Denzel Dumfries non ha dovuto raccogliere un’eredità leggera. L’esterno olandese ha infatti preso il posto di uno tra i migliori, se non addirittura il migliore, esterni destri al mondo, Achraf Hakimi. Arrivato per una cifra piuttosto bassa, Dumfries sta finalmente dimostrando il proprio valore con prestazioni convincenti e continuative, che hanno sbugiardato tutti i suoi detrattori iniziali.
Dumfries infatti, exploit con il Bologna a parte, ha faticato molto nei suoi primi mesi all’Inter. Veloce sì, ma molto impreciso e goffo nei movimenti, erano stati scomodati paragoni imbarazzanti per lui, battezzato immediatamente da rivali e soprattutto tifosi nerazzurri poco pazienti come “bidone”. Il campionato italiano però, anche se alcuni fingono di non vederlo, è ancora il più difficile in Europa. Non il più competitivo, non il più alto di livello, ma sicuramente il più tattico e complesso da digerire quando si viene da altri paesi. Forse hanno tutti dimenticato quanta fatica fece ad inserirsi lo stesso Hakimi nell’Inter di Conte. Denzel veniva dal PSV, dall’Olanda, dove si punta molto più sull’attacco e sullo spettacolo e meno sulle diagonali difensive.
Eppure Dumfries, che ha toccato il fondo della propria esperienza nerazzurra sinora con l’intervento in ritardo su Alex Sandro che ha regalato il rigore del pareggio alla Juventus al 90 esimo di Inter-Juve, ha dimostrato di avere le spalle larghe. Ha perso la maglia da titolare a favore di Darmian ma si è fatto trovare pronto quando il compagno si è infortunato. Si è messo a lavorare sodo, a smussare i propri errori. E a correre. Le ultime settimane sono state trionfali per Dumfries che ha acquisito sicurezza. Ora non tentenna, non fa il retropassaggio di un metro per pausa di sbagliare.
Ora affonda, scatta, dribbla e crossa ai compagni. E con un gran piede tra l’altro. Il brutto anatroccolo è diventato cigno e sembra essersi liberato della goffaggine. Dopo il primo goal con la Roma è stato un crescendo di prestazioni maiuscole, sia dal primo minuto che dalla panchina. Goal e assist a profusione, uno più apprezzabile dell’altro. E pesanti anche, come la rete da tre punti contro il Torino o l’assist al bacio di ieri sera per Dzeko.
Denzel si è preso una bella rivincita e non ha certo voglia di fermarsi qui. I margini di crescita sono ampissimi, se si pensa che fino a qualche anno fa giocava nelle divisioni dilettantistiche olandesi e ora invece è uno degli esterni destri più in ascesa del momento. Nessuno avrebbe mai pensato che al giro di boa del campionato, specie dopo i rispettivi avvii di stagione, Dumfries all’Inter avrebbe dato di più di Hakimi al PSG. Ma il calcio è strano si sa. E Dumfries è un ragazzo d’oro, che fa dell’impegno la sua principale virtù. E si sa, piedi buoni e corsa, valgono poco se non sono supportati da una testa sufficientemente coinvolta. Perciò vola Dumfries, continua ad arare quella fascia destra. Che di detrattori da zittire e di fegati da far scoppiare ce n’è sempre.
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