22 Novembre 2014

Milito cuore nerazzurro: “Il 4-0 con Mou il più bello, il derby non si gioca… si vince!”

Diego Milito

Diego Milito

Ad un giorno dalla stracittadina di Milano tra Milan ed Inter, La Gazzetta dello Sport ha voluto interpellare uno che di derby se ne intende. Sponda Inter, è un giocatore che è stato il simbolo dei nerazzurri per anni, ed ha contribuito alla grande a condurre i nerazzurri fino allo straordinario Triplete. Stiamo parlando di Diego Alberto Milito, El Principe come lo chiamano tutti. Ora gioca in Argentina nel Racing Avellaneda, sua squadra del cuore, dopo che all’Inter ha dato cuore e tanti gol, ma quell’infortunio al ginocchio ha voluto che l’esperienza a Milano terminasse anzitempo. Per il Principe, il derby è da sempre stato una partita importante: prima in Argentina, poi in Spagna ed infine in Italia, prima quello della Lanterna di Genova e poi quello della Madonnina di Milano: “Dicevano che marchiavo i derby, ma era soprattutto il derby a marchiare me. Ogni volta che entravo a San Siro per quella partita sentivo qualcosa in più dentro la pancia: per l’ultima esattamente come per la prima, non mi è passata mai“. E alla domanda se prima del derby dormisse risponde così: “Dormivo, ma era un sonno ansioso. Ancora adesso, è una cosa che mi dà vita e che mi dirà quando sarà ora di smettere: vorrà dire che mi si è spento qualcosa nella testa“. Milito spiega poi che ancora il suo corpo non vuole saperne di smettere, visto che “Già da gennaio mi ero sentito sempre meglio, poi con il Racing ho giocato 14 partite su 17 e ho segnato 5 gol: per un vecchietto non c’è male“. Poi un pensiero al suo ex compagno di reparto e connazionale, Rodrigo Palacio, che sta attraversando un periodo no: “Rodrigo è uno che si martella abbastanza, il problema è che a quel Mondiale gli hanno martellato, e infiltrato, molto anche la caviglia. Ma il peggio è passato, lo sento spesso al telefono e lo sento molto meglio: sono sicuro che giocherà un grande derby. E che il 4-3-1-2 sarà il suo paradiso, potrà fare quel lavoro sporco da seconda punta che gli piace tanto“, ricordando che in quel modulo con El Trenza come trequartista alle spalle proprio di Milito e Cassano arrivò la vittoria a Torino contro la Juventus. I giorni prima del derby sono importanti per i tifosi, ma anche per i giocatori: “Parlavamo soprattutto di quello che i tifosi si aspettavano da noi, ci dicevamo che c’è un campionato prima del derby e uno dopo. E che quella partita lì non si gioca, si vince“. Qual è la vittoria contro il Milan che Diego Milito ricorda più volentieri? Facile: “La prima più di tutte: 4-0 fuori casa, gol bellissimi, uno mio, due assist. Di solito i derby sono partite dure, non te le godi: quella l’abbiamo stravinta e ce la siamo stragoduta, in campo ci sentivamo leggeri, forti. Ecco, soprattutto forti“. Poi un pensiero all’Inter di oggi, che sta vivendo qualche difficoltà ed ha appena cambiato allenatore da Mazzarri a Mancini: “Lui lo sa: in certe piazze è la storia a chiederti di vincere, presto e il più possibile. Però ha un vantaggio, e non è solo quello di conoscere l’ambiente, la Pinetina, San Siro. Soprattutto conosce il significato di essere l’Inter ed essere all’Inter. Aveva messo le basi ad una casa che Mourinho ha reso perfetta, può mettere le basi per costruirne un?altra“. Infine belle parole per colui che avrebbe dovuto essere il suo erede, Mauro Icardi: “Siamo diversi in quasi tutto: lui dà il meglio dentro l’area, io dopo un po’ mi stufavo di stare solo lì dentro. Ma trovo Icardi impressionante per quello che fa nonostante sia così giovane e per quanto può migliorare ancora“.

Diego Milito

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