Cassano: “Sogno di diventare direttore sportivo, mi ispiro ad Ausilio. Riprendere a giocare? Una follia!”
Fantantonio ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera per parlare del suo futuroAntonio Cassano, ex attaccante dell’Inter e noto tifoso nerazzurro, si è concesso ai microfoni del Corriere della Sera parlando del suo futuro e del suo nuovo possibile ruolo all’interno del mondo del calcio.
Il futuro: “Forse mi impegnerò di più in televisione. O magari mi dedicherò ad un’altra mia grande passione e mi metterò a fare il direttore sportivo. Mi piace da quando ho messo piede a Coverciano per prendere il patentino. Mi piace osservare i calciatori e capirne le qualità. Mi colpiscono aspetti che magari ad altri sfuggono: un passaggio tra le linee, un’apertura di 30 metri. A volte basta questo. È facile spendere un sacco di soldi per chi segna una valanga di gol, ma spesso serve altro. Ho parlato sei mesi fa con Ferrero, c’era una possibilità con la Samp. Ci saremmo dovuti rivedere tra aprile e maggio. Il mio passato? Io non sono come 10 o 20 anni fa: ho un’altra testa e altre idee, sono più riflessivo. Mi si metta alla prova, firmo anche in bianco”.
L’esempio da seguire: “Ausilio, perché sa vedere i calciatori prima degli altri. Ha pescato Kovacic a Zagabria, Lautaro in Argentina. Avrà commesso qualche errore, ma chi è che non sbaglia mai”.
Il consiglio su Chiesa: “Punto su di lui: si può adattare a ogni modulo, gioca esterno nel 4-4-2 e nel 4-3-3, anche seconda punta. E non è vero che segna poco, anzi: in tre anni e mezzo ha fatto 30 gol partendo dalla fascia”.
Bielsa e Allegri: “Da ds sceglierei Bielsa. Non è un caso che Guardiola e Pochettino lo ritengano il numero uno. E anch’io crescerei lavorandoci assieme. Strano lui, strano io: nascerebbe un rapporto speciale. È un rivoluzionario, ha anche umiltà. E gioca il calcio che mi piace, perché attacca con tanti uomini. Allenatori italiani? Allegri, perché ama la tecnica. È l’unico che parla sempre di qualità. Anche lui ha un’idea offensiva del calcio”.
L’elogio ad Adani: “Lele è il Messi degli opinionisti. Se gli chiedi di un calciatore dell’Ecuador o del Guatemala, lui ti dice con quale piede calcia, quali lacune ha. Non so cosa sia successo tra lui e Max, ma se si mettessero mezzora a un tavolino scoprirebbero di vedere il calcio allo stesso modo”.
La ripresa del campionato: “Io lo fermerei. Come fanno a ricominciare atleti che sono fermi da due mesi? Dovrebbero giocare ogni tre giorni, ci sarebbero infortuni a raffica: una follia. Negli spogliatoi ci sono 50 persone: come si fa ad azzerare il rischio? Ci sono interessi importanti in ballo, ma non bisogna esagerare”.
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