Inter-Fiorentina, Spalletti: “Dobbiamo vincere tutte le partite. Voglio che Candreva resti. Perisic? Uno dei più professionali”
Il tecnico nerazzurro ha parlato nella conferenza stampa di presentazione della prima partita di campionatoAlle ore 14.30 di sabato 19 agosto presso la Media House del Centro Sportivo Suning di Appiano Gentile si è tenuta la conferenza stampa di Luciano Spalletti in vista della prima gara di campionato contro la Fiorentina a San Siro: ecco le parole pronunciate dal tecnico nerazzurro.
QUAL È LA PRIMA DOMANDA CHE SI ASPETTA? – “Io penso che la prima domanda sia sul campionato, questa è la cosa fondamentale: si ritorna a parlare di emozioni forti, perché il calcio è il cuore del mondo, è emozione pura, emoziona amici, avversari, tutti. Quando vado in giro per il mondo vedo uomini, donne, bambini con la passione del calcio che li accomuna, è questa la cosa fondamentale da cui partire”.
50MILA A SAN SIRO – “L’abbiamo già visto a Lecce, a San Benedetto del Tronto ma soprattutto in Cina, dove dall’altra parte del mondo ci sono bambini che vestono i tuoi colori, pronti ad abbracciare le giocate e le cose che tu dentro il campo vorrai portare. Abbiamo una responsabilità importante: dobbiamo far sì che si entri in sintonia con questi cuori”.
PRIMA DI CAMPIONATO – “Noi abbiamo avuto 40 giorni dove abbiamo imparato un metodo da applicare tutti i giorni, riuscendo a capire di rafforzare quella che è la cosa giusta e lasciare da parte gli errori. Loro avranno l’entusiasmo dei calciatori nuovi ed hanno un allenatore eccezionale nonché una persona splendida. Noi dobbiamo essere più che bravi, in quanto ci capiterà di avere difficoltà, magari anche di perdere partite, ma per farcela i nostri avversari dovranno buttare tutto il sangue sportivo”.
COSA SI ASPETTA CONTRO LA FIORENTINA – “Stamani ho visto dei titoli con scritto “BentornatA”: si ricomincia, siamo nuovamente dentro una cosa che emoziona tutti, quindi mi aspetto che i nostri calciatori racchiudano nella prestazione le qualità che ha lo sportivo del calcio. È il calcio in generale che dà questa emozione importante a tutti, anche agli avversari. il fatto che si abbia piacere ad incontrare di nuovo gli avversari è molto bello, ricominciare deve dare buone sensazioni a tutti, compresi i miei calciatori ai quali ho chiesto di amare i nostri colori ed avere spirito di appartenenza ed orgoglio. Abbiamo avuto 40 giorni per lavorare e conoscerci, intraprendendo questa strada che non sappiamo dove ci porterà, ma la dobbiamo fare con grande emozione, orgoglio ed appartenenza, portando il messaggio dei nostri sportivi che sono venuti a riempire lo stadio a San Benedetto, a Lecce, in Cina, fuori dagli alberghi e all’aeroporto”.
SI ASPETTA QUALCOSA DAL MERCATO – “Io penso di poter dire che i nostri calciatori sono la nostra forza: in questo periodo sono stato chiamato in causa come un elemento importante di questa squadra e società, ma in questo caso è giusto direzionare l’attenzione verso i calciatori, sono loro la nostra garanzia, la nostra polizza di assicurazione. Abbiamo dei buoni calciatori e dei grandi uomini: a noi capiterà anche di essere in difficoltà durante la stagione, è normale per chiunque si iscriva al nostro campionato: perderemo qualche partita, ma sono sicuro che i nostri avversari dovranno sputare tutto il sangue sportivo che hanno dentro, e probabilmente non gli basterà in quanto i nostri calciatori sono determinati a mandare un messaggio chiaro ed inequivocabile. 50mila presenze è un tesoro importantissimo da alimentare e non disperdere. Quello di San Siro dev’essere un incontro sentimentale, dove non c’è possibilità di tradimento, questo è il messaggio chiaro che noi dobbiamo fare vedere”.
