Anche per la partita d’andata si era lì a fare la conta degli assenti in casa Real, e poi è finita com’è finita: anche perché all’andata anche l’Inter aveva i suoi assenti (un nome a caso: Lukaku), e anche perché anche a questo giro, in casa nerazzurra, tengono banco alcune positività (Brozovic e Kolarov), oltreché le condizioni di altri calciatori da valutare giorno dopo giorno, nei pochi momenti utili a rifiatare da una partita e l’altra del tour de force che riprenderà domenica sino a Natale. Stavolta, per la gara di ritorno della fase a gironi di Champions, il Real Madrid sarà senza Sergio Ramos: e il giornalista Paolo Condò, intervenuto a Campo Aperto su Sky Sport, commenta così questa notizia.
“Nelle stagioni normali quando una squadra ha delle mancanze, anche in maniera cavalleresca, si direbbe: ‘Peccato, sarebbe bello vederli giocare insieme’ – dichiara il commentatore – Un gesto di fair play che vale meno in questa stagione nella quale primo o poi tutti hanno le loro assenze. Come l’Inter è andata a Valdebebas senza Lukaku, uomo migliore, io non piango certo sull’assenza di Sergio Ramos che al di là delle statistiche anche filosoficamente è il capo guerra del Real. L’Inter ha un solo risultato nella partita contro i Blancos, quindi bene che non ci sia Ramos e che ci sia Lukaku”.
Il discorso, poi, si sposta su Eriksen, e sulle parole che proprio Lukaku ha dedicato al danese dopo averlo affrontato con la Nazionale: quelle secondo cui Lukaku vorrebbe aiutare il compagno, ma che quest’ultimo, però, dovrebbe imparare l’italiano. Parole che, secondo Condò, stimolerebbero il dubbio se quello di Lukaku sia un discorso spontaneo da leader o se rappresenti una strategia comunicativa dettata dall’Inter. Questo il commento di Condò: “Se l’Inter ha deciso di provare questa operazione di cosiddetto salvataggio di Eriksen, anche dal punto di vista comunicativo, deve evitare che compaiano le voci che possa andare al PSG a gennaio”.
E ancora: “Se fossi al posto di Eriksen ad avere il sentore di poter essere ceduto non sprecherei energie per imparare l’italiano – continua il giornalista – Lo avrei fatto prima magari, questa è una sua mancanza. Ritengo una mancanza di professionalità di tutti i giocatori, Ronaldo compreso, di venire a giocare in un Paese e non conoscerne la lingua dopo un tot di tempo. Detto questo, è chiaro che se penso di essere ceduto in Francia andrei a imparare il francese piuttosto che l’italiano”, ha concluso.
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