Dal dribbling di Ronaldo a “la prende Vecino”, passando per il 5 maggio: Inter-Lazio è la sfida del destino
Finali entusiasmanti e cadute sul traguardo, il gol di Ronaldo a Marchegiani e le lacrime del Fenomeno all'Olimpico: quando si incontrano nerazzurri e biancocelesti lo spettacolo è assicuratoCampioni indiscutibili, cambi di maglia, gemellaggio tra tifoserie e imponenti scherzi del destino: un incontro tra Lazio e Inter non è mai stato un match come tanti, tra finali all’ultimo sangue, cadute sul traguardo e spareggi europei le due squadre hanno sempre offerto uno spettacolo puro a tutti gli amanti del calcio. Riviviamo i precedenti più importanti tra le compagini:
LA FINALE DEI PRINCIPI
Il primo incontro di un certo spessore tra nerazzurri e biancocelesti non si gioca né all’Olimpico né a San Siro, ma nella splendida cornice del Parco dei Principi di Parigi; il 6 maggio 1998, nella prima finale unica della storia della Coppa Uefa (fino all’anno precedente si disputava andata e ritorno a campi alterni) l’Inter di Gigi Simoni si impone con un netto 3-0 sulla Lazio di Nedved, Nesta e dei futuri nerazzurri Stankovic, Almeyda, Jugovic e Mancini. Il tabellino è tutto a tinte sudamericane: dopo pochi minuti sblocca il cileno Ivan Zamorano mentre nella ripresa il successo viene suggellato dalla botta portentosa di uno Zanetti ancora non capitano e dall’iconico doppio passo di Ronaldo su Marchegiani. Il gol del fenomeno è diventato, negli anni, patrimonio anche sociale e culturale, citato anche in film, pubblicità e video musicali.
VENDETTE FINALI
Bruciante sconfitta quella nella finale di Coppa Uefa, ma per la squadra di Cragnotti la vendetta è dietro l’angolo: nel 2000 sono ben due le finali vinte dalla Lazio ai danni dell’Inter, la prima in Coppa Italia, passata alla storia per il tragico infortunio di Ronaldo nel match di andata e dal palo di Recoba in pieno recupero al ritorno. La seconda, in estate, in Supercoppa, con la squadra di Sven Goran Eriksson, nel frattempo vincitrice anche del secondo scudetto della sua storia, che batte quella di Marcello Lippi per 4-3. In quel match andarono a segno anche alcune meteore nerazzurre come Vampeta e Roby Keane.
IL 5 MAGGIO
L’Inter di Simoni trionfa in Europa ma, con molte polemiche, non riesce a bissare il successo anche in campionato. Passano 4 anni che sembrano una maledizione, con cadute e infortuni gravi, ma nel 2002 la squadra di Cuper si presenta all’ultima giornata prima in classifica e padrona del proprio destino. Nuovamente contro la Lazio, stavolta all’Olimpico, l’Inter passa in vantaggio ben due volte con i gol di Vieri e Di Biagio, ma viene raggiunta dalla doppietta di Poborsky e poi crolla definitivamente nella ripresa sotto i duri colpi dell’ex Simeone e di Simone Inzaghi. Un duro colpo per l’ambiente nerazzurro che aspettava da ben 13 anni lo scudetto numero 14. Un duro colpo anche per Ronaldo che viene sostituito e scoppia in lacrime in panchina. Il fenomeno non vestirà mai più la maglia nerazzurra.
OH NOOO
Nel decennio tra il 2000 e il 2010 il vento cambia e l’Inter torna a essere una potenza calcistica in linea con la sua storia: nel 2010 Josè Mourinho guida una squadra alla ricerca del quinto scudetto consecutivo e della sua terza Champions League, a 45 anni di distanza dall’ultimo successo nella massima competizione europea. Il 2-0 dell’Olimpico non ammette repliche, Samuel e Thiago Motta suggellano una vittoria che evidenzia l’enorme differenza di valori delle due squadre. Dalla curva dei tifosi biancocelesti si innalza uno striscione con la scritta “Oh Nooo”, sfottò rivolto ai sostenitori della Roma, acceso rivale dell’Inter nella corsa al tricolore. A fine stagione la squadra del tecnico portoghese vincerà tutte e tre le competizioni in cui era impegnata: scudetto, Coppa Italia e Champions League.
LA PRENDE VECINO
Dopo un ridimensionamento societario l’Inter passa ben sei anni senza centrare la qualificazione in Champions League. Il 20 maggio 2018 diventa una sorta di spareggio europeo per gli uomini di Luciano Spalletti, impegnati all’Olimpico contro la Lazio di Simone Inzaghi, a cui basterebbe anche il pareggio. I biancocelesti passano in vantaggio ben due volte, nonostante il momentaneo pareggio di D’Ambrosio. Allo scadere, però, i nerazzurri prima pareggiano con Mauro Icardi e poi passano definitivamente con il colpo di testa di Matias Vecino che manda la squadra in Champions, i tifosi in visibilio e la società “a riveder le stelle”.