È durata quasi due ore la testimonianza di Javier Zanetti alla Squadra mobile milanese in merito all’inchiesta “Doppia Curva” sugli ultras di Inter e Milan. Il vicepresidente nerazzurro ha risposto a tutte le domande e i contenuti vengono riportati oggi dal Corriere dello Sport sotto forma di virgolettato.
“Sono 30 anni che sono nell’Inter, come calciatore e come dirigente, e li ho conosciuti un po’ tutti. Perme sono sempre stati Marco, Andrea, Mauro. Ragazzi della curva, tifosi“. Sulla presunta “soffiata” agli ultras in merito all’inchiesta nei loro confronti, Zanetti è stato chiaro: “L’ho letto sui giornali, ma smentisco di aver mai detto, o saputo, nulla del genere“.
Sulla vicenda biglietti per la finale di Champions League a Istanbul: “Sono stato uno dei tanti a cui i tifosi si sono rivolti. E dopo averli ascoltati ne ho parlato con la società, come ritenevo opportuno fare: solo con gli Slo. Per i tifosi sono sempre stato uno dei punti di riferimento. Ogni volta che si presentava un problema, una grana, ero io a dare ascolto a istanze e richieste. Dando però ogni volta il giusto peso, senza mai sentirmi costretto a fare nulla contro il mio volere o gli interessi della società. Il mio, lo ribadisco, è sempre stato più un ruolo di rappresentanza più che di sostanza nel club, una bandiera a cui i tifosi si potevano rivolgere“.
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