si ha ancora risposta a una settimana dall’inizio del campionato. L’uruguaiano, oltre ai 7 gol complessivi nei due allenamenti congiunti contro Sarnico e Pergolettese, ha messo il timbro anche nella seconda amichevole contro il Crotone ad Appiano Gentile. Che sia la quarta/quinta punta perfetta per l’Inter? Qui potete trovare l’opinione della redazione di Passione Inter.
CALHANOGLU – Arrivato a parametro zero dal Milan, il turco si è messo in mostra nell’amichevole contro il Crotone finita 6-0 per l’Inter: 1 gol e 3 assist per il nuovo numero 20 nerazzurro. Una prestazione da applausi che ha fatto capire a tutti che Calhanoglu sarà uno dei protagonisti della nuova Inter di mister Inzaghi. Il resto del precampionato è rimasto su grandi livelli per l’ex rossonero che nell’ultima amichevole contro la Dinamo Kiev (vinta dall’Inter per 3-0) ha ricevuto chiare indicazioni dal suo tecnico: “Prendi campo, sali per poi andare sull’esterno e attaccare”. Il turco pennella sui piazzati e può diventare letale in fase offensiva. Ma su punizioni e corner occhio anche a Federico Dimarco.
DIMARCO – L’esterno classe 1997 è sicuramente uno dei profili più interessanti per la prossima stagione e il precampionato lo ha dimostrato: Inzaghi gli ha dato da subito fiducia e il gol contro il Crotone e l’assist contro il Parma (match finito 2-0 per i nerazzurri) hanno premiato il tecnico. L’ex Verona sembra essere pronto per il grande salto: da capire quale sarà la gerarchia sulla fascia mancina. Nell’ultimo test prima dell’inizio del campionato, Perisic è sceso in campo dal 1′ e pare essere lui in vantaggio sull’italiano ma la questione non è chiusa qui.
IL NUOVO NUMERO 9 – Fuori dal campo è successa una cosa un po’ importante diciamo: Lukaku al Chelsea. L’ultimo arrivato, insieme a Dumfries, è stato Edin Dzeko che ha proprio ereditato la numero 9 del belga. L’ex Roma non ha avuto molto tempo per mostrare le proprie qualità ma i 45 minuti contro la Dinamo Kiev sono bastati, eccome se sono bastati. Qui potete trovare la nostra analisi della prestazione del bosniaco ma in generale il suo arrivo apre a una nuova era: le corse in profondità devastanti di Lukaku saranno sostituite dalla qualità dei piedi di Dzeko, volta a migliorare il gioco dell’intero organico. Ci sarà da divertirsi.
INDICAZIONI TATTICHE – La squadra nerazzurra è scesa in campo con il 3-5-2 targato Inzaghi. Lo stesso modulo adottato da Antonio Conte ma si è visto da subito la grande differenza d’atteggiamento. L’ultima partita contro la Dinamo Kiev ha evidenziato le grandi diversità rispetto al tecnico salentino. L’Inter ha giocato un grande calcio, concentrato soprattutto nella fascia centrale di campo: scambi veloci tra i centrocampisti (rivedere l’azione dell’1-o di Barella: una delizia per gli occhi), baricentro difensivo molto alto per dominare l’avversario. Gli stessi interni di centrocampo – Calhanoglu e Barella – sembrano essere molto mobili, soprattutto il turco che tende a liberare Brozovic di alcuni compiti di regia. Sui calci piazzati, grazie agli arrivi di Dimarco e Calhanoglu – l’Inter può continuare a essere una delle squadre più pericolose di testa, forse ancora meglio.
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