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De Calò (Gds): “La forza dell’Inter rimane nascosta in un labirinto. Da Conte ci si aspettava di più: ora serve una scossa”

Alessandro de Calò, giornalista de La Gazzetta dello Sport, sulle colonne della Rosea ha fatto il punto sull’attuale momento di forma della squadra nerazzurra, a poche ore dalla super sfida del Mapei in programma contro il Sassuolo.

Romelu Lukaku, Getty Images

Ecco le sue parole: “Qual è la reale dimensione di questa Inter? Rimane nascosta in un labirinto. Balla tra la poderosa forza offensiva calata giù in campionato, soprattutto contro le squadre medie e piccole, e l’impotenza esibita sul palcoscenico della Champions. Non si avvertono progressi sensibili, non si capisce se c’è ancora qualcosa che sta coagulando. Se deve farlo, se può. Si respira un’esitazione di fondo, come davanti a un’impasse, a un guado. Ci si aspettava di più. Resta qualcosa di inadeguato. Il Real ha dimostrato che le parole di Lukaku non erano un bluff. La partita di questo pomeriggio col sorprendente Sassuolo di De Zerbi non è, dunque, banale: può essere uno svincolo importante per i nerazzurri”.

Il confronto con il Conte del passato: “Nei top club della sua vita, Conte ha costruito i successi quando non c’era di mezzo l’intralcio dell’Europa. Potersi concentrare su un solo obiettivo e lavorare a tempo pieno è stato decisivo. Il pressing tattico e mentale aveva funzionato perfettamente nella Juve, quasi dieci anni fa. In fondo a un testa a testa col Milan (di Allegri, toh) era arrivato lo scudetto. Stesso risultato quattro stagioni fa nella Premier col Chelsea, contro avversari super tipo il City di Guardiola e il Liverpool di Klopp. La differenza sta nel secondo anno di stress, con la Champions tra i piedi. A Torino, Conte aveva consolidato il successo. A Londra, invece, l’ex citì era precipitato al quinto posto della Premier. La vittoria nella Fa Cup non bastava a compensare l’esclusione dalla Champions. Ci sono delle costanti e qualche variabile. A Milano, nella complicata stagione scorsa, Conte ha lavorato alle fondamenta della sua Inter giocandoci sopra in Champions”.

Cosa non è andato: “I risultati e la qualità del calcio esibito sono quelli che sappiamo, non esaltanti. In ogni caso si era avvertito uno scatto, una base di partenza sulla quale continuare a costruire. Si pensava che Conte avesse capito cosa aggiungere e che cosa togliere dal suo meccanismo, per farlo funzionare meglio. Credo che l’impasse sia proprio questa. Invece di andare avanti, l’Inter sta tornando indietro, stressata dai suoi limiti, dall’usura e da qualche equivoco importante (Vidal non è l’unico). Il rischio è una deriva tipo quella del Chelsea stagione 2017-18, prima che la squadra fosse consegnata a Sarri. Più di altri allenatori, Conte ha bisogno di giocatori disposti a essere plagiati calcisticamente. Con lui non basta obbedire e questo già segna un primo confine nella squadra. L’altro è dato dalla qualità: ci sono molti muscoli e poco genio alle spalle della trazione anteriore dei Lukaku e Lautaro. Muscoli che propongono un gioco prevedibile e non proteggono abbastanza Bastoni e gli altri della difesa. Come mai la luce degli Eriksen e dei Sensi non ha spazio? Ormai è una domanda retorica”.

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Raffaele Caruso

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