“Gli italiani non entrano”. Riccardo racconta a Passione Inter il caos di Porto-Inter
La storia di un tifoso nerazzurro rimasto bloccato fuori dallo stadio
Porto-Inter è stata una gara storica per i nerazzurri, che grazie allo 0-0 torneranno dopo 12 anni ai quarti di finale di Champions League. Purtroppo, la partita sarà ricordata ance per i disagi avuti dai tifosi dell’Inter fuori dallo stadio.
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Come raccontato in questo articolo, molti sostenitori nerazzurri non sono stati lasciati fuori dall’Estadio do Dragao, creando una situazione abbastanza surreale. Questo nonostante le rassicurazioni arrivate nel pomeriggio di ieri, dopo una nota ufficiale preoccupante del Porto, uscita sempre nel giorno della partita.
Tra i tifosi che non hanno potuto assistere alla partita, c’era anche Riccardo, presentatosi allo stadio con regolare biglietto e rimasto bloccato all’esterno per svariate ore. Un’avventura senza senso, che ha deciso di raccontate a Passione Inter.
Di seguito la sua storia:
“Ieri mattina è uscita la notizia della possibilità per molti tifosi interisti, che non avessero acquistato il biglietto nel settore ospiti, di rimanere fuori dallo stadio. Con il passare delle ore è venuto fuori che ci bastasse andare allo stadio senza bandiere, sciarpe o altro materiale dell’Inter, per accedere normalmente senza alcun tipo di problema. Io e il mio gruppo una volta arrivato lì abbiamo superato il primo controllo: io avevamo l’ingresso al Gate 11 e lì davanti ci dicono ‘se sei italiano qui non entri’. Abbiamo provato a entrare a con il biglietto e dava errore. Allora, abbiamo cercato di capire con altri interisti il da farsi e ci hanno consigliato di andare in altri Gate. Siamo finiti al 18, quello del settore ospiti. Ci hanno inserito in un pezzo transennato, non con quelli della Curva, ma con quelli provenienti dagli altri settori, insieme a tutti gli altri. Tra noi e il settore ospiti si faceva molta fatica ad entrare. Abbiamo aspettato un’ora e poi abbiamo capito che la partita l’avremmo vista dal cellulare.
Da quel momento in poi, tra chi ha deciso di andare via perché non voleva perdersi la partita e chi cercava di entrare la situazione si è fatta sempre meno semplice. C’erano anche molti anziani e bambini e la situazione si stava scaldando. Noi abbiamo provato a uscire e siamo rimasti ad aspettare per capire come sarebbe evoluta la situazione. Poi abbiamo capito che anche le persone del settore ospiti non riuscivano più a entrare.
Io non avevo sciarpe o maglie, c’era solo un errore sul biglietto, capitato a molti al momento dell’ingresso. Io non mi sono fatto molte idee. Noi siamo stati fuori dallo stadio tutto il primo tempo, vedendo la partita un po’ sul telefono e un po’ non guardandola proprio. A fine primo tempo, la situazione cominciava a essere spiacevole e abbiamo deciso di andare verso l’hotel e poi di andare a mangiare qualcosa. Mi dispiace per le molte persone anziane e per i tanti bambini. Io vado da vent’anni a San Siro e non è mai successo niente del genere. Questa cosa è stata senza senso. Noi abbiamo chiesto alla polizia, ma nemmeno loro sapevano cosa dirci. C’era un via vai di confusione e non si sapeva più cosa fare”.
Sull’assenza di comunicazione e sull’organizzazione: “Io prima di oggi non ho ricevuto alcun tipo di comunicazione. Anche nel settore ospiti non è riuscito a entrare. Noi siamo andati via che c’erano ancora molte persone lì e tante persone stavano tentando di tutto, perché la partita era iniziata e un quinto di settore ospiti doveva ancora entrare. Più tante altre persone, che hanno visto la partita fuori dallo stadio”.
Riccardo ha poi raccontato di non aver trovato motivi di preoccupazione per eventuali disordini durante il suo soggiorno a Oporto: “Io sono arrivato ieri sera e oggi era tutto tranquillo in città. Era come se fosse una partita di campionato. Nessun tipo di problema con i tifosi del Porto, con la Polizia. Non so cosa sia successo per passare dal via libera a bloccare tutto. C’era un clima molto tranquillo”.
Infine una nota amara e un pizzico di rivalsa per quanto successo sul terreno di gioco: “Il rammarico è l’organizzazione. Se uno l’avesse saputo ci saremmo messi l’anima in pace. Passare dalle preoccupazioni della mattina, alle rassicurazioni a poi vedere una roba del genere non ha assolutamente senso. Un vero peccato perché comunque era solo una partita di calcio. Domenica in Inter-Juventus ci saranno tifosi bianconeri di fianco a noi come succede ogni anno. Io ho visto la gara dal 60′ e il karma posso dire che ha fatto il suo effetto”.
Questo il video del racconto di Riccardo a Passione Inter: