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De Vrij: “Inzaghi come van Gogh, Conte più Mondrian: chi è il re dell’Inter”

Ospite speciale della nuova puntata di Culture su DAZN è Stefan de Vrij. Il difensore nerazzurro ha parlato della sua passione per il pianoforte fino ad arrivare alle differenza tra Conte e Inzaghi: “Ho iniziato a suonare il piano durante il lockdown: era un’idea che avevo in mente da molto tempo”.

Stefan De Vrij (@Getty Images)

Che musica ascolti?

“Sono cresciuto con la musica rock e indie-rock. I miei, quando andavamo in vacanza, mettevano i cd di Dire Straits, Pearl-Jam, Nirvana. Poi mio fratello mi ha consigliato di ascoltare musica classica e mi ha subito colpito. La passione per il piano è nata così”.

Per la cultura olandese, la bicicletta è importantissima. Tu la usavi? 

“Io facevo tutto in bici. Sono cresciuto in un paesino molto piccolo di cinquemila abitanti e lì tutti vanno in bici. Io andavo a scuola in bici, a calcio: anche quando giocavo con il Feyenoord, dove ho esordito a 17 anni. Mi è capitato di andare allo stadio in bici o in metro e magari i tifosi mi chiedevano: ‘Ma non vai a giocare?’. E io: ‘Sì, anche io sto andando’ (ride, ndr)”.

Simone Inzaghi e Stefan De Vrij (@Getty Images)

Se il calcio fosse il post impressionismo, chi tra Conte e Inzaghi sarebbe Van Gogh, più fantasioso e chi Mondrian, più ordinato? 

“Sicuramente Conte sarebbe più Mondrian e Inzaghi più Van Gogh. Con Inzaghi avevo già lavorato alla Lazio, Conte ha una carriera importantissima e ha sempre vinto. Lavorando con lui capisci il perché. Con Inzaghi i nostri difensori vanno anche all’attacco, con Conte abbiamo vinto lo scudetto dopo tanto tempo e ora si vede. Quando Inzaghi ha iniziato la stagione c’era già la base vincente e sta facendo una stagione importante”.

È facile fare il difensore centrale della difesa a tre?

“Per me no. serve tantissima comunicazione con i compagni. C’è una linea a tre o a cinque e devi romperla più spesso per uscire. Tra di noi ci chiamiamo le uscite”.

L’olandese è difficile: come si pronuncia il tuo nome?

“De Frei. La pronuncia olandese è tra le più difficili al mondo”.

Se ci fosse un re nell’Inter, chi sarebbe?

Direi il mister o Handanovic”.

Se il post-impressionismo olandese fosse il 3-5-2, chi sarebbe Conte e chi Inzaghi tra van Gogh e Mondrian?

“Conte più Mondrian e Inzaghi più Van Gogh. Sono due allenatori che hanno avuto ragione perché hanno vinto. Con Inzaghi avevo già lavorato alla Lazio dove sono cresciuto tantissimo, Conte ha una carriera importantissima e ha sempre vinto. Lavorando con lui capisci il perché. Ultimamente vedi che i nostri ‘terzi’ vanno anche in area all’attacco, con Conte abbiamo vinto lo scudetto dopo tanto tempo e ora si vede. Quando Inzaghi ha iniziato la stagione c’era già la base e ora sta facendo cose importanti”.

È vero che è facile fare il difensore centrale della difesa a tre?

“Secondo me. Sembra che tu sia più coperto, ma serve tantissima comunicazione. C’è una linea a tre o a cinque e devi romperla più spesso per uscire. Tra me, Bastoni e Skriniar ci chiamiamo le uscite”.

Stefan De Vrij, Denzel Dumfries, Stefano Sensi e Hakan Calhanoglu (@Getty Images)

Dentro l’Inter, qual è la tua famiglia nella famiglia?

“Dumfries ovviamente visto che è olandese. Sorride poco? No, non è vero: ride tantissimo, poi in campo è un guerriero. Ragazzo simpaticissimo. Poi spesso siamo con Calhanoglu e Radu”.

Se ci fosse un re nell’Inter, chi sarebbe?

“Direi il mister o il capitano Handanovic”.

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Alessio Murgida