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Cosa ci ha insegnato la presentazione di Mourinho alla Roma

Il rumore dei nemici, ora, siamo noi. Nel giorno della presentazione di Mourinho alla Capitale, la trepidazione dello Special One era palpabile anche a chilometri di distanza da Roma. Un’intera città, un’intera nazione, esageriamo: l’intero mondo non vedeva l’ora di ascoltare le prime parole da giallorosso del tecnico che, più di tutti, ha fatto la storia recente dell’Inter. Due anni intensi, lo sappiamo, che hanno lasciato un segno indelebile, replicabili quasi da nessuno come ci ha tenuto a ricordarlo Mou: Conte come me? Ci sono degli uomini nella storia di alcuni club che non possono essere oggetto di paragoni: non puoi paragonare nessuno a me e ad Helenio Herrera“. 

José Mourinho e Massimo Moratti (Photo by Getty Images)

É chiaro qui il riferimento esclusivo a Conte, un po’ meno chiaro invece in un’altra frase del tecnico di Setúbal: “Il progetto della Roma deve essere sostenibile. Sarebbe facile vincere subito e poi non riuscire a pagare gli stipendi”. Che la frecciatina sia rivolta al forte desiderio di Conte di vincere e avere grandi campioni subito oppure alla società nerazzurra, poco interessa: quello che colpisce è l’abilità di Mourinho nell’usare la stampa, anche al costo di andare contro uno dei suoi club del cuore. Lui ama l’Inter e gli interisti ma sarà il primo a sparare sui nerazzurri perché rivali delle stesse posizioni a cui ambisce la sua nuova squadra. Prepariamoci, con un sorriso, ai colpi perché Mou farà di tutto per valorizzare i propri giocatori e destabilizzare gli ambienti delle altre società. Proprio come fece con noi.

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Alessio Murgida

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