FOCUS – Continuità, quella sconosciuta
Classifica Inter Serie A, forse meglio non vederla. Serve disperatamente continuità di risultati: il terzo posto dista solo 6 lunghezze.
15 partite, 5 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte, per un totale di 20 punti, 23 gol segnati e 21 subiti. Recita così la classifica del campionato nerazzurro, una classifica in cui l’Inter si trova sì in testa, ma nella parte di destra. Nonostante l’undicesima posizione occupata dalla squadra di Mancini, la Champions League è distante solo e soltanto 6 punti, ma quello che rende più difficile la risalita della Beneamata è la ressa in direzione terzo posto. Sono, infatti, addirittura otto le squadre davanti all’Internazionale in corsa, almeno per ora e punti alla mano, per il gradino più basso del podio.
Una classifica giusta quella dell’Inter, all’insegna dell’equilibrio tra le vittorie, i pareggi e le sconfitte, ma soprattutto, ahinoi, all’insegna del 5, il numero che contraddistingue la mediocrità, sia quella della squadra nerazzurra sia quella della Serie A. Un campionato nettamente spaccato in due: da una parte le due prime della classe che si contendono il titolo, dall’altro il resto del mondo ad inseguire nella confusione più totale un posto per l’Europa che conta e anche per quella che conta un po’ di meno. Sono saltati tutti gli schemi: al momento la corsa per le due coppe continentali è apertissima. Basta una giornata e il Sassuolo ti scavalca. Ne passa un’altra e l’obiettivo stagionale del club di Thohir ritorna fattibile.
Diciamoci la verità: per quanto fatto vedere finora, i colori nerazzurri non meriterebbero nella maniera più assoluta un piazzamento così ghiotto come il terzo posto. Ma tant’è la mediocrità di questo torneo che chi ci sta davanti ha voluto darci non una, ma tante di quelle opportunità per risalire la china. E all’ennesimo tentativo, finalmente, la Beneamata ha risposto presente. Un’Inter corsara in quel di Verona, un’Inter ancora non bellissima, ma sicuramente senza fronzoli, cinica, con qualche rischio di troppo e alcune individualità in più a fare la differenza. Ci sarebbe da mangiarsi le mani per quanti punti sono stati letteralmente buttati via. Punti, peraltro, buttati all’aria in occasioni assolutamente sbagliate (si vedano le sconfitte con Cagliari e Parma). Punti lasciati per strada anche in circostanze in cui, probabilmente, avremmo meritato di portare a casa delle vittorie (i pareggi con Napoli e Verona tra le mura di casa sono l’emblema). Già, le mura amiche di San Siro, quelle che ai tempi d’oro rappresentavano la roccaforte dell’Internazionale e che, invece, quest’anno sono state teatro di 3 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, delle quali l’ultima, il dramma psicologico andato in onda contro l’Udinese di Strama, difficilmente andrà via dagli occhi dei sostenitori nerazzurri per come si è palesata. Un’illusione: 45′ di calcio ritrovato e 45′ di blackout totale, sintomo del fatto che i problemi di questa squadra, oltre che di natura puramente tecnica, sono indissolubilmente legati alla psiche e, spesse volte, alla mancanza di esperienza.
Ma nonostante tutto, ci siamo. Siamo lì, la classifica non è delle migliori e sarebbe meglio non vederla. Sarebbe meglio dimenticare quello che è stato finora e ripartire dalla vittoria di lunedì sera. Una vittoria convincente, che dovrebbe essere l’ennesimo trampolino di lancio per una squadra a cui, più di ogni cosa, è mancata la continuità. Mai più di 2 vittorie di fila e, di conseguenza, nessuna possibilità di incamerare punti utili a smuovere la classifica. Una squadra che alterna lucidità e amnesie (di più la seconda sicuramente) e che è arrivata al punto di essere obbligata ad invertire la tendenza se vuole approfittare dei regali delle concorrenti. Serviva come l’aria una vittoria, che da quando il Mancio ha deciso di sedere nuovamente sulla panchina nerazzurra non era ancora arrivata, quanto meno in campionato. Serviva una vittoria così come quella del “Bentegodi“, col rischio, non facile, che oltre ai 3 punti consegnasse ai nerazzurri anche un bel carico di fiducia e autostima, componenti fondamentali in una squadra in costruzione e fatta da tanti ragazzi giovani. Serviva una vittoria per smuovere la classifica e rendere l’obiettivo Champions sempre alla portata, nonostante momenti davvero disastrosi. D’altra parte, 6 punti si possono recuperare alla grandissima in oltre cinque mesi. Serve solo una cosa: la continuità di risultati. Che non significa che bisogna vincere le restanti 23 giornate (oddio, magari). Significa per lo più dare un seguito ad una bella vittoria come quella di lunedì, possibilmente in termini di risultati, ma specialmente di prestazioni. Certo, in questo momento del torneo, perdere giocando bene serve davvero a poco, perchè quello che conta di più è accorciare su chi ci precede, in qualsiasi modo. Dopo le vittorie arriveranno anche le belle prestazioni. Perchè una vittoria può fare tanto, può aiutare molto chi alla prima sconfitta si è sciolto come neve al sole.
Il calendario di certo non è dei più semplici adesso, in quanto ci apprestiamo ad affrontare prima la Lazio e poi la Juventus a Torino. Ma avremmo dovuto cogliere al volo certe opportunità che ci sono capitate e che abbiamo buttato al vento. Ma fanno parte del passato. Facciamo come se la stagione fosse iniziata lunedì per noi, con 6 punti da recuperare, come fossero una penalizzazione per quanto poco di buono si è visto. Il mister ci crede, i ragazzi ci credono, i tifosi, chi più chi meno, ci hanno sempre creduto. Pertanto, è arrivato il momento di suonare la carica e darsi una svegliata: iniziamo a fare sul serio!
Forza Inter, sempre!
di Giuseppe Santangelo