Nell’ultimo appuntamento con il format New Brothers di Inter TV dedicato agli acquisti nerazzurri dell’ultima sessione di calciomercato, quest’oggi è toccato a Juan Cuadrado insieme a Carlos Augusto. L’esterno colombiano, arrivato in estate a parametro zero dopo la lunga esperienza alla Juventus, è partito dalle sue origini nel mondo del calcio, svelando un divertente aneddoto sul soprannome ideato da Luca Toni ai tempi della Fiorentina.
ORIGINI – “Gioco a calcio da quando ero piccolo, più o meno da quando avevo cinque anni. Era un dono ricevuto dal cielo, ho sempre giocato a calcio. Se non avessi fatto il calciatore? Non so, credo di essere nato per giocare a calcio. Seguo il tennis, mi piaceva Federer. Tra i calciatori mi piacevano Ronaldinho e Ronaldo”.
RUOLO – “In Colombia giocavo da trequartista. Gli infortuni di alcuni compagni mi hanno fatto spostare a terzino, per emergenza mi hanno messo a giocare lì”.
CRESCITA – “Molti momenti difficili in carriera. Il più difficile quando ero ragazzo e sono andato in prova in alcune squadre in Argentina. A volte non mangiavo, o mangiavo una volta al giorno. Però ero concentrato sul mio obiettivo che era diventare un calciatore. Dopo sei mesi sono tornato in Colombia e non ho avuto l’opportunità di rimanere in Argentina”.
FAMIGLIA – “Il mio più grande sostenitore? La mia mamma, con lei ho un rapporto speciale, è la mia guerriera, tutto quello che sono è grazie a lei”.
SOPRANNOME – “Vespa? E’ nato con Luca Toni quando giocavo alla Fiorentina. A volte arrivavo sul fondo, crossavo e non c’era nessuno. Lui non ci arrivava e diceva: ‘Ma come faccio, lui va in vespa e io col cammello'”.
CARATTERE – “Difetti? volte mi arrabbio troppo facilmente, un pregio è l’allegria. Qualità? Velocità, dribbling e tecnica. La vita da spogliatoio per me è molto importante, i grandi gruppi nascono da uno spogliatoio unito, questa è la forza più grande”.
Si attende solo l'ufficialità per entrambi
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