OBIETTIVO DELL’INTER – “Io non rispondo tanto volentieri a queste domande, anche se a voi piace chiedere queste cose: voi tirate a fare il fenomeno ed il fallito. I giocatori sono venuti qui e faranno vedere di avere requisiti professionali che ci vogliono per essere dentro questo cuore, poi il calcio è un cuore unico, dove siamo tutti dentro a pulsare, di conseguenza bisogna fare le cose seriamente. Bisogna andare a proporre il meglio ed arrivare anche più in là, per quanto possibile. Sono i miei calciatori i protagonisti, a me non interessa avere l’attenzione: sono loro che ci daranno poi il racconto di che storia è stata, che determineranno i titoli dei giornali che ci riguardano, quindi sono loro che devono avere le nostre attenzioni. Hanno delle qualità e vogliono esprimerle, perché poi a volte ci sono dei momenti dove si rischia di perdere l’orientamento. Alcuni sono giovani, ed allora qualcuno si perde facilmente: proprio perché i loro tifosi devono guardare soprattutto loro devono cercare di esprimere al meglio le loro qualità. Io devo essere bravo a saper far credere loro di poter dare di più del massimo attraverso il lavoro. Fino a questo momento mi avevano parlato di una squadra fragile e non capace, ma avendoli conosciuti posso dire che i nostri giocatori non sono così”.
JOAO MARIO ALLE SPALLE DI ICARDI – “Ne ho 5 per quel ruolo, quindi sono a postissimo: ho Borja Valero, Brozovic, Joao Mario, Eder, Jovetic e qualcuno lo possiamo anche inventare. Questi sono lì proprio per passaporto conseguito in questura, quindi dipende da quello che è la squadra. Dobbiamo mettersi nell’ordine delle idee che la squadra è un blocco unico, non si spezzetta: può darsi che quello che ha meno titolo da parte dei giornali sia il cuore che batte più forte, per cui è tutto collegato. Il risultato lo fa la squadra, non quello che fa 20 gol, in quanto se la squadra non prepara bene non c’è neanche quello che fa 20 gol. È sempre il concetto di squadra che va esaltato, senza creare fenomeni o falliti, quello furbo o quello cog***ne. Abbiamo tutti voglia di mostrare il valore dell’Inter nel campionato”.
IL MILAN È DAVANTI ALL’INTER? – “Il Milan ha fatto una buonissima campagna acquisti perché mi sembra che abbia portato un gran numero di calciatori importanti: anche la Lazio è un’altra squadra forte, lo ha dimostrato vincendo meritatamente una coppa contro la più forte sulla carta. Io sono tranquillo perché ho una squadra forte, che mi ha dimostrato di poter stare tranquillo. È da martedì che sono emozionato, e quando sono emozionato è segno che sono pronto, se ho tensione vuol dire che sono comodissimo. Sono insieme ai miei calciatori da 40 giorni, ci siamo conosciuti bene: abbiamo chiacchierato e tirato fuori quello che abbiamo dentro. Da domani inizierò a chiedere loro che nelle cuffie dove ascoltano la musica ci sia il battito dei 50mila che vengono a vedere la partita. Loro pagano il biglietto e per noi sono l’obiettivo: noi vogliamo dare soddisfazione ai tifosi, e siccome sono tanti io chiederò loro anche questo. Mi sembrano emozionati anche loro, li ho visti, entrano ed escono di corsa dagli allenamenti”.
TATTICAMENTE SI DOVRÀ OSARE DI PIÙ? – “Mi fa piacere che lei mi stimoli ad avere coraggio, me lo ricordi sempre. Io le posso dimostrare che il gol non arriva in base a quante punte giocano, ma è sempre un gioco di squadra: l’essenziale è aver fatto un certo numero di gol, non che li abbia fatti quello che risponde al telefono più degli altri ed al quale si dà mezzo voto in più in pagella. Si gioca a carte scoperte, per essere squadra devi saper fare un certo numero di gol fatti e subiti, un certo numero di pressioni, una certa percentuale di possesso palla. Si deve difendere compatti, ci si abbraccia tutti, si è contenti. Si deve poi avere il piacere di incontrare la nostra famiglia e di avere il sostegno di chi ci ha guardato allo stadio”.
COME STA ICARDI – “Mauro sta bene, probabilmente gli manca qualche allenamento ma sta bene, quindi noi siamo tranquilli. Se lui non riuscirà a mantenere la sua condizione per 95 minuti lo valuteremo durante la partita e ce ne saranno altri che faranno altrettanto, che riusciranno a non farlo rimpiangere”.
