Legato ad Antonio Conte da una grande amicizia nata ai tempi di Siena che col passare del tempo si è trasformata in un rapporto molto vicino tra le rispettive famiglie, Roberto D’Aversa questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport ha commentato il successo ottenuto dal tecnico leccese sulla panchina dell’Inter. Uno scudetto ampiamente meritato secondo l’allenatore del Parma, frutto dell’impegno che Conte trasmette sempre ai suoi calciatori nel lavoro quotidiano. Questa la sua intervista:
D’Aversa, che cosa ricorda di quei primi giorni a Siena?
“Io e Antonio siamo tipi piuttosto chiusi, abbiamo imparato a conoscerci, a rispettarci. Di lui mi ha colpito l’attaccamento al lavoro e i grandi valori che lo sostenevano: la famiglia, prima di tutto. Abbiamo condiviso tanti momenti insieme, con le nostre famiglie. Ma devo ammetterlo, quando siamo insieme si parla sempre di pallone, siamo malati di calcio…”.
Durante questa stagione che per lui è stata magica ha sentito spesso Antonio?
“Io gliel’avevo detto a settembre: vincerai il campionato. Non mi sono sbagliato. E sono davvero felice per lui perché se lo merita per l’impegno e per la dedizione”.
Dove, secondo lei, Conte ha inciso di più?
“Ha saputo trasmettere i suoi valori a tutto il gruppo. E quando dico ‘gruppo’ intendo i giocatori e anche i dirigenti. Lui è un condottiero: ha idee chiare e va seguito.L’Inter è una macchina perfetta, fa risultato, difende bene e attacca con coraggio e con razionalità”.
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