Antonio Conte è l’uomo giusto per questa Inter?
Antonio Conte e l'Inter, il tecnico leccese è davvero l'uomo giusto per la società nerazzurra?All’esito del sorteggio dei gironi di Champions, in molti avevano immaginato che l’Inter avrebbe raggiunto gli ottavi senza troppe difficoltà. Eccezion fatta per il Real Madrid, il Borussia Mönchengladbach e lo Shakhtar non sembravano essere avversari in grado di sopravanzare i nerazzurri in classifica e invece, vuoi per merito loro, vuoi per i demeriti della squadra di Antonio Conte, dopo quattro partite l’Inter si ritrova all’ultimo posto a quota due punti, a un passo da un’eliminazione che avrebbe del clamoroso.
In Champions la situazione è drammatica
Nelle quattro partite sinora disputate l’Inter non è stata in grado di conquistare neanche una vittoria e il bottino di due pareggi e due sconfitte sta condannando i nerazzurri a una eliminazione che, salvo miracoli, pare ormai certa. Le cause delle cattive prestazioni della squadra di Conte sono molteplici, ma la sensazione è che le difficoltà incontrate da Lukaku e compagni sino a ora siano ascrivibili al modulo di gioco. Il 3-5-2, mentre in Italia garantisce una superiorità numerica sulle fasce grazie anche all’atteggiamento difensivo della stragrande maggioranza delle compagini impegnate in massima serie, in Europa costringe quasi sempre il Biscione all’inferiorità numerica, impedendo agli esterni di essere pericoli in zona offensiva e, al contempo, mettendo gli stessi in condizione di subire ogni ripartenza avversaria in fase di ripiegamento. Ciò che impressiona maggiormente è che, nonostante le evidenti difficoltà incontrate, a oggi Conte non abbia provato ad affidarsi a un altro modulo in nessuna occasione. Hakimi, che dopo le prime partite sembrava destinato a dominare, si è smarrito e di conseguenza si è inceppato il motore nerazzurro, incapace di creare palle goal nitide e di creare gioco in modo coerente. E così, al 26 novembre, secondo le scommesse calcio Betway, a quota 8, per l’Inter lo scudetto diventa sempre più improbabile, così come la qualificazione agli ottavi di Champions, con buona pace delle centinaia di milioni spesi in questi anni in sede di calciomercato per accontentare le richieste del tecnico salentino.
In campionato le cose vanno meglio, ma non troppo
Se, come abbiamo avuto modo di vedere, dopo sole quattro giornate l’avventura in Champions dell’Inter pare già giunta ai titoli di coda, in campionato i nerazzurri stanno riuscendo a tenere il passo delle prime della classe, pur senza convincere. La partita vinta in rimonta contro il Torino per 4-2 dopo essere stati in svantaggio per due a zero ha evidenziato tutti i difetti della squadra di Conte, lontana parente di quella compagine compatta e organizzata che l’anno scorso aveva iniziato il campionato alla grande. De Vrij, Škriniar e Bastoni rappresenterebbero uno dei reparti difensivi più impenetrabili di tutta la Serie A, ma sia a causa del centrocampo che non riesce a fare da diga, sia a causa di errori individuali, l’Inter ha subito già 13 goal in sole otto partite, molti di più rispetto alle altre squadre impegnate nella lotta scudetto. Eriksen e Nainggolan continuano a non giocare e quando vengono impiegati non riescono a incidere come dovrebbero, così come Perišić e Sánchez che ancora non sono riusciti a risalire le gerarchie di Conte. Eppure, in questi anni, Marotta e la società, grazie al fondamentale apporto economico del gruppo Suning, hanno lavorato tanto sul mercato per accorciare il gap che negli anni passati separava i nerazzurri dalla Juventus. Ciò, almeno sino a ora, non è tuttavia bastato per permettere a Lukaku e compagni di compiere un salto di qualità anche dal punto di vista mentale e la sensazione è che se questa Inter non dovesse riuscire a lottare per lo scudetto sino alla fine del campionato, davvero l’avventura di Conte a Milano potrebbe terminare anzitempo. Da qui in avanti sia il tecnico salentino che i calciatori dovranno cambiare marcia, nel tentativo di ritrovare quella fiducia nei propri mezzi che permetterebbe loro di compiere lo step definitivo nel processo di crescita.
Il tempo sta per scadere. Nessuna società può più permettersi investimenti milionari senza portarsi a casa un trofeo e la sensazione è che, come sempre, il primo a pagare potrebbe essere proprio Antonio Conte, con l’ex commissario tecnico della nazionale che ancora non sembra essersi calato appieno nel nuovo progetto e che, da ormai due anni, sembra in procinto di abbandonare la nave.