Cinque cose che abbiamo imparato da Bologna-Inter 1-0
L’Inter cade a Bologna, ancora una volta. E per l’ennesima volta in questo 2023 getta immediatamente alle ortiche l’entusiasmo derivante da un risultato importante ottenuto pochi giorni prima. Decide la rete di Orsolini che approfitta della disattenzione difensiva nerazzurra dopo l’errore di D’Ambrosio. Come di consueto, dunque, andiamo a vedere cinque cose che abbiamo imparato da Bologna-Inter 1-0.
L’INTER VA A CORRENTE ALTERNATA
La questione è soprattutto nella testa, ma questo lo abbiamo capito ormai dall’anno scorso. Ed il problema sta proprio qui, nel fatto che situazioni simili tornino a ripetersi ancora. La corsa per la qualificazione alla prossima Champions League, vitale per il futuro del club, è aperta. Non si può pensare di centrarla solamente vincendo big match.
IL VERO PROBLEMA DELL’INTER È IL GOL
Fa strano dirlo, visto che comunque l’Inter di Inzaghi ha sempre ottimi numeri offensivi. Ma ne parliamo da mesi: se per mettere in porta un tiro servono almeno 5 occasioni, diventa dura. Lautaro, Lukaku e Dzeko: ognuno di loro ha avuto una buona occasione per segnare, nessuno ne ha approfittato. La sensazione è che comunque il Bologna avrebbe potuto rimanere in partita e far bene, ma i gol nascondono sotto al tappeto tanti problemi e cambiano le stagioni.
LAUTARO MARTINEZ SI PRENDE LA FASCIA
A metterci la faccia con dichiarazioni forti nel post-partita è stato Lautaro Martinez, un altro segnale di come la fascia da capitano al braccio la stia virtualmente già vestendo lui in vista di un cambio di leadership piuttosto marcato all’interno dello spogliatoio.
INZAGHI SOTTO OSSERVAZIONE
Se gli attaccanti sbagliano quei gol e la difesa regala quel pallone a Orsolini, di sicuro le responsabilità di Inzaghi vanno “ricalibrate”. Ma in trasferta il bollettino è da mani nei capelli: 5 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte con 19 gol fatti e 22 gol subiti. In campionato le sconfitte salgono a 7. Per quello visto fino ad ora, è plausibile pensare che ne possano arrivare anche altre, a meno di clamorose riprese nel finale di stagione. Inevitabile che finisca in discussione, nonostante ad oggi sia, per risultati, il secondo miglior allenatore in Italia dietro Spalletti (che è fuori dalla Coppa Italia). Il fatto che a ottenere risultati non pienamente soddisfacenti sia in buona compagnia, non lo scagiona del tutto.
OCCHIO A THIAGO MOTTA
I giusti meriti vanno dati anche all’avversario, che con Thiago Motta ha finalmente trovato la quadra e ora sogna addirittura l’Europa. Un eccezionale centrocampista, sottovalutato nei risultati da allenatore ma che ora, con una buona squadra, si sta meritando i riflettori. Pensare che c’è chi lo vorrebbe al PSG. Teniamolo d’occhio.