18 Agosto 2024

Cinque cose che abbiamo imparato da Genoa-Inter 2-2

L'analisi del pareggio di Marassi

TRIDENTE, SI PUÒ?

Al 75′ Simone Inzaghi ha sorpreso tutti, al momento di utilizzare il secondo slot per le sostituzioni. Non tanto per chi ha fatto l’ingresso in campo, ovvero Mehdi Taremi (cambio scontato già alla vigilia), quanto per chi è stato sostituito. Fuori Hakan Calhanoglu e non un attaccante, dunque tre punte pesanti in campo. Non è la prima volta che Inzaghi ricorre al 3-4-1-2 a partita in corso, ma se l’anno scorso la soluzione veniva utilizzata con un trequartista praticamente di ruolo come Alexis Sanchez, adesso è stato Lautaro Martinez a indossare i panni (forse un po’ scomodi) del numero 10.

Il nuovo assetto ha semplicemente confermato le impressioni già formatesi durante la partita: il capitano è ancora fuori forma (zero minuti giocati in amichevole), Marcus Thuram è già straripante. Ieri il francese ha trascinato l’Inter e anche Taremi è entrato nell’azione del gol con un velo intelligente. In generale, l’Inter ha perso parecchio equilibrio pur acquisendo peso offensivo e ovviamente – subito dopo il gol – Inzaghi ha subito ripristinato il 3-5-2 per tornare ai soliti meccanismi.

L’allenatore ha già annunciato di voler riprovare questo assetto, che però sembra un po’ forzato e dettato dalla mancanza di una seconda punta che possa vestirsi da rifinitore: ciò che sarebbe stato Albert Gudmundsson. E qui veniamo all’ultimo punto, che tocca d’altronde i due appena trattati.

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Autore:
Simone De Stefanis

Classe 1996, laureato in Comunicazione e Tecnologie dell'Informazione, in Passione Inter dal 2023. È diventato davvero interista in un nefasto pomeriggio di maggio del 2002: aveva il sogno di vedere l'Inter vincere tutto. L'ha realizzato, ma crede fermamente che riviverlo non sarebbe monotono.