Colantuono: “Le assenze? Non mi piango addosso. Inter sfortunata”
E’ tempo di vigilia in casa Atalanta: arriva così anche per Colantuono il momento di fare un bilancio della settimana e di svelare agli addetti ai lavori le condizioni dei bergamaschi alla vigilia del match. Come abbiamo già evidenziato gli orobici sono alle prese con assenze pesanti (Denis, Capelli, Brighi). Il tecnico però non vuole alibi e sprona i suoi evidenziando l’ ottimo bottino di punti finora racimolato: “Non mi piango addosso per le assenze, non lo faccio mai, ho convocato 20 giocatori, ne avanzano persino due. L’ obiettivo rimane il solito: uscire dal campo con la maglia sudata, come sempre. Gabbiadini al posto del ‘Tanque’? Non è detto, non ho ancora fatto le mie scelte. Nella mia squadra non esistono riserve. E comunque abbiamo superato difficoltà ben più grandi di queste. Stiamo bene, veniamo da un momento positivo: senza penalità saremmo già virtualmente salvi“. L’ Inter è appena uscita dalla massima competizione europea e si trova a far fronte all’ incubo di una stagione senza obiettivi da perseguire. Colantuono però non si fida e mantiene un atteggiamento di guardingo rispetto nei confronti dell’ avversario: “L’ Inter ha grandi valori morali, vedere un campione come Cambiasso commuoversi in quel modo mi ha colpito molto. Giocheremo contro una squadra che fino a poco tempo fa era la migliore d’Europa, quindi non sarà certo una passeggiata. Aggiungo che, secondo me, in questa stagione l’Inter è stata parecchio sfortunata: troppi episodi le sono girati male. Condivido l’analisi di Ranieri: sui risultati ha pesato tanto la malasorte”. In chiusura spazio alle statistiche, che vedono il mister dei bergamaschi mai vittorioso a San Siro: “Non lo so e non mi interessano le mie statistiche, l’ unica soddisfazione che cerco è quella di salvare l’Atalanta. Poi, una volta raggiunto l’obiettivo, potrò pensare anche alle mie gratificazioni ma adesso bisogna evitare qualsiasi personalismo: conta solo restare in serie A. Finora abbiamo fatto cose eccezionali, ma non ci possiamo fermare“.