Coronavirus, il mercato torna al passato: come cambiano le trattative
Il racconto dettagliato del giornalista Fabrizio RomanoL’emergenza coronavirus non ha solamente stravolto il mondo del calcio giocato, costretto a prendersi qualche settimana di pausa in attesa che la situazione torni alla normalità, ma anche il grande palcoscenico del mercato che inevitabilmente dovrà riadattarsi e tornare ai vecchi tempi. Come spiegato dall’esperto giornalista del settore Fabrizio Romano, le trattative più calde negli ultimi anni si sono spesso adagiate sui mesi di marzo e aprile, con sondaggi, incontri diretti e blitz top secret.
Adesso che tutto è bloccato, però, si sta assistendo ad un ritorno al passato con il supporto della tecnologia a dare una mano. Un grave disagio innanzitutto per gli agenti dei calciatori, come racconta Romano: “Le telefonate sono sempre state e restano al centro di tutto, chiaro. Ma il contatto umano nel calciomercato ha un ruolo ancora fondamentale. Le hall degli hotel di Milano già in queste settimane ospitavano i blitz di diversi ds e agenti, perché preparare un acquisto significa vedersi, parlarsi, studiare ‘i numeri’, spesso trovarsi a cena in centro. E invece stop, stand-by: tutti a casa, non si può più per qualche settimana”.
Ma non solo, perché – come racconta il giornalista su calciomercato.com – anche i dirigenti dei club dovranno adeguarsi all’emergenza: “Non immaginate quante volte i dirigenti di Juventus, Inter o Milan in centro a Milano preparano le trattative con mesi di anticipo: una cena, un pranzo, un incontro in hotel anche a metà marzo può aprire un canale, magari un acquisto a costo zero che rischia di essere rallentato in maniera determinante”.
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