Cruz: “Scelsi l’Inter per Cuper. Adriano? Ostacolato da problemi personali. Spero Conte vinca lo scudetto”
'El Jardinero' ha rivissuto le tappe più importanti della sua carriera da calciatoreL’APPRODO IN ITALIA
Lei seguiva il calcio italiano da ragazzo in Argentina?
“Sì, l’ho sempre seguito perché c’era Maradona. Alla fine degli Anni ’80 in Argentina tutti guardavamo con passione il Napoli di Diego”.
Perché ha scelto il Bologna nel 2000?
“Dopo il Feyenoord potevo andare in Inghilterra, ma volevo il calcio italiano così ho accettato l’offerta del Bologna. Sono stati importanti Oreste Cinquini e Francesco Gazzoni. Il presidente Giuseppe mi voleva e mi ha sostenuto all’inizio quando facevo fatica. Mi voleva bene. I tifosi hanno avuto pazienza con me. Ho avuto qualche difficoltà nei primi mesi, ma quando Guidolin mi ha spiegato come muovermi ho iniziato a fare bene. In quel Bologna poi c’erano grandi giocatori come Beppe Signori e Tomas Locatelli”.
Se le dico ‘Inter’ che cosa le viene in mente?
“Quando ho saputo che l’Inter mi voleva, tutti mi dicevano di cercare un’altra squadra. Al Bologna avevo fatto bene e mi volevano tante squadre. Ho scelto l’Inter perché c’era Cuper. Il 5 maggio 2002 avevo visto Lazio-Inter: i nerazzurri avevano perso uno scudetto all’ultima giornata in maniera molto strana, non ci volevo credere. Volevo andare all’Inter per fare qualcosa di buono. Sentivo che vincere lì sarebbe stato speciale. Purtroppo dopo il mio arrivo Cuper è andato via, ma sapevo di essere nella squadra giusta. All’Inter mancava un po’ di fortuna. C’erano buoni giocatori che non vincevano niente da tanti anni”.
Lei ha indossato la maglia numero 9 dell’Inter: era pesante?
“Non ci ho mai pensato perché un giocatore sa cosa vuole e cosa può dare. Volevo giocare e ho cercato di sfruttare al massimo lo spazio che mi è stato dato. Ho provato a fare bene ogni volta che ho giocato”.
C’erano tanti argentini all’Inter: si è sentito di nuovo a casa?
“Sì, è vero. Però quando sono arrivato all’Inter parlavo già italiano e mi sono inserito subito. Ricordo con piacere Francesco Toldo: era una persona fantastica, abbiamo ancora un bel rapporto. Poi c’erano Figo e Mihajlovic. Era una bellissima squadra. Mancini ha fatto di tutto per cercare di vincere con l’Inter”.
Nel 2006 lei ha disputato il Mondiale con Messi e all’Inter è arrivato Ibra: con chi è più facile giocare?
“Messi era giovane, doveva ancora esplodere. Al Mondiale coi piedi faceva già ciò che voleva, nessuno riusciva a portargli via il pallone. Poi è diventato un fenomeno. Ibra invece era un giocatore affermato nel mondo del calcio. Io e Zlatan abbiamo fatto benissimo perché avevamo lo stesso fisico e occupavamo lo stesso posto in campo. Un anno abbiamo segnato tanti gol. Però ricordo anche quando giocavo con Recoba o Crespo, Adriano o Martins. Se sei in una grande squadra come l’Inter devi fare bene con tutti”.
Adriano ha fatto meno di quello che ci si aspettava da lui: le dispiace?
“Sì, perché era un ragazzo in gamba e sarebbe potuto diventare un grandissimo. In quegli anni Adri ha avuto problemi personali. Mi dispiace perché avrebbe potuto fare ancora di più con l’Inter”.
Ricorda Calciopoli nel 2006?
“È stata una pagina scura del calcio italiano. Tanti pensavano che c’era qualcosa che non andava, ma nessuno ne aveva la certezza finché non è uscito tutto quello che è uscito. Ho cercato di spiegare sempre che gli italiani non erano quelli che avevano fatto Calciopoli. Chi ha sbagliato ha pagato: giusto così”.