16 Febbraio 2015

Diego Milito: “Il Triplete con l’Inter l’apice della mia carriera, grato alla gente, sono orgoglioso”

Ci sono calciatori che non possono essere definiti tali perché talvolta questo termine è riduttivo e non riesce a contenere e descrivere ciò che rappresentano per milioni di tifosi di tutto il mondo. Diego Milito non è un semplice calciatore, è una leggenda dell’Inter, un calciatore fantastico ed idolo immortale che ha contribuito a scrivere la storia della Beneamata a suon di gol e grandi giocate. El Principe ha parlato in un’intervista esclusiva ai microfoni di Deportes en EL PAIS e ha ripercorso la sua gloriosa carriera con un’umiltà sorprendente per un campione che ha vinto tutto. Queste le sue prime parole: Come si diventa idoli? Vincendo trofei. Ho avuto la fortuna di vincere gli ultimi due titoli della storia del Racing e mi sento un privilegiato. Sono grato alla gente, ma non mi piace definirmi un idolo. E? chiaro che sono orgoglioso, ma nulla di più. Non è facile tornare nel club dove si è cresciuti, ringrazio la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto. I contratti miliardari proposti per giocare in altri campionati? Io ho preferito tornare qui. Avevo sempre detto che mi sarei ritirato con questa maglia, e per me è stata una sfida importante”. Genoa, Saragozza Inter, tre squadre, milioni di tifosi con il Principe nel cuore: “Ho cercato di adattarmi alle abitudini europee. Andare in Italia significava cambiare completamente vita. Anche quando giocavo lì, però, avevo sempre il calcio argentino dentro di me. Differenze? In Argentina si corre tanto, il calcio è molto fisico. Non ci sono squadre straordinarie come un tempo ma c’è molta competizione tra le varie squadre. I giovani oggi vedono il calcio come un lavoro, non più come una passione e questo è un errore. Le televisioni e i social network hanno fatto perdere la vera passione per il calcio. In Argentina c’è più fame di progresso rispetto all’Italia, lì i giovani hanno tutto servito, ottengono le cose troppo facilmente?. Si passa poi ai ricordi, dal Triplete al rapporto con Mourinho: “Mourinho e Guardiola in Sud America? Quasi impossibile. Noi non abbiamo molte risorse economiche e in Europa il calcio è molto più competitivo. José? Uno dei migliori al mondo. Ottiene il cento per cento da ogni giocatore. La sua carriera parla per lui. Cosa scelgo tra lo scudetto con il Racing e il Triplete con l’Inter? Hanno due significati diversi. Nel 2010 ho raggiunto l’apice della mia carriera, ma il titolo con il Racing ha un sapore speciale. Infine una battuta sulla Nazionale: “Ho avuto la sfortuna di giocarmi sempre il posto con grandi attaccanti. Non ho giocato con molta continuità ma in ogni caso sono orgoglioso di aver indossato quella maglia?.

LEGGI ANCHE – MANCINI E AUSILIO ALLA VIAREGGIO CUP: I DETTAGLI

LEGGI ANCHE – AG. GUARIN: “TUTTO QUESTO E’ IL FRUTTO DI LAVORO E FIDUCIA”

Follow @antocarboni91