Cordoba: “Inter, Mou straordinario e Moratti come un padre. Il Triplete un sogno, prenderei Diaz”
L'ex difensore nerazzurro tra aneddoti e futuroIvan Ramiro Cordoba, ex difensore dell’Inter del Triplete è stato intervistato da Mirko Mengozzi in una diretta su Instagram. Il colombiano ha ripercorso la sua esperienza in nerazzurro, a partire dal suo arrivo a Milano: “Quando ho visto la nebbia a Milano mi sono spaventato. Siamo usciti dall’albergo con mia moglie incinta, siamo tornati indietro per la nebbia. L’impatto all’Inter è stato tranquillo, i miei compagni mi hanno aiutato tantissimo. Dovevo giocare 10 giorni dopo ed essere pronto. Quando ho sentito dire c’è l’Inter, non ho sentito più nulla. Mi hanno visto solo due volte.”
Giocatore preferito: “Asprilla è stato il primo giocatore che abbiamo visto giocare in Italia. Prima in Colombia non seguivamo la Serie A. Poi Baggio, Blanc, Vieri, Zanetti, Zamorano, Ronaldo: non vedevo l’ora di arrivare. Sono passati vent’anni, passano ma nonostante i momenti difficili, l’amicizia rimane.”
Triplete: “Fino ad un certo punto non ci rendevamo conto di ciò che stavamo facendo. Mourinho aveva in mente dove potevamo arrivare, ci voleva concentrati e ogni finale per noi era una finale Mondiale. A Roma dovevamo vincere, poi bisognava pensare al Siena. In Toscana è stata una sofferenza incredibile. Al termine di quella gara, mancava una partita per fare una storia incredibile.”
Semifinale con il Barcellona più importante del Bayern? “C’era la sensazione di aver affrontato e battuto la squadra più forte. Come ha detto Mou, è stata la sconfitta più bella nostra vita. Abbiamo lottato insieme, compatti. Solo così si raggiungono gli obiettivi. Dopo il Camp Nou ci siamo detti: “Basta, la Champions deve essere nostra”.
Madrid: “Il fatto che non abbia vinto il Barcellona al Bernabeu ha portato i tifosi del Real Madrid a tifare per noi. Solo essere lì è stato fantastico. Lo stadio era uno spettacolo unico, coreografie mai viste. Guardi i tuoi tifosi e pensi: questa giornata è per noi. Hai tutto a tuo favore. Io sono molto religioso. Il 22 maggio è il giorno di Santa Rita. Siamo molto devoti, abbiamo acceso candele, pregato, chiesto questo miracolo, dopo 45 anni. Ricordiamo sempre questa santa, è stato un aiuto dal cielo. Chi ha fatto quei gol aveva il numero 22. Non era una casualità.”
Mou prima di scendere in campo? “E’ pazzesco, straordinario. Non fa discorsi tattici. Solo emozionali. A Barcellona eravamo agitati, al 150% e lui era seduto su una sedia, con i piedi incrociati sul tavolo. Non sentiva niente, era tranquillo. Disse: andate in campo e fate quello che dovete fare. A Madrid ci spronò dicendo che era un sogno di tutti, di un popolo che aspettava, delle nostre famiglie sempre vicine a noi. Se in quel momento non hai in mente chi devi affrontare, non sei degno di essere lì. Passa tutto da una questione mentale. A Bergamo e Firenze, invece, si arrabbiò parecchio.”
I ragazzi del Triplete: “Abbiamo un bel rapporto, abbiamo una chat, lo sanno tutti, quasi tutti i giorni ci sentiamo. L’idea è quella di star sempre vicini. C’è anche Arnautovic in chat, è sicuro di sé, con il tempo è maturato e ha fatto bene in Premier. Orlandoni e Materazzi sono fortissimi, anche se per il gruppo il più simpatico è Muntari. Quando si arrabbia si infiamma facilmente, con lui bisogna saper scherzare.”
Rapporto con Zanetti e il gesto di Balotelli: “Il rapporto e l’amicizia che ho con Zanetti e con la sua famiglia è speciale. E’ nato un rapporto molto bello, mi ha aiutato molto al mio arrivo. Posso solo ringraziarlo. Il primo trofeo di quel ciclo è toccato a me perchè lui era in Nazionale. Balotelli contro il Barcellona ha sbagliato, era molto giovane. Non c’è stata aggressione, è stata una presa di posizione forte.”
Milito: “Sarà sempre El Principe. Non so come Maradona non l’abbia fatto giocare, così come la non convocazione di Zanetti, così come Diego e Sneijder non premiati per il Pallone d’Oro. Rimarrà per sempre come colui che ci ha dato grosse soddisfazioni.”
Tifosi: “Mi faceva impazzire quando facevano il coro per ogni giocatore. Non dimenticherò mai quando facevo un recupero e gridavano il mio nome. Mi arrivava una forza che non sapevo di avere. Il tifo è fondamentale per ogni giocatore. Si sente quando stai sbagliando, bisogna essere forti mentalmente, altrimenti a San Siro non ce la fai. Al tifoso dell’Inter basta che dai l’anima. Vogliono vincere sempre, se non corri al Meazza cosa fai? Hai corso tutta la vita per arrivare in quello stadio. Mi da fastidio quando un calciatore non fa uno sforzo in più.”
Calciatore colombiano che prenderei? “Luiz Diaz, ma il Porto lo ha già preso. E’ molto bravo nell’uno contro uno. Farebbe bene all’Inter. C’è tempo, è giovane, perchè no?”
Ronaldo il Fenomeno: “Per me, nonostante Messi e CR7, è difficile da descrivere. Anche negli allenamenti, faceva cose che non pensavi esistevano. Se le inventava. Aspettavamo l’allenamento per vedere cosa faceva di nuovo. Non so se le studiava, erano così veloci in campo aperto, era impossibile.”
Adriano? “Penso poteva essere molto vicino a Ronaldo. Forza devastante, lui e Ibra in allenamento erano due titati che si affrontavano. Aveva una forza nel calciare tremenda. Aveva altre doti. Poteva vincere il Pallone d’Oro, ma non è al livello di Ronie”.
Moratti: “Potrei scrivere un libro per lui. L’ho sentito pochi giorni fa, ha un dono: quando parli con lui ti solleva. E’ stato un genitore per tutti noi. Ha avuto una fiducia mai vista da un presidente.”
Lautaro? “Mi auguro rimanga. Penso che le gioie che si può prendere all’Inter non sono paragonabili alle altre. Questa è la sua Inter. Ovunque lui vada, non sarà la sua squadra. Deve godersi le vittorie che arriveranno con l’Inter. Arriveranno presto perchè stanno lavorando per vincere.”