Da Inzaghi a Oaktree: le fasi salienti dell’intervista di Marotta
Le parole del presidente dell'Inter
Intervistato nel giorno di Natale ai microfoni di Sky Sport, Beppe Marotta ha ripercorso lo splendido 2024 dell’Inter. Un anno che, oltre portare ai tifosi nerazzurri lo Scudetto della seconda stella, lo ha visto inaspettatamente diventare nuovo presidente del club interista dopo il passaggio di proprietà da Steven Zhang a Oaktree. Dal futuro di Simone Inzaghi passando ad una possibile carriera da politico dello sport, ecco le fasi salienti dell’intervista di Marotta:
PRESIDENTE – “Direi che è l’anno dell’Inter nel quale c’è l’operatività di Giuseppe Marotta, quindi chiaramente si coniugano queste due situazioni: il fatto di aver ricevuto molto dall’Inter e aver dato la mia esperienza all’interno di certi obiettivi”.
TOP CLUB IN EUROPA – “Devo dire che è ritornata a essere una delle protagoniste più autorevoli, nel senso che la storia e il palmares di questa società calcistica ci dicono che i trofei vinti sono tanti così come le Champions League e gli Scudetti, quindi siamo tornati in quel palcoscenico più consono alla storia. In questo momento con la nuova proprietà stiamo dando continuità a questa situazione.“
INZAGHI – “Ha dimostrato di essere un grande professionista e una persona molto intelligente. È arrivato in punta di piedi nell’Inter, non ha fatto proclami, si è adeguato a un ruolo molto importante ed è cresciuto man mano che otteneva risultati. Uno dei suoi aspetti fondamentali è il riconoscimento di essere un leader di questa squadra e la capacità di inculcare quelli che sono i concetti vincenti: la cultura del lavoro, il senso di appartenenza, la grande passione verso questo sport. Tutte queste componenti, supportate dal lavoro del management societario – quindi da Ausilio, da Baccin, da Zanetti – ha fatto sì che si creasse una simbiosi che ci ha portati, direi, abbastanza lontani“.
SCUDETTO – “Credo che la griglia sia sempre la stessa perché oggi siamo in una situazione di fine girone d’andata, o quasi, e le favorite sono sempre le stesse. C’è un gruppettino di testa che è composto da Atalanta, Inter e Napoli, ma Milan e Juventus sono pronte a riagganciarsi, quindi siamo veramente in una fase interlocutoria. Credo invece che una delle grandi favorite quest’anno sia l’Atalanta perché ha raggiunto quella maturità, quella credibilità, quella convinzione che non aveva mai avuto. Penso che sia un grande modello da seguire, non certo nei grandi club perché è difficile, però ha dato dimostrazione di poter vincere senza spendere tanti soldi“.
VITA DA PRESIDENTE – “Intanto devo ringraziare questa proprietà perché mi ha dato fiducia da subito nominandomi presidente di una società come l’Inter, che è qualcosa di straordinario. E lo è per me, per la mia carriera. Quindi da una parte c’è lo stimolo a fare sempre meglio, dall’altro il riconoscimento da parte della proprietà per la fiducia, sempre nell’ottica di far sì che il cammino dell’Inter sia un cammino vincente, pieno di risultati. Non è cambiato molto se non la passione, l’impegno e la dedizione che avevo prima e che oggi è ancora di più“.
FUTURO DA POLITICO? – “Mi fa piacere, io sono un amante e innamorato del mondo del calcio e dello sport, quindi è chiaro che sono molto contento della mia carriera, sono contentissimo di fare il presidente dell’Inter e osservo le varie situazioni. Faccio un esempio, una delle grosse pecche che il nostro sistema oggi ha è quello di non poter garantire lo sport in modo gratuito a tutti i bambini. Il ministro Abodi è un ministro moderno, un ministro molto acuto. Serve che insieme a un altro ministro, che è Valditara, creino questo connubio tra attività scolastica e attività sportiva per garantire lo sport gratuitamente a tutti i giovani“.
CARRIERA – “Nella parte seconda della mia vita, che è questa, cerco di dare quello che ho ricevuto. Gli insegnamenti che ho ricevuto cerco di trasmetterli a quelli che sono più giovani di me. Io mi diverto ancora moltissimo, se non provassi questo divertimento non farei questo lavoro perché bene o male negli anni ho dato tanto e la passione è quello che stimola, l’adrenalina che ti dà una partita, credo che nella vita normale non te la dà niente, nessuno. All’Inter sto bene, per cui assolutamente spero di dare e contribuire a dare risultati“.
BLOCCO INTER – “Se hai undici talenti non vinci assolutamente nessuna competizione. L’importanza di uno sport di squadra è mettere insieme, creare una simbiosi tra giovani e meno giovani. Noi abbiamo creato un equilibrio da questo punto di vista tra giovani e giocatori di esperienza, il più vecchio è Acerbi che ha 36 anni; l’esperienza non la si mette in pratica solo nel terreno di gioco ma in quel lavoro oscuro che è lo spogliatoio, e quindi io ritengo che noi abbiamo messo insieme una squadra che ha queste componenti, cioè la dinamicità e l’entusiasmo del giovane e l’esperienza e la saggezza del meno giovane”.
ITALIANI ALL’INTER – “È un vantaggio e credo che anche i risultati conseguiti lo dimostrino. In Italia il campionato è qualcosa di unico, di particolare, la pressione che c’è qui non c’è in nessun altro paese europeo, e quindi è importante che chi viene in Italia debba conoscere il suo habitat. E allora gli italiani conoscono il proprio habitat, sanno cosa vuol dire andare a Lecce, a Cagliari, ad Empoli e trovare delle difficoltà e cercare di superarle. Lo zoccolo duro di italiani ha questi vantaggi e poi è anche un orgoglio mettere a disposizione della nostra Nazionale dei giocatori“.
OAKTREE – “Oaktree è arrivata in punta di piedi e in modo molto silenzioso, ma il confronto con loro è quotidiano e positivo, tutto volto a garantire continuità al club nella ricerca della sostenibilità; questa sostenibilità avviene attraverso delle linee guida che ci hanno indicato, che abbiamo concordato insieme e che dobbiamo mettere in pratica. Queste linee guida sono quelle di comporre una rosa che possa rispondere a dei limiti economici dal punto di vista del costo del lavoro, a un’età media che possa garantire anche il fatto di comprare, quindi acquisire, investire su giovani che rappresentano un patrimonio perché oggi avere un patrimonio all’interno dell’azienda è un elemento che contribuisce a dare sostenibilità. Questo è quello che noi stiamo facendo e che maggiormente faremo nella stagione futura: garantire la massima competitività attraverso giocatori, magari più giovani rispetto a quelli che abbiamo oggi, ma che rappresentino anche qualità, professionalità e allo stesso momento anche un patrimonio”.