29 Dicembre 2017

Spalletti: “Dopo le sconfitte sono più interista di prima. Gioco prevedibile? Analisi corretta. Cancelo esterno alto è possibile”

Il tecnico nerazzurro ha parlato in sala stampa alle ore 15.00 per presentare la sfida con i biancocelesti

Alle ore 15.00 di venerdì 29 dicembre, nella sala stampa del Centro Sportivo Suning, si è tenuta la conferenza stampa di Luciano Spalletti in vista della delicata sfida interna contro la Lazio di Simone Inzaghi. Qui riporteremo le parole del tecnico nerazzurro.

DISCORSO AI GIOCATORI – “Si cerca di portare loro dei dati di fatto rispetto a quello che è il loro modo di pensare attuale ed a quello che è successo e stiamo percorrendo. Se a questo punto ci fossimo arrivati con due sconfitte contro Juventus e Napoli e avendo vinto una di queste due partite e pareggiato l’altra il modo di vederci sarebbe stato totalmente diverso, ora diventa facile andare a trovare qualche difficoltà. Noi però abbiamo la possibilità di trovare la soluzione da soli. Anzi, è proprio in questi momenti che si conoscono le qualità individuali, è la conoscenza di te stesso in tutti i punti che ti fa reagire ed essere più pronto per la ricerca dell’obiettivo che hai. Come si è detto nessuno può darti la soluzione di quello che vai cercando, siamo stati noi a fare in modo che dopo le sconfitte arrivassero le critiche. Dobbiamo avere ben chiaro chi siamo e da dove veniamo, quindi non potremo mai essere in difficoltà essendo una squadra forte, lo abbiamo fatto vedere”.

COME USCIRE DAL MOMENTO – “Nel calcio ci sono dei momenti storti dove va lasciato scorrere il tempo e reclutate le energie per reagire. Come ho detto prima dobbiamo pensare in modo corretto non per essere positivi, che è un discorso che non capisco. Noi abbiamo dei dati che non ci fanno essere pessimisti. I pessimisti non raggiungono risultati importanti, e portando i dati di fatto a supporto è impossibile esserlo. Analizzando questi dati si può poi trovare la soluzione a quello che cerchiamo. Poi è chiaro che si fa un discorso di quello che è un ordine corretto delle cose da mettere nel mirino, perché gli obiettivi vanno bene ma la differenza la fanno l’organizzazione e il modo di lavorare, che dev’essere più riconoscibile e bello chiaro”.

COME FARE IL SALTO DI QUALITA’ – “Bisogna abituarsi agli spaventatori professionisti. Dire che il quarto posto è a rischio adesso è sbagliato, perché lo sarà per tutto il campionato. È chiaro che in questo tragitto noi ci siamo detti delle cose per organizzare un lavoro ed abbiamo dei numeri a supporto di quel che diciamo. Ciò che è successo finora dimostra che i calciatori hanno i colpi in canna per poter risolvere le partite, hanno il colpo di reni, l’hanno fatto vedere. Quindi semmai bisogna ridisegnare il contesto dove si lavora, perché è dentro quello che hai costruito che la persona si ritrova, facendo vedere dove ha lavorato. Questo contesto poi ti restituisce la sicurezza e la forza che tu hai, perché poi devi portare qualcosa a supporto di quel che si dice. Mi sembra che i tifosi poi lo stiano facendo da soli. Mi è stato detto che supereremo i 60.000 anche domani, loro hanno già in testa quella che è la soluzione, perché hanno fiducia in quello che noi possiamo fare e vengono a supportarci per questo. I giocatori la pensano come me, se durante le vittorie io sono diventato sempre più interista ora che abbiamo perso ne sono totalmente innamorato proprio per la reazione dell’ambiente. Ed i calciatori la vivono allo stesso modo. Il processo di cose da fare ben riconoscibile ti permette di mettere a punto i comportamenti che dobbiamo avere. Dobbiamo anche creare degli esempi che siano riconoscibili. Se un giocatore va a fare un passaggio timido in questo momento si diventa tutti un po’ timidi, se uno invece fa un contrasto forte si diventa tutti più forti, perché è un momento così. Bisogna lasciarci contagiare dal fatto che siamo una squadra forte”.

GIOCO PREVEDIBILE – “Abbiamo portato dei numeri a nostro favore, però è un’analisi corretta. Dobbiamo riuscire a palleggiare con più qualità centralmente, penetrando di più per vedere cosa c’è dietro la linea difensiva nel settore centrale. Dobbiamo modificare questi aspetti per completare le nostre qualità. Dobbiamo stare attenti anche a quando perdiamo palla, sono caratteristiche di squadra e di calciatori messi insieme nella maniera corretta in un modulo tattico di completa qualità e con le caratteristiche della somma dei calciatori”.

