Chiusura curve, c’è chi dice no: due politici si oppongono
Ormai da tempo tiene banco la situazione che vede la chiusura curve in Italia. Dall’inizio del campionato abbiamo sentito le parti più calde del tifo nostrano inneggiare al fantomatico ?razzismo territoriale?, perennemente punito dalla Lega Calcio, con turni di squalifica multe e altro ancora. Sembrerà un controsenso, ma in un Paese in cui uno dei partiti che – purtroppo o per fortuna, a seconda delle vostre preferenze – per 20 anni è stato al Governo ha inveito contro chiunque fosse nato al di sotto del Sacro Po, il termine razzismo territoriale lo si usa solamente dopo una partita di calcio. Dopo la conferma della chiusura della Curva Sud per la partita tra Roma e Inter hanno trovato il tempo di esprimere il proprio parere due volti noti della politica italiana. Il primo, Michele Cicchitto, dell’ NCD ha dichiarato: “E? del tutto inaccettabile che in seguito all’irresponsabilita? di nuclei comunque minoritari di tifosi decine di migliaia di abbonati sono privati dello spettacolo calcistico per il quale hanno pagato fior di quattrini. Inoltre queste norme sembrano fatte apposta per ricattatori che possono mettere il coltello alla gola alla dirigenza delle società. A nostro avviso la sostanziale chiusura degli stadi e? soluzione peggiore. Un eccesso di politicamente corretto sta producendo effetti cosi? imprevedibili che tutta la materia va rivista”. Il secondo, Ignazio La Russa dei Fratelli d’Italia, ha commentato: “Immaginare le partite senza pubblico o quasi è veramente una stupida applicazione di norme, forse, comprensibili nelle motivazioni teoriche, ma che producono solo ingiustizia. Il diritto prevede che le sanzioni si applichino solo a chi viola una norma. E’ sbagliato colpire chi è colpevole solo di stare seduto vicino a coloro che trasgrediscono le regole: giuste o sbagliate che siano. Meglio un colpevole impunito che mille innocenti penalizzati”. Parole che criticano apertamente le decisioni del giudice sportivo in questa stagione, che hanno punire la totalità dei tifosi e non solo i responsabili.