PERISIC – “Ad Ivan ho parlato io ed ha parlato la società: non si può non avere voglia di ascoltare il ragionamento di tutti gli altri. Prima sono stati fatti nomi di grandi allenatori, i quali hanno fatto risultati importanti perché avevano giocatori importanti. Sarebbe facile partire da Facchetti, fino ad arrivare ad Eto’o, Zanetti, Materazzi. Perisic è uno di questi, uno di quello che deve dare qualcosa di più di quello che può dare individualmente. Dopo questo confronto iniziale io non ho più avuto avvisaglie di nulla. Ivan, quando finisce l’allenamento con la squadra, ha un programma che segue e rispetta ogni giorno. È uno dei più professionali, gli ho visto fare dei recuperi di posizione per il compagno che fanno solo quelli che hanno un sentimento vero per la squadra, perché si sprecano 200 metri ad alta velocità che non si recuperano più. Questi 200 metri sono necessari per non prendere gol, quindi li metto a disposizione della squadra invece che del gol che invece potrei fare per me. Non soltanto è dentro, è uno di quelli da seguire per sapere poi dove voler andare”.
COSA MANCA ALL’INTER – “Quando si scrive a volte si raccontano delle cose, soprattutto d’estate. Voi scrivete dei nomi dei giocatori con i quali riuscite a coinvolgere tutti in maniera emotiva, tant’è che c’ero cascato anche io quando sentivo i nomi di Vidal e Sanchez. Io ho sempre parlato con la società, la quale non mi ha promesso niente. Sentivo dai giornali grandi cifre e grandi nomi, quindi pensavo di poter avere il piacere di allenare questi grandissimi calciatori. Poi mi davo un pizzicotto per evitare di cascare dai sogni e farmi male. Io volevo allenare l’Inter ed i giocatori che ci sono, ne sono partiti 4/5 ed arrivati altrettanti, tutti di cuore interista per i comportamenti che stanno facendo vedere, quindi io sono contento. Poi in fondo è chiaro che se si riesce a prendere i top player a livello mondiale si hanno dei vantaggi, perché ti danno subito il risultato, ma quando hai a disposizione grandi calciatori che sono lì per diventare top player dipenderà da loro se avranno voglia di migliorarsi. Però noi possiamo passare solo attraverso di loro, che si meritano di avere le attenzioni”.
CHE AVVERSARIO È IL FPF – “Secondo me è una cosa che va rivista: l’Inter è una di quelle società che è corretta nell’usarlo, poi si può anche usare ma meno correttamente. Soprattutto la nostra proprietà è un’azienda corretta nel fare investimenti nel calcio, per cui ci sono delle cose da migliorare, come ad esempio il fatto che il mercato sia ancora aperto quando si inizia a giocare. Anche questa cosa andrebbe rivista, ponendo ai nastri di partenza solo i calciatori che vestiranno le maglie per tutto l’anno, senza rischiare cambi di maglia a campionato iniziato. Ringraziamo Rosetti che ci ha spiegato la nuova regola del VAR, molto interessante, che senza il suo contributo non avremmo compreso fino in fondo. Secondo me è una novità importante che dà tranquillità, io sono convinto anche che ci voglia il tempo effettivo, non è possibile giocare solo 50 minuti a partita. Io spero che il VAR spinga a mettere il tempo effettivo, interrompendo il gioco diverse volte ed evitando proteste non corrette da parte di tutti. Anche le 5 sostituzioni sarebbero doverose, in quanto se tu inserisci 5 giocatori con caratteristiche diverse si migliora anche lo spettacolo ed aiuterebbe anche le squadre con tante partite ravvicinate. Con 3 sostituzioni non si possono coprire tutte le possibilità di sistemare la squadra, non si può soddisfare al massimo lo spettacolo e la ricerca del gol. Noi vogliamo attrarre ancora più movimento intorno al pallone, che è un bellissimo mondo, è il cuore del mondo. Qui non ci sono poi religioni, partiti, colori: il calcio piace a tutti e si ha piacere ad incontrare nuovamente gli avversari perché questo dà grandi emozioni”.