POCA GRINTA NELLE ULTIME PARTITE – “È un po’ quello che si è detto adesso, io non so spiegarlo in maniera diversa, anche io sono un po’ sorpreso da questa mancata totalità di buttarci dentro le forze che abbiamo per reagire alla difficoltà. Se si fa gol nel derby, però, le occasioni importanti ci sono state. È stata una partita giocata alla pari nelle occasioni, e sicuramente dovevamo fare qualcosa di più. Nelle altre due partite perse io non ho visto una squadra nei guai. In passato è successo, ma io conosco il presente. È chiaro che ora si andrà a lavorare ancor di più nelle cose giuste, perché lavorare in maniera mirata è meglio che lavorare duramente. Se c’è qualcuno in difficoltà si cerca di aiutarlo e poi si cerca di ridare forza e convinzione a quelle che sono le nostre caratteristiche e qualità. Il modo è questo, poi si può presentare in tanti modi diversi, ma il succo è questo. Il motivo del perché bisogna essere fiduciosi è quello e poi si mette in pratica. Non c’è una squadra dove si vede che interessa poco il risultato che ha l’Inter, sono tutti lì attenti e vogliosi di ribaltare questo momento. Bisogna rafforzare loro queste convinzioni perché sono momenti trascorsi, situazioni create e contesti costruiti da loro, non glielo si dice tanto per fare. È come loro ci sono arrivati lì che fa balzare agli occhi che poi può succederci questo. Io sento parlare di Lazio e Roma che stanno facendo un campionato eccezionale, di Juventus e Napoli che continuano a vincere da tempo e mi sembra che si sia dentro questo discorso qui, dietro la Roma ma davanti alla Lazio. Quindi se ci troviamo in questa posizione è perché noi abbiamo fatto vedere delle qualità, nessuno ci ha regalato niente. Anche all’inizio eravamo a rischio per il quarto posto, e lo saremo fino in fondo. Noi vogliamo lavorare bene nel lungo periodo, abbiamo creato i presupposti per essere credibili con le reazioni di squadra e le azioni individuali”.

CANCELO ALTO E CANDREVA CENTRALE – “È ipotizzabile, Antonio lo sa fare. Ma è ipotizzabile anche pensare ad un Cancelo che spinga di più pur restando terzino. Si può fare comunque questo gioco pur non cambiando le posizioni. Io in questo momento non farei ulteriore confusione, perché secondo me avevamo visto bene nel fare leva su questo blocco squadra e su questi ruoli, soprattutto in un momento come questo io farei un passettino indietro anziché in avanti, andando a rafforzare le nostre convinzioni, non trovando soluzioni nuove per le quali non si hanno certezze di funzionamento, quindi le scelte saranno molto simili a quelle fatte fino a questo momento perché mi sembra giusto così”.

PANCHINA INADEGUATA – “Nel derby ne abbiamo cambiati quattro, non mi sembra poco. Bisogna scegliere tra rafforzare quanto fatto fino ad un momento o provare a dare forza a qualcosa di nuovo. Ho avuto certezze parziali da chi ho inserito dalla panchina, dato che grandi risultati non ne abbiamo fatti. Io rimango però dell’idea iniziale, ovvero che sto coi calciatori che ho. Loro hanno le qualità per arrivare a quello che è un lavoro programmato in modo corretto, per tutti i giorni portare un mini traguardo a casa. Tra un po’ è capodanno e mia mamma dice: “Quello che fai a capodanno lo farai tutto l’anno”, quindi iniziamo a fare bene ora. Bisogna avere un modo di lavorare che ti porta all’obiettivo giorno dopo giorno. Chi ha solo l’obiettivo nel mirino è colui che perde, chi invece ha un sistema secondo cui ha un traguardo giornaliero fa meglio. Difficilmente si porta un traguardo importante alla fine senza la somma del premio giornaliero. Noi lavoriamo in maniera corretta, portando a casa gli obiettivi giornalieri che danno poi il risultato collettivo”.

SCADUTO IL TEMPO DELLE RISERVE – “Quello non scadrà mai. Ci sono dei momenti di difficoltà nel calcio, la cosa fondamentale è che si dimostri che quelli sono stati episodi perché il tuo obiettivo è un altro. Ecco perché io a volte ho detto che non mi stava bene sentire richieste di maggior minutaggio o di andare via. Se uno mi dice così significa che si è posto una linea di scadenza mentalmente, quindi non può dare il risultato finale che ci si aspetta. Quando sarò un giornalista criticherò uno che dice così, perché non fa il professionista. Se tu non vedi l’ora di arrivare al 31 dicembre come lavori il 25? Come porti a casa il premio giornaliero? Da lì si inizia ad abbassare il livello, si inizia a far vedere che non si è mentalmente dentro il lavoro che si fa. Io quindi ti devo far capire che il mio orologio non è sincronizzato col tuo. Se uno poi dice così significa che si toglie qualcosa. Chi parla così sbaglia, non è un modo corretto di ragionare. In questo modo non si contribuisce a far bene il proprio lavoro, non si è interista fino in fondo come invece dovrebbe essere”.

