Dall’apoteosi all’assurdo corto circuito, passando per una valanga di gol: la storia di Icardi all’Inter
L'attaccante argentino è stato prelevato dalla Sampdoria nell'estate del 2013, per 13 milioni di euroSenza parole, guardarsi intorno e non capire cosa sia realmente successo. Ecco come si sono sentiti i tifosi nerazzurri durante le puntate della telenovela di Mauro Icardi. È davvero successo che il capitano, bomber e uomo chiave dell’Inter abbia perso gradualmente leadership, titolarità e posto in squadra? La risposta la conosciamo e possiamo infine affermare che la storia interista non ha altre pagine libere da riservare all’attaccante argentino. Incredibile e difficile da realizzare, a maggior ragione se si torna all’indice del libro e lo si sfoglia tutto, trovando momenti indimenticabili e che mai avrebbero lasciato presagire un epilogo così scioccante.
Dal blucerchiato al nerazzurro: il ragazzino approda alla scala del calcio
Non l’avrà come tatuaggio sul corpo, ma la data del 9 luglio 2013 rimarrà per sempre scolpita nella vita di Mauro Icardi. Il grande salto è finalmente arrivato, un’ottima stagione in Serie A con la Sampdoria gli è valsa l’Inter: l’opportunità perfetta per svoltare definitivamente. 13 milioni complessivi per portare a termine l’operazione, che nel tempo ha rinforzato come non mai l’attacco interista. Le 23 presenze della prima stagione, con 9 gol realizzati, sono un inizio di un certo spessore, tenendo sempre presente che stiamo parlando di un ragazzo prodigio appena ventenne. L’annata, però, è condizionata da un fastidioso infortunio che lo limiterà non poco. Il primo gol interista lo trova il 14 settembre 2013, quando la squadra dell’allora tecnico Mazzarri pareggia 1-1 contro i rivali di sempre della Juve. La prima annata all’ombra del Meazza si caratterizza anche per qualche polemica di troppo lontano dal terreno di gioco. Maurito ritrova la sua ex squadra a Marassi il 13 aprile 2014. In maglia blucerchiata c’è da affrontare anche Maxi Lopez, precedente marito di Wanda, diventata da poco signora Icardi. Al momento dei saluti, il doriano rifiuta la stretta di mano del nerazzurro, innescando non poche chiacchiere nei giorni successivi.
L’affermazione definitiva e il titolo di capocannoniere
Per un attaccante non c’è niente di meglio che mettere quel pallone in porta e farlo meglio di tutti è una soddisfazione immensa. Un ventunenne venuto da Rosario veste alla perfezione il nerazzurro e segna come se non ci fosse un domani. La stagione 2014-’15 sancisce l’esordio in una competizione europea (l’Europa League) e la vittoria della classifica di capocannoniere, condividendo l’affermazione con Luca Toni. 36 le partite giocate in Serie A e 22 i gol. La squadra, pur avendo a disposizione un bomber ormai sbocciato, non ingrana e raggiunge un pessimo ottavo posto. Altro giro e altra polemica. Anche in questa stagione si alza un polverone in una vicenda alquanto inusuale. Non è più Maxi Lopez “l’avversario”, bensì il compagno di squadra e di reparto Osvaldo. Lo Juventus Stadium e dunque il derby d’Italia è teatro di uno scontro verbale tra i due, dopo che l’ex Roma non aveva ricevuto un pallone invitante. Altro evento non positivo si verifica l’1 febbraio 2015. Siamo al Mapei Stadium di Reggio Emilia. L’Inter cade 3-1 contro il Sassuolo. A fine partita Icardi va sotto la curva interista per chiedere scusa e regalare la maglia ai sostenitori. Questi ultimi rifiutano categoricamente la casacca, rispedendola al mittente e aprendo uno screzio che mai verrà risanato totalmente.
Il feeling perfetto con l’Inter e la fascia di capitano al braccio
Di “perfetto” nella stagione 2015-’16 a dire il vero c’è evidentemente molto poco. Sotto la guida di Mancini, la squadra continua a zoppicare, con estremi alti e bassi. Il quarto posto di fine anno vale solo l’Europa League, ma per Mauro Icardi si tratta dell’ennesima annata fatta di soddisfazioni personali. Miglior marcatore della rosa interista con 16 gol all’attivo, l’argentino viene nominato capitano a soli 22 anni. Una responsabilità che pesa come un macigno, appesantita dallo scetticismo generale per aver scelto un calciatore forte, ma pur sempre giovane. L’extracampo lo vede legarsi ancora di più a Wanda, che in questa stagione diventerà sua agente. Per il terzo anno consecutivo le polemiche infiammano la permanenza milanese dell’argentino. In questo frangente è la curva nord a scontrarsi nuovamente con il capitano. L’attaccante pubblica la sua biografia, con un passaggio abbastanza polemico ed infelice verso l’episodio del rifiuto della maglia contro il Sassuolo durante la scorsa stagione. La curva risponde a tono con un chiaro striscione: “Non sei uomo, non sei capitano, sei solo una vile me*******”. Morale della favola: libro ristampato con la parte eliminata e caso rientrato solo per modo di dire.