CANDREVA – “Io vorrei tenerlo, la società la pensa come me, lui non ha dato nessun sintomo differente quindi si va avanti con tranquillità, camminando in maniera regolare. Poi non so quello che potrà accadere, mi sembra di aver capito che è una cosa che può avvenire che il Chelsea lo voglia, e qui siete voi bravi ad anticipare quello che può accadere”.
LE PROMESSE DI BRUNICO SONO STATE MANTENUTE? – “Sono abbastanza contento perché ho conosciuto in maniera più profonda la mia squadra, poi è chiaro che probabilmente ci siamo lasciati trascinare un po’ nel fare i discorsi, riferendomi soprattutto a voi. Io ho letto tanti nomi, secondo me noi abbiamo fatto un mercato normale, al quale io sono abituato, quindi mi ci sento a mio agio. Probabilmente diventerà ancora più bello se poi riesci a creare un percorso importante da parte mia e dei calciatori, perché poi l’insidia c’è però ti stimola ancora di più a trovare delle soluzioni, lavorando in modo più profondo e serio. Non ho paura, o perlomeno non ho paura di riaverla. La paura è una cattiva consigliera, quindi bisogna saperla gestire”.
È LEI IL TOP PLAYER DI QUESTO’ANNO? – “Io penso di non avere pressione, il discorso è semplice: l’allenatore è importante per quello che dice alla squadra, ma se la squadra non ascolta tutto ciò non serve. I miei calciatori ascoltano, sono loro che scriveranno la mia e la nostra storia. Io non calcio nessun lancio verso il secondo palo, al massimo vado a parlare loro prima dell’allenamento per creare una conoscenza ai giocatori e far capire loro in che mondo sono. I nostri tifosi hanno una conoscenza della vita più importante della semplice vittoria o sconfitta, capiscono come porti i colori in campo: i calciatori faranno vedere fin da subito quello che sanno fare. Io ho quasi 60 anni, ero già contento dopo aver allenato l’Ancona, perché poi basta ricordarsi di quando eravamo bambini, quando ci piaceva un calciatore ed avevamo la sua figurina. Sono i calciatori che devono avere sentimento ed appartenenza verso questo mondo. Devono riconoscere di essere privilegiati e di dover fare le cose seriamente. Passa tutto attraverso il riconoscere quello che dev’essere poi una qualità professionale che si ha. Il professionista è colui che fa vedere di avere una qualità estrema, non quello che riempie le pagine dei giornali”.
AVER BATTUTO BAYERN E CHELSEA PUÒ SERVIRE? – “Sicuramente aiuta perché ti fa credere di essere nella direzione giusta in quello che stai attuando: ti fa capire che è giusto ripetere quello che fai perché porta i frutti sperati. È chiaro però che poi ogni volta si riparte da zero, non si deve ammorbidire neanche di un centimetro il lavoro fatto nella partita precedente: avremo di fronte una squadra motivata con un allenatore che sa cambiare e sa farsi ascoltare. Io so tutto di Pioli, è una persona di grandissima qualità umana e professionale, non ha bisogno di dimostrare nulla”.
LA COPERTA IN DIFESA È TROPPO CORTA? – “Noi stiamo ancora guardando cosa succede nel mercato: secondo me è sbagliato aspettarsi chissà che cosa perché ci sono delle motivazioni nostre che non sempre dobbiamo portare fuori. Riguardo i difensori i nostri direttori riusciranno a completare il reparto, riusciremo a fare qualcosa. Murillo è andato via per esigenze di doverlo fare, e fino a che mi è possibile io coi miei direttori cerco di collaborare”.
OBIETTIVO STAGIONALE – “L’obiettivo è di vincere tutte le partite che si giocano”.
CANCELO E SCHICK – “Noi tra mezz’ora incontreremo i nostri calciatori e dobbiamo dare loro l’entusiasmo giusto per vincere, quindi se io dico loro che non vedo l’ora di buttarne fuori un paio non faccio un buon lavoro. Io sono contento di coloro che giocheranno al posto di Cancelo e Schick: non è il momento giusto di parlare di questo, dobbiamo dare forza a chi scenderà in campo domani”.
TOP PLAYER CHE NON SONO ARRIVATI – “Quando ho letto quei nomi mi ero proposto per accoglierli, ma quello che dice Sabatini va domandato a lui che ha anche più esperienza di me”.
ICARDI E PERISIC, SHOW IN ALLENAMENTO: CHE GOL IN PARTITELLA!