Crespo: “Mi sarebbe piaciuto giocare con Lautaro. E’ completo, mi piace la sua mentalità”
Parola dell'ex bomber nerazzurro che di argentini se ne intende parecchioI numeri lo certificano: gli attaccanti argentini nel reparto avanzato dell’Inter nell’ultimo ventennio hanno sempre portato bene. Da Julio Cruz e il principe Diego Milito, fino ai più recenti Mauro Icardi e Lautaro Martinez. Senza dimenticare un grandissimo centravanti come Hernan Crespo, legatissimo ai colori nerazzurri, oggi rientrato in Argentina dove attualmente allena il Defensa y Justicia. In collegamento con gli studi di Sky Sport 24, proprio l’ex centravanti che in Italia ha lasciato bei ricordi anche alle tifoserie di Parma, Lazio e Milan, nel pomeriggio ha ripercorso la propria carriera da calciatore e non solo. Ecco la lunga intervista:
NUOVA CARRIERA – “Mi piacerebbe allenare le squadre dove ho giocato. Io vorrei tornare a San Siro, sogno tutti i giorni di tornare in quello stadio. Io ora alleno in Argentina, sto provando a fare la mia gavetta qui in modo da poter tornare in Europa e in Italia. Mi sono innamorato da subito dell’Italia, i tifosi mi hanno dato un affetto incredibile. Se allenerei mai la Juve? Prima me lo devono proporre, normale che l’affetto che provo per Inter e Milan sia diverso. Non lo so, non rientra nei miei pensieri. In Italia vivono le mie tre figlie, i miei amori: la preoccupazione legata al momento è tanta, però so che stanno bene. Si vive un po’ così, è dura ma bisogna imparare a convivere con le cicatrici”.
GLI ALLENATORI – “Ancelotti è stato molto importante all’inizio, ha avuto tanta pazienza, è stato un maestro per me. Mi ha insegnato come si vive in Italia, come si pensa, cosa fa la differenza in Serie A. La metodologia di allenamento di Mourinho ci ha insegnato a divertirci pur lavorando molto bene. Di Erikssson ricordo la capacità di gestire il gruppo, di Mancini la capacità di scegliere i giocatori, mentre Malesani mi ha insegnato come preparare una partita guardando anche alle caratteristiche degli avversari. Tutti mi hanno insegnato tanto, però ora farò il mio percorso come è stato da calciatore”.
ESPERIENZA ITALIANA – “Come giocatore mi sono completato alla terza/quarta stagione al Parma. Il Milan del 2005 che ha perso la finale di Istanbul il più forte? Se si guarda i risultati allora no, ma era impressionante per la qualità di gioco espressa. Solo sentire quella formazione faceva impressione, ogni allenamento era un apprendistato, era bellissimo far parte di una società guidata in maniera esemplare da Berlusconi, Galliani e Braida, ti facevano sentire un giocatore vero. In nerazzurro sono stati anni magici, ricordo il 4-3 in rimonta in Supercoppa contro la Roma o la doppietta in Champions contro l’Ajax ad Amsterdam. Quando arrivai all’Inter era una squadra che non vinceva, poi cambiò tutto. Lazio? Esperienza fantastica, impressionante. Quando uscivamo a Roma sembravamo i Beatles, era difficile fare anche una passeggiata. Così ho scoperto Roma di notte e ho conosciuto la più bella città del mondo”.
CENTRAVANTI ARGENTINI – “Chi sceglierei tra Lautaro, Dybala e Icardi? Dipende da chi sono gli altri dieci. Lautaro lo stiamo conoscendo ora. Se può essere il nuovo Aguero? Sì, forse meno pulito nel dribbling ma più uomo squadra rispetto a lui. Lautaro è sempre nel vivo del gioco, può giocare con un altro attaccante vicino, in un tridente, è completo. E ha una testa che a mi piace molto. Chi sarebbe attualmente il mio compagno di reparto ideale? Purtroppo non gioco più, però mi piacerebbe giocare proprio con Lautaro, sono curioso di vedere la sua crescita. Lewandowski? E’ un giocatore alto ed elegante, mi piace molto. Così come Suarez e Benzema. Senza citare CR7 e Messi”.
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