L’Inter esce con solo un punto e senza goal da Marassi. Una prestazione scialba, incolore, come spesso capitato con squadre sulla carta più deboli. Ecco, come di consueto, le 5 cose che abbiamo imparato dalla partita di ieri sera.
Barella deve darsi una calmata. Il suo atteggiamento insofferente, che ha da sempre ma che sotto la guida di Inzaghi è letteralmente esploso, va tenuto a bada. Bisogna affrontare la questione prima che diventi eccessivamente dannosa. Il malcelato senso di superiorità che lo contraddistingue ora è fin troppo evidente. Sbraccia, protesta e accusa all’indirizzo dei compagni in maniera fin troppo plateale (come se anche lui non si rendesse protagonista di erroracci nelle giornate storte, tra l’altro).
La reazione di Lukaku è stata sicuramente eccessiva, ma va detto che, quando le cose non vanno per il verso giusto, vedere quello che dovrebbe essere un tuo compagno e trascinatore comportarsi così, certamente non aiuta. Le discussioni con i compagni possono capitare, ma così Barella se le va proprio a cercare. Manco stesse offrendo prestazioni clamorose vanificate dai compagni ultimamente…
Barella è il beniamino dei tifosi, ma bisogna anche essere obbiettivi: deve darci un taglio. Perché il suo atteggiamento è solamente dannoso per i risultati della squadra.
C’era una volta la LU-LA. La straordinaria coppia d’attacco dell’era Conte finora sotto la guida Inzaghi non ha inciso. Certo, Lukaku è ben lontano dall’essere il devastante attaccante di un tempo, ma i due sembrano proprio non riuscire più a trovarsi. Si cercano poco e in quelle rare occasioni sbagliano i passaggi o non si intendono. Una situazione che si spera con l’aumentare delle presenze del belga si risolva. Ma al momento quella che sulla carta poteva essere la coppia d’attacco più devastante della Serie A, latita.
Lo spartito non cambia: l’Inter prende sotto gamba le squadre medio piccole e non sfonda. La mancanza di estro, di qualcuno in grado di accendere la luce e saltare l’uomo (come sarebbe stato Dybala…) penalizza enormemente i nerazzurri contro chi chiude gli spazi. Se ci aggiungiamo anche una malcelata arroganza quando si affrontano avversari, sulla carta, inferiori, la frittata è fatta: grandi (a volte) con le grandi, piccoli con le piccole.
Il tecnico nerazzurro col 3-5-2 ci apparecchia tavola e arreda la casa, ormai lo abbiamo capito. Però questo suo attenersi tanto ai propri dogmi, non fa sempre il bene dell’Inter, anzi. Quando numericamente non si hanno gli uomini per interpretarlo al meglio, per infortuni o altro, bisognerebbe anche avere la lucidità di evolversi, cambiare pelle. Anche perché, non avendo giocatori dotati di immenso estro per “spaccare” le partite, così si diventa eccessivamente prevedibili. E facilmente arginabili.
Una piccolissima luce in una serata storta: la porta inviolata in trasferta. Dopo 14, si avete capito bene QUATTORDICI, partite fuori casa con almeno un goal al passivo, la maledizione è stata spezzata. Certo contro la Sampdoria e in una partita giocata su ritmi fin troppo blandi. Non un banco di prova clamoroso, tutt’altro, ma perlomeno che dà un minimo di fiducia lato difensivo.
Certo è che se per evitare di prendere goal l’attacco deve uscirne tanto spuntato, forse non ne vale troppo la pena…
Tutte le informazioni utili per seguire la gara
Il nostro approfondimento sugli interisti ceduti in prestito
Si accende il duello
L'ipotesi per il trasferimento a gennaio