Dalle stalle alle stelle: il cammino della Primavera nella NextGen Series
Domenica 25 marzo, l’ Inter Primavera guidata da mister Andrea Stramaccioni vince la NextGen Series, quella che tutti nei giorni prima della gara si sono divertiti a definire la “Champions dei giovani”, per rendere più appetibile la notizia anche ai non addetti ai lavori. Per i giovani ragazzi interisti è un giorno di gloria, anche la Gazzetta dello Sport concede il titolo in prima pagina all’ impresa nerazzurra, con tanto di articolo a tutta pagina all’ interno. La notorietà era arrivata già dopo la vittoria in semifinale, quando appunto tutti i siti ed i giornali di calcio hanno iniziato a parlare di questa “baby Champions”. Sappiamo tutti poi cosa è successo in questi giorni, con la chiamata di mister Stramaccioni alla guida della Prima Squadra, proprio dettata dall’ entusiasmo per questa straordinaria vittoria, che ha riportato il sorriso a Moratti e a tutto l’ ambiente interista, compresi noi tifosi. In pochi invece sanno, ancora compresi noi tifosi, cosa è successo prima, qual è la strada che l’ Inter Primavera ha percorso per arrivare al successo, quando è nata quell’ alchimia che ha consentito a Bessa di servire quell’ assist ad occhi chiusi per Longo. Proviamo a ripercorrere questo trionfale cammino:
PARTENZA DA INCUBI CON TANTI DUBBI – La Next Generation Series vuole rappresentare l’ oppurtunità unica per dei giovani di provare tutti gli aspetti di un vero torneo internazionale: giocare sfide ad alta tensione, affrontare diversi stili di gioco, effettuare lunghi viaggi, preparare 3 partite in 7 giorni. Il calibro delle squadre poi fa paura: Ajax, Barcellona, Liverpool, Sporting Lisbona e Manchester City per citarne alcune. La manifestazione ha avuto successo, tanto che dal prossimo anno si prevede un ampliamento da 16 a 32 squadre, con l’ inserimento anche del Milan. Che per l’ Inter fosse un onore partecipare alla prima edizione di questa prestigiosa avventura e che fosse una competizione di gran valore, gli esperti di calcio primavera lo avevano già capito ad Agosto. Anche Andrea Stramaccioni, appena arrivato ad Appiano Gentile, sapeva bene che importanza avesse questo impegno, ma nonostante due titoli nazionali conquistati alla guida di Giovanissimi e Allievi della Roma e uno tra i dilettanti con la Romulea, sapeva anche quanta pressione ci fosse su di lui. Vuoi per il bel lavoro svolto da Fulvio Pea nell’ anno precedente, vuoi perchè la squadra fosse ancora un cantiere aperto, la missione di Stramaccioni partiva già in salita. Non è dato sapere se questi siano stati i reali motivi, fatto sta che l’ esordio della Primavera in NextGen Series è catastrofico: l’ Inter è inserita nel gruppo 4, insieme a Basilea, PSV Eindhoven e Tottenham; proprio contro gli inglesi i ragazzi di mister Stramaccioni escono sconfitti per ben 7 a 1. Siamo al 31 Agosto e la Primavera non è ancora quella che ci ha fatto sognare: manca Di Gennaro tra i pali, non ci sono M’ Baye e Longo e soprattutto il modulo è il 4-3-1-2. La società rimane perplessa, ma al contrario di quello che succede in Prima Squadra, viene confermata la piena fiducia al giovane allenatore romano.
LA LENTA RINASCITA – Stramaccioni ripaga la fiducia della dirigenza e i suoi ragazzi sconfiggono il PSV per 3 a 2 in una sfida da cardiopalma. Gli olandesi giocano meglio, ma Bessa e Longo salvano i nerazzurri, con il gol della vittoria che arriva solo nei minuti di recupero. In campo ci sono i due talentini che già fanno capire cosa sono in grado di fare, la squadra è schierata con un 4-3-3. Poi arriva la vittoria per 1 a 0 contro il Basilea, questa volta il modulo è il 4-2-3-1 ed il gioco migliora, Longo fa la prima punta. Ma l’ esperimento non piace troppo a Stramaccioni, che contro il Tottenham nel match di ritorno schiera un 4-4-1-1, con Bessa dietro a Longo ancora unica punta. L’ Inter gioca una gran bella partita, forse la prima nella competizione. tanto che il punteggio di 1 a 1 sta un posto stretto, con Di Gennaro (ecco il suo esordio nel torneo) impegnato solo in occasione del gol degli inglesi. Da segnalare anche la prima partita in NextGen anche per M’Baye. Interessante notare inoltre come, al contrario di come molti hanno imprecisamente scritto, Stramaccioni non sia un sostenitore incallito del 4-2-3-1, avendo in queste prime giornate provate ben 4 moduli diversi, considerando poi che in campionato il mister usa stabilmente il 4-3-1-2. Sono altri gli elementi di spicco nella sua Inter: un pressing spesso asfissiante, le ripartenze fulminee e spettacolari, la fiducia data ad un giovane come Bessa, da molti ritenuto troppo fragile fisicamente. La qualificazione arriva con un turno d’ anticipo, visto che l’ Inter batte 2 a 1 il PSV con un’ altra bella prestazione. Il modulo è sempre il 4-4-1-1 e le reti ancora di Longo e Bessa, ma mister Stramaccioni incomincia a selezionare il suo 11 di fiducia, rispetto alla finale mancano solo Spendlhofer e Livaja (che arriverà a gennaio). Il girone si conclude con uno 0 a 0 contro il Basilea. I nerazzurri non hanno impressionato nell’ arco della prima fase, ma se non altro si sono ripresi dalla “sberla” iniziale, e soprattutto incomincia ad intravedersi il carattere oltre che le potenzialità di questa squadra e del suo allenatore.
LA SVOLTA – I quarti vedono l’ Inter affrontare probabilmente la miglior squadra del torneo, lo Sporting Lisbona, capace di stritolare letteralmente le proprie avversarie nel girone, chiudendo con 16 punti ed una differenza reti di +14! Ma i ragazzi di Stramaccioni riescono nell’impresa, imponendo ai biancoverdi la prima, pesantissima, sconfitta stagionale. Gara incredibile, a deciderla è M’baye, al primo gol con la maglia della Primavera, che lo consacra come predestinato. Un gol importantissimo infatti, che qualifica i nerazzurri tra le 4 finaliste del torneo. Da sottolineare anche l’esordio di Livaja, in campo dal 72′ per uno stremato Daniel Bessa. Il modulo è ancora il 4-4-1-1, ma ormai credo che si sia capito come ciò poco importa. Impressionante è invece la cattiveria agonistica dei giovani nerazzurri, sapientemente abbinata ad una perfetta disciplina tattica specialmente in fase difensiva e di ripartenza. L’ Inter aspetta, difende, poi di colpo riparte e accellera. Rischia sotto le numerose avanzate dei portoghesi, ma non molla un pallone. Trova il gol su calcio d’ angolo, con un colpo di testa di M’Baye appunto, che con tutta la sua grinta nell’ accanirsi verso la sfera, racchiude l’ essenza di quel match. Attenzione poi ai giocatori che scendono in campo: sono esattamente i 12 che troveranno spazio nelle due sfide con Marsiglia ed Ajax. Forse proprio in questo mercoledì sera del 25 gennaio mister Andrea Stramaccioni ha trovato la chiave del successo. Quello che accadrà dopo infatti, è già passato alla storia.