Chivu: “Juventus, che ossessione il Triplete. Mou è unico. In Serie A poco spazio ai giovani”
La Roma, l'Inter, Mourinho, la Juventus: nell'intervista di Cristian Chivu c'è tutta la sua carriera italiana. Carriera che poteva spezzarsi a pochi metri dal traguardo più bello...Il difensore rumeno che ha legato il suo nome alla Serie A, prima giocando con la Roma e poi dominando con la leggendaria Inter del Triplete, ha rilasciato una bella intervista a Repubblica, che qui di seguito vi riportiamo:
BIANCONERI OSSESSIONATI DAL TRIPLETE – “Credo puntino a quello, hanno ancora l’ossessione del nostro triplete, gli brucia un po’… Ma è una società sana, seria: anni e anni di preparazione, vedi lo stadio di proprietà. Allegri, come tutti i tecnici italiani, sa preparare una squadra per vincere in Europa. Ma è difficile combattere contro chi spende ogni 6 mesi centinaia di milioni per prendere i migliori. Da voi ci sono allenatori attenti a ogni dettaglio, e questo a volte fa la differenza. Ma una squadra come il Barça ti ammazza con la qualità . Il gap non è mai stato così ampio”.
CHAMPIONS ITALIANA – “Non basta essere forti, ci vogliono tante altre cose per vincere la Champions. Il Barcellona del 2010 era la squadra migliore mai esistita. Ma vincemmo noi: eravamo insieme da anni, era arrivato Mourinho, che aveva fatto insieme alla società un mercato mirato per migliorare la squadra anche in Europa”.
LA ROMA – “Dopo l’andata pensavo ce l’avrebbe fatta, l’1-1 le andava stretto. Non sono riusciti a tenere quello spirito, a mantenere la calma. Succede, ma uscire ai preliminari condiziona pure il mercato. E ora ha l’Europa League: non è facile, ti toglie energie, giochi giovedì, fai lunghi viaggi”.
INGHILTERRA O ITALIA – “Il vostro calcio è affascinante. Ma ha bisogno di modelli. Quando venni io le big lottavano ogni anno per la Champions. C’era gente come Maldini, Costacurta, Nesta, Cannavaro, i difensori più forti al mondo: tutti volevano giocare contro di loro. Erano fonti di ispirazione. Oggi il blocco Juve è forte, ma con tutto il rispetto non è la stessa cosa. I modelli d’ispirazione sono in Spagna o in Germania. In Italia le grandi non danno spazio ai giovani: gli ultimi sono stati De Rossi e Aquilani a Roma, Marchisio e Chiellini alla Juve”.
MOU SENZA GIOVANI – “Ma c’era Mourinho: quell’anno mi infortunai alla testa, non sapevo nemmeno se avrei giocato ancora. A tre settimane dalla finale Champions mi disse: le ultime due di campionato non le giochi, mi servi in finale. Per quella partita allora ero prontissimo. Lui era così. E funzionava”.