L’asticella si alza e Icardi supera l’esame da capitano
Zittiti gli scettici, il resto dei tifosi si alza in piedi e applaude con forza e regolarità il proprio capitano. Il numero 9 è una presenza indispensabile in campo per giocatori, allenatore e piazza intera. Dal 2010 che non si vinceva un derby d’Italia e a pensarci, il 18 settembre 2016, è proprio Icardi con il gol decisivo del 2-1 al Meazza. Non è tutto oro quello che luccica. La storia tra l’argentino e l’Inter è, però, strana. I risultati individuali sono strepitosi, ma la squadra non trova la via giusta, perdendosi in un vortice che porterà ad un inguardabile settimo posto. Record assoluto di gol per Maurito, che arriva a quota 24. Il 5 aprile 2017 l’argentino trova anche il primo gol nel derby della Madonnia, terminato per 2-2.
L’annata migliore con Spalletti e l’approdo in Champions
Fin qui nulla da dire al giocatore: ottime prestazioni, rendimento da top attaccante in Europa e responsabilità da capitano ben rispettate. Se pur con qualche errore di percorso, il rapporto con i tifosi è ottimo e l’Inter non può prescindere dalla sua stella più brillante. Una sola è la richiesta che viene fatta a gran voce dalla piazza: prendere la squadra per mano e aprirgli le porte della competizione più prestigiosa d’Europa. Detto fatto, anche se di mezzo ci sarebbe una stagione al cardiopalma e ricca di colpi di scena. L’Inter si riprende la Champions e Icardi torna ad essere capocannoniere, questa volta con 29 gol e allo stesso livello di Ciro Immobile. Di meglio non si poteva chiedere, finalmente Maurito aveva trasformato le proprie prestazioni in successi di squadra costanti e duraturi. Il 3 dicembre 2018 entra definitivamente nella storia del club milanese, raggiungendo Mario Corso e varcando la soglia della top ten dei migliori marcatori nerazzurri di tutti i tempi. In stagione arriva anche un poker personale, segnato alla Samp a Marassi il 18 marzo 2018.
L’esordio sontuoso in Coppa Campioni e la clamorosa separazione
Il meglio sta per arrivare. Dopo aver conquistato l’Europa, adesso Icardi e compagni vogliono lottare e ben figurare in uno dei gironi di ferro della competizione. Terzo posto a testa alta, con un Maurito spesso decisivo. Primo gol in Champions al Tottenham, nella meravigliosa e magica rimonta nella giornata numero 1. Gol fondamentali ad Eindhoven e anche Milano contro il Barcellona. L’ultimo, contro il PSV in casa, non è valso la qualificazione ma anche nel parco giochi dei migliori, Icardi ha dimostrato di poterci giocare con estrema tranquillità. La stagione, comunque, sembra poter riservare ancora soddisfazioni alla rosa di Spalletti, visto il buon rendimento, ma dato che stiamo parlando dell’Inter è da tenere in considerazione che se una cosa può andar bene e senza sussulti, allora quella cosa andrà per forza di circostanze a complicarsi. Chiamatelo dna, tradizione, destino o in qualsiasi altro modo. I nerazzurri arrancano e la Champions la raggiungeranno all’ultima giornata. Uno dei fattori scatenanti è sicuramente la rottura completa e definitiva di Icardi e il suo entourage con la società. I gol cominciano a scarseggiare non appena il calendario 2018 viene mandato in archivio e su una parete di casa ne campeggia uno nuovo con la scritta 2019. L’annata diventa controversa e assurda il 9 febbraio 2019. L’ultima partita di Icardi prima del fulmine a ciel sereno è un’anonima prestazione da 6 in pagella in Parma-Inter. Da lì in poi scoppia il caso che gli farà perdere fascia di capitano, posto in squadra e credibilità. Rientra ad aprile e chiude la stagione con 11 gol e 29 presenze, ma il rapporto è ormai logoro e soltanto il quarto posto placa apparentemente gli animi.
L’era Conte e il tramonto del 9 venuto da Rosario
Appare scontato, dunque. Mauro Icardi non rientra nei piani societari e tecnici. Antonio Conte, che nel frattempo ha preso il posto del buon Spalletti, ha deciso. Le parti sembrano irremovibili. Maurito lascia intendere di voler combattere per un posto in squadra, dimostrando di poter dare ancora tanto all’Inter. Trovare una soluzione alternativa non è facile, fin quando non arriveranno al momento fantomatiche offerte soddisfacenti. Il club ha già dei nomi per il nuovo corso, ma una domanda sorge spontanea, almeno nella testa di tanti tifosi: ne vale davvero la pena? Sul finire del mercato estivo, a pochi minuti dal gong finale, da Milano a Parigi è il tempo di un tweet: Mauro Icardi saluta tutti e riparte dalla Torre Eiffel.