Capello striglia Icardi: “Chieda scusa e lo perdoneranno”. Poi il duro attacco a Spalletti
L'ex tecnico di Milan e Juventus ne ha per tutti nella querelle tra l'attaccante e il clubFabio Capello, dagli studi di Sky Sport, ha detto la sua sulla situazione di Mauro Icardi con l’Inter: “Icardi dovrebbe andare nello spogliatoio, parlare con i compagni, chiedere scusa e i calciatori che sanno che è importante possono accettarlo – ha dichiarato l’allenatore – Io credo che bastino le scuse perché tutti i calciatori vogliono vincere. Se tu fai un atto dovuto, secondo me anzi verrebbe accettato e ammirato perché devi avere il coraggio di dire: ‘Ho sbagliato’, e magari ridargli la fascia da capitano. Perché quando uno ammette i propri errori è un atto molto importante”.
Un Capello, dunque, che invoca la via delle scuse e del perdono. Continua poi: “Lui si sta danneggiando da solo in questo momento. Perché non si può pensare che un calciatore si curi e non giochi. Io ne ho avuto uno che per tre mesi non è mai voluto entrare. Lui si elimina da solo e quindi si danneggia, fose questo dovrebbero capirlo quelli che gli stanno attorno. Deve tornare umile perché l’Inter ha bisogno di lui e lui ha bisogno dell’Inter”.
“Secondo me sono arrivati a questo punto perché non sono stati attenti in quei momenti in cui veniva fuori un po’ di cancrena tra giocatore, allenatore e spogliatoio – continua Capello, provando a ricostruire le cause della rottura – Hanno parlato sicuramente tutti un po’ troppo. Dopo il comunicato ufficiale, bisognava dire basta: c’è il comunicato, non parliamo più. Ma precedentemente qualcosa nello spogliatoio si è rotto perché l’impegno visto nella squadra dopo la sua esclusione è un impegno che non si è mai visto. E l’allenatore e lo staff devono capirlo, e non devono arrivare a questo punto. Devi fare una riunione, chiamare la gente, e dire: signori, vuoi giocare? Devi fare questo e questo. Io ho fatto riunioni con i calciatori quando qualcosa non andava. Un allenatore capisce come funziona lo spogliatoio. Io come allenatore non faccio intervenire la società – conclude – perché vuol dire che non ho la personalità di prendere una decisione”.