CRITICHE AI SINGOLI – “Non ho da dire nulla a nessuno, li vedo tutti dispiaciuti. In questo momento bisogna stare con loro facendogli vedere chi sono, ovvero calciatori forti arrivati a giocare in una squadra forte con merito. Niente è stato fatto per caso, e quando sei in questo contesto e vesti questi colori e questa maglia bisogna saper reagire senza andare a porsi come quello che si scansa verso ciò che viene addosso. Bisogna essere colui che si fa largo per il posto in cui vuole passare, senza cercare di evitare i problemi. Se sei un calciatore dell’Inter non puoi nasconderti, sei tu a dover andare addosso agli altri. Ora dobbiamo giocare altre 20 partite, non è che sperando che poi la prossima vada bene si risolvono i problemi. Dove ti nascondi? Non ci si può nascondere, sei visto ovunque e vieni preso in giro. Tu devi essere quello forte che sa reggere e restituire le critiche, altrimenti si va a giocare da un’altra parte. Se ci si merita il contesto in cui si è bisogna poi saperci anche stare”.

POCHI GOL FATTI E TANTI SUBITI – “È proprio al calare dell’autostima che si è più titubante e si ha meno coraggio. Prima concedevamo meno e facevamo più gol, ora no. Ora viene il braccino mentre gli altri aumentano più convinzione di farcela e si ribaltano le cose”.

GAGLIARDINI – “Secondo me non ha grandissime difficoltà, è uno che essendo dappertutto inevitabilmente perde di vista qualcosa. Crea fisicità in zona palla, quindi ogni tanto nella verticalizzazione improvvisa e pulita qualcosa concede, facendo tantissimi metri. Quando ha palla al piede fa sempre qualcosa di importante, a me va benissimo com’è, è un giocatore forte. In alcuni momenti è stato un po’ al di sotto delle sue potenzialità, però non c’è niente di strano nei suoi confronti, è tutto come deve essere”.

PERCORSO DI CANCELO – “Adesso ha conoscenze ulteriori della fase difensiva. Dato che noi abbiamo equilibri sottili il lasciarlo libero coprendogli le spalle va fatto, però poi queste qualità offensive le ha e ce l’ha fatto vedere. Ora avendo più cura di posizionamento ha fatto delle buone partite e secondo me migliorerà di volta in volta perché ha veramente grande qualità nei piedi, è una risorsa importante partendo dal basso. A gennaio possono dire quello che vogliono, ma fino a che i direttori non gli dicono che è il giocatore di un’altra squadra fa quello che gli diciamo noi. Lui può rimanere qui tenendo il muso due partite, ma dopo averlo fatto butta solo via due occasioni come quello che pensa alle scadenze, danneggiando soprattutto sé stesso. A gennaio se c’è il contesto ritenuto giusto vanno via quelli che vogliamo noi, non quelli che lo vogliono, e possibilmente arriva anche chi vogliamo noi. Siamo noi che gestiamo, non ci sono procuratori o altre società. Si fa quello che noi riteniamo corretto”.

SITUAZIONE JOAO MARIO – Joao Mario ha una correttezza esagerata nel modo di allenarsi e frequentare lo spogliatoio. Quando gli ho parlato a me non ha detto nulla di strano, poi qualcuno allude ad altre postazioni che ci sono prima di arrivare a chi prende le decisioni. Ci sono voci vere e false, però lui è un ragazzo per bene dal punto di vista professionale. Mi dispiace che poi non abbia sfruttato due palloni per fare gol. Se è corretto quello che è stato detto riguardo la sua voglia di andare via questo gli ha portato via attenzione, perché è inevitabile. È l’applicazione che fa la differenza, quindi lui ora è dispiaciuto ma si è allenato bene ed a me interessa che professionalmente i giocatori facciano questo obiettivo giornaliero in maniera corretta. Non ha sbagliato solo lui i gol, anche altri lo hanno fatto. Se io vedessi in maniera plateale atteggiamenti menefreghisti poi affronterei il problema”.

PIU’ PSICOLOGO O ALLENATORE – “Ho detto che noi non saremo mai nei guai avendo una squadra forte, però a volte può capitare di dover spostare l’attenzione dove tu la vuoi spostare parlando con qualcuno singolarmente. Io ora voglio far capire che ci sono dei numeri che dimostrano perché siamo arrivati fin qui. Sono loro i padroni del loro destino, noi abbiamo tutte le capacità di avere un destino forte. Si diceva “Uomini deboli destini deboli, uomini forti destini forti”, ed è così: dobbiamo far vedere chi siamo”.

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