Cruz: “L’Inter sempre nel cuore. Messi? Mi piacerebbe vederlo a Milano. Adriano il più forte, che legame con Ibra! Su Lautaro…”
El Jardinero ricorda anche il legame con Moratti: "Più che un presidente era un tifoso"Julio Ricardo Cruz, ex attaccante dell’Inter, si è concesso ai microfoni di 90min.com per ripercorrere le tappi più importanti della sua carriera in nerazzurro e fare il punto sui temi più caldi che tengono banco in casa Inter.
Non si può non partire dal sogno Messi: “Ancora non c’è niente di ufficiale, anche se le ha lasciato intendere chiaramente quale sia la sua volontà. Il rapporto con il club si è incrinato e poi ci sono anche questioni personali. Per il Barcellona è sicuramente doloroso dopo tanti anni insieme. Ho dato un’occhiata alle statistiche e credo sia la prima volta che Lionel concluda la stagione senza vincere neanche un titolo con il Barça. Adesso è normale che ci siano alcune società come Inter, Manchester United, Manchester City e PSG che stanno lavorando per coronare il sogno di vederlo con la propria maglia. Tutti club prestigiosi con presidenti che hanno investito molto”
L’opzione nerazzurra: “A me piacerebbe vederlo nell’Inter. Ho giocato lì, ho un forte legame con la società e provo un grande affetto nei confronti dei tifosi. Se poi guardo al progetto e ai giocatori credo che il PSG abbia fatto le cose in maniera corretta negli ultimi anni. Hanno campioni come Neymar e Mbappé e indipendentemente dal risultato della finale di Champions è una squadra davvero interessante”.
La parentesi in nerazzurro e l’Inter del presente: “Per me l’Inter è speciale. Sono stati tanti anni pieni di successi. Da qualche anno ha iniziato un nuovo percorso societario ed essere arrivati in finale di Europa League è comunque importante. Poi è chiaro che quando si arriva in finale si pensa automaticamente che si debba vincere. Dall’altra parte però c’era il Siviglia che ha una grande tradizione nella competizione. Io credo che la strada sia quella giusta e spero che si possa aprire al più presto un nuovo ciclo di successi. Io credo che con Conte e questi giocatori si possa lottare sia in Italia che in Europa. Già in questa stagione ad un certo punto sembrava che l’Inter potesse farcela. Quest’anno l’Inter ha fatto un grande percorso, poi il lockdown ha complicato le cose, ha pareggiato partite che andavano vinte. Si era avuta l’impressione che la Juve potesse perdere qualche punto per strada e l’Inter ha chiuso solo un punto dietro. C’è amarezza perché forse si poteva fare qualcosa di piu’.
Su Lautaro: “E’ bravo, giovane, non credo debba cambiare club per vincere qualcosa. Spesso i calciatori credono che per coronare i propri obiettivi professionali debbano per forza cambiare squadra. Lui è già in un grande club. Perché l’Inter è una delle 3 società più importanti in Italia e tra le più importanti in Europa. Io credo che l’obiettivo principale di Lautaro in questo momento debba essere vincere con l’Inter. Io almeno, quando giocavo ragionavo così. Per me ogni volta in cui arrivavo in un nuovo club l’unico pensiero era contribuire a costruire successi. L’Inter ha puntato su di lui e deve avere pazienza. Il calcio italiano non è facile e non è facile vincere in Italia”.
Il ricordo di Adriano: “Indipendentemente da quello che è stato il suo percorso fuori dal campo, io credo che abbia dimostrato in pochi anni di essere un grandissimo e non solamente con l’Inter, ma anche con il Brasile. Io credo che sia sottovalutato tutto quel che ha fatto in campo per alcuni comportamenti inopportuni che ha avuto fuori. Non credo che sia giusto. Adriano è uno dei giocatori più forti che io abbia visto giocare per l’Inter e per il Brasile. Faceva parte di una squadra con grandissimi giocatori. C’erano Ibrahimovic, Crespo, Recoba, Martins, Vieri e anche Balotelli”.
Su Moratti: “Era una grande Inter con lui che più che un presidente era un tifoso. Ereditò questa passione da suo padre e arrivò dove sognava portando l’Inter sul tetto d’Europa e del mondo”.
Il rapporto con Ibra: “È stato uno dei calciatori con cui ho avuto più intesa nella mia carriera. Nonostante giocassimo in una posizione simile e avessimo caratteristiche fisiche simili. Ibra è differente, non solo tecnicamente, ma nel modo di vedere il calcio. Ci intendevamo alla perfezione”.
La rivalità con la Juventus: “E’ sempre esistita. Hanno vinto molti titoli e i numeri e quello che abbiamo visto in Italia negli ultimi 10 anni raccontano questo. Non è mai bello vedere il proprio rivale vincere così tanto però l’Inter rimane un grande club”.
Su Mourinho: “Ho lavorato poco con lui. Sicuramente ciò che lo ha reso speciale è stato vincere la Champions con il Porto. Per l’Inter sarà un pezzo di storia per sempre perché ha avuto il merito di vincere il Triplete. Però non dobbiamo dimenticare che prima del 2010 è stato fatto un grande lavoro da parte di Mancini, che ha contribuito in maniera importante a preparare la squadra per quella vittoria”.
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