Il rigore negato ieri al Torino per il fallo di Ranocchia su Belotti, per quanto nettissimo, sta facendo gridare tutti allo scandalo in una maniera clamorosamente gonfiata, quasi ai limiti del ridicolo. Nessuno vuole difendere l’errore del direttore di gara, sia chiaro: quel penalty era sacrosanto e con ogni probabilità avrebbe messo la pietra tombale sulla partita. Inspiegabile anche come il VAR abbia confermato la sua decisione.
Tuttavia, mentre GdS e TS si limitano a condannare l’errore e commentarlo, Corriere dello Sport calca decisamente più la mano, definendolo addirittura “l’errore più grave della storia del VAR” e parlando di “fallimento dell’AIA”. Un po’ eccessiva da un quotidiano di questo calibro un’esposizione del genere.
Qualcuno ha la memoria molto corta. Definire questo, come ha fatto il Corriere, “l’errore più grave della storia del VAR” è fuorviante. Forse ci si è dimenticati del rigore dato alla Juventus nel finale di gara contro l’Inter a San Siro. Il VAR NON poteva intervenire e NON doveva intervenire, avendo giudicato il direttore di gara un’azione di gioco. Eppure, contro il protocollo, la sala VAR è intervenuta eccome, negando due punti all’Inter. Di quell’errore ci si è dimenticati?
E forse ci si è dimenticati anche della topica clamorosa di Abisso in Fiorentina-Inter 3-3, quando regalò un rigore per tocco di braccio inesistente ai viola al 97 esimo? Lì fu addirittura più grave, perché rimase diversi minuti al VAR a visionare il nulla (la palla toccò solo il petto in maniera evidentissima) per poi infischiarsene e regalare di fatto un rigore alla Fiorentina.
Sicuri questo sia l’errore più grave della storia del VAR? In questa stagione, così come in quelle passate, se ne sono visti diversi clamorosi, eppure spesso sono stati minimizzati. Forse, la vera differenza, quello che fa veramente rabbia ad alcuni, tra questo ed altri casi, è la squadra che ha beneficiato dell’errore…
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