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Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Verona

L’Inter vince di misura contro il Verona, agganciando la Juventus in classifica e portandosi a meno uno dal Milan. A decidere la partita Lautaro Martinez, sicuramente il più in forma di questo gennaio per l’Inter. In vista della Supercoppa contro il Milan di mercoledì, ecco, come di consueto, le cinque cose che abbiamo imparato dalla partita di ieri.

Lautaro è un leader

Lautaro Martinez (@Getty Images)

Lautaro segna ancora, per la terza partita di fila in questo inizio anno, e dimostra di essere un leader. Non sarà una macchina da goal perfetta, ma l’impegno che mette su ogni pallone è un esempio per tutti. Il Toro si incepperà anche in zona goal, ma quando la palla pesa la mette dentro e fornisce prestazioni da calciatore totale. In attesa di un eventuale risveglio di Lukaku, questa Inter è Lautaro-centrica. Il 10 è il centro di gravità attorno a cui ruotano le sorti dell’intera stagione. Speriamo possa essere altrettanto decisivo anche in Supercoppa contro il Milan.

Altro arbitraggio imbarazzante, ma nessuno alza la voce…

Fabbri (@Getty Images)

Dopo l’arbitraggio di Sacchi a Monza, costato due punti all’Inter, ci si mette anche Fabbri. Una sequela di errori incredibile, come evidenziato anche nella nostra moviola. Fortunatamente questa volta non si dimostrano decisivi ai fini del risultato, ma gli sbagli restano e sono anche piuttosto pesanti. In casa Inter però nessuno si lamenta e piange come fanno invece da altre parti. Contro il Monza alzare la voce era doveroso, eppure gli errori contro l’Inter, non hanno eco, non fanno notizia. Anche a causa del fatto che nessuno tra i nerazzurri fa troppo rumore a riguardo. Le polemiche si spengono subito, mentre dall’altra sponda del naviglio c’è ancora chi piange per l’errore di Serra di un anno fa. Numeri e arbitraggi alla mano però, forse converrebbe farsi sentire di più, altrimenti poi i risultati sono questi, con un’Inter ancora una volta penalizzata.

Gagliardini come Sanchez: addio già scritto

Gagliardini

L’uscita di Gagliardini di ieri sera, sicuramente evitabile a ridosso di una partita importante come la Supercoppa, sancisce praticamente il suo addio all’Inter. Sorprende non solo per modo e tempistiche però, ma anche per il calciatore protagonista dello sfogo. Tutti hanno diritto di lamentarsi per il poco minutaggio. Tutti hanno diritto di voler giocare. Però bisognerebbe anche avere l’umiltà e l’obbiettività di capire i propri limiti, di capire di “non essere da Inter”. Pretendere di giocare sempre dopo le prestazioni fornite negli ultimi anni, in particolare negli ultimi mesi, è quantomeno curioso.

Calha e Barella sono pronti per la Supercoppa

Nicolò Barella e Hakan Calhanoglu (@Getty Images)

Buone indicazioni per Inzaghi dai centrocampisti acciaccati, Calhanoglu e Barella. Entrambi in campo ieri sera, potranno partire dal primo minuto in Supercoppa contro il Milan. Una notizia che fa tirare un sospiro di sollievo in casa Inter, specie visto che invece Brozovic non partirà nemmeno per Riad. Per una partita simile era essenziale ricomporre almeno una parvenza di centrocampo titolare e così sarà. Bene così.

Una vittoria pesante per mettere pressione a Milan e Juve

Lautaro Martinez ed Edin Dzeko (@Getty Images)

La vittoria di ieri è doppiamente importante. In un momento in cui tutte le big, Napoli a parte, sono in difficoltà, era importante dare un segnale e mettere pressione alla concorrenza. Aver agganciato la Juventus e messo nel mirino il Milan significa molto in ottica lotta per la zona Champions League. Senza contare che, oltre alla pressione psicologica in Serie A, questi tre punti possono pesare anche in ottica Supercoppa. Il Milan sembra essere parecchio in difficoltà e lo si è visto benissimo nelle ultime uscite in campionato e in Coppa Italia. Batterli in Supercoppa potrebbe essere la mazzata definitiva per mandare KO un avversario già barcollante e tramortito.

Pietro Magnani

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