Cristiano Zanetti: “5 maggio? Destino, nessuno ha colpe. Senza gli infortuni di Ronaldo e Vieri…”
L'ex centrocampista nerazzurra ammette: "Non abbiamo perso lo scudetto all'Olimpico"Cristiano Zanetti, ex centrocampista dell’Inter, si è concesso ai microfoni de Il Posticipo per ripercorrere le tappe più importanti della sua carriera. Ecco le sue parole: “Ho giocato all’Inter e alla Juve, alla Roma e alla Fiorentina. Sono stato bene da tutte le parti, non ho nessun rimpianto. Quando stavo bene giocavo, quando stavo così e così giocavo lo stesso, quando non stavo bene le società cercavano di recuperarmi il prima possibile e per questa ragione ho avuto spesso ricadute peggiori dei miei infortuni. Oggi vedo giocatori restare fermi per 2-3 settimane per un infortunio, io invece rientravo subito. Giocavamo a grandi ritmi, c’erano sempre tanti campioni da affrontare in tutte le partite, ogni gara era una battaglia, in questo senso era un calcio diverso”.
Il 5 maggio: “È stata dura, Lazio-Inter era stata una partita strana. Comunque noi non abbiamo perso lo Scudetto il 5 maggio. Quella Lazio era fortissima. C’erano Nesta, Nedved, Crespo, Stankovic, Veron: insomma era una signora squadra. Abbiamo perso punti nelle giornate precedenti, ad esempio in casa contro l’Atalanta. È stato destino, non possiamo farci niente. C’è rammarico perché ha fatto gol Simeone, un ex Inter che oggi i tifosi nerazzurri acclamano eppure quel gol di testa l’ha fatto lui. Non è stata colpa di nessuno. Abbiamo dato il massimo in quel campionato, abbiamo giocato per tutto l’anno senza due fenomeni come Ronaldo e Vieri: per certi era quasi incredibile essere davanti alla Juve e alla Roma a maggio. Ventola e Kallon hanno fatto miracoli nonostante fossero giovani nel 2002. Quando Ronaldo e Vieri sono rientrati ci hanno dato una grossa mano: se fossero stati disponibili fin dall’inizio, quel campionato sarebbe finito prima di cominciare”.
L’addio all’Inter e la Serie B con la Juventus: “Ho firmato a gennaio e ad aprile è scoppiato tutto, ma non ho avuto nessun problema a portare avanti la scelta che avevo preso. Ci siamo ritrovati in B e mi sono rimboccato le maniche. C’erano tanti giovani e qualche vecchietto, abbiamo vinto il campionato e siamo tornati in A. Non ho nessun rimpianto per essere andato alla Juve. L’Inter non aveva intenzione di rinnovarmi il contratto, mi ero guardato intorno: avevo due-tre opzioni tra le mani, la scelta migliore per me in quel momento era la Juve. Quando avevo firmato c’era il problema di trovare spazio in mezzo al campo: giocavano Vieira ed Emerson. Capello mi voleva, poi è successo quello che è successo. Penso di essermi comportato bene alla Juve. Ho avuto qualche infortunio e il fatto di dover rientrare sempre prima possibile mi ha penalizzato. Oggi le rose sono ampie, prima erano più ridotte. Il calendario era fitto tra impegni di club e con la Nazionale. Fare la Champions è stata una fortuna, ma implicava saltare qualche gara in più quando ero infortunato